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Re: Notizie varie d'interesse generale
tobruk ha scritto:Trenitalia non opera per concessione; è una SpA a totale partecipazione statale che si comporta come un qualunque soggetto privato.
Certo, poi si può discutere sul fatto che sia finanziata dallo stato ma non si preoccupi granchè della sua funzione sociale. Ma su questo si è detto e scritto molto.
Ma infatti si dovrebbe puntare il dito sul Governo vero e proprio.
Però mi sembra strano che, come va di moda per ora "in un periodo di vacche magre come questo", vengano scialacquati milioni di euro tra restyling (vedi una livrea l'anno sulle frecce), stazioni AV mega galattiche e passanti ferroviari interstellari (Firenze), tra suddivisioni classiste con il ritorno della terza classe e la novità della quarta classe, e non pochi euro spesi scrivendo sulla freccia (della quale milioni di meridionali sanno ben poco se non qualche fotografia) che recita questo detto "da 150 anni uniamo il PAESE"...è offensivo tutto questo e non fa altro che trasformare il meridione in una colonia schiavista perchè mi costringono a prendere due soli treni solo per Roma e mi obbligano a usare le frecce...e trasformano questi due soli treni in dei mega regionaloni stile lager perchè fanno anche tutte le fermate della Calabria....
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
Aggiungo che Trenitalia prende soldi dalle regioni per garantire i servizi regionali e soldi dallo stato per garantire la continuità territoriale.
Ed hanno fatto fallire AreanWays (perchè la liberalizzazione è molto sulla carta e poco nella realtà) in quanto non gli hanno concesso le fermate intermedia tra Torino e Milano perchè alterava gli equilibri di trasporto o qualcosa del genere.
Quindi Trenitalia non è una spa qualunque e, se avessimo una politica degna di questo nome, non potrebbe fare quello che vuole solo fer fare numeri.
Ed hanno fatto fallire AreanWays (perchè la liberalizzazione è molto sulla carta e poco nella realtà) in quanto non gli hanno concesso le fermate intermedia tra Torino e Milano perchè alterava gli equilibri di trasporto o qualcosa del genere.
Quindi Trenitalia non è una spa qualunque e, se avessimo una politica degna di questo nome, non potrebbe fare quello che vuole solo fer fare numeri.
rocco- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 07.08.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
complimenti gualtiero per la presa di posizione meridionalista!!!!!
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
freccia del sud ha scritto:complimenti gualtiero per la presa di posizione meridionalista!!!!!
Non è tanto una presa di posizione...quanto le prese per il culo che leggo sui treni che mi fanno andare fuori di testa!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
Condivido in toto quanto affermato da Gualtiero. Ma signori, perché nessuno si mobilita per scendere in piazza e far tremare il culo a chi di dovere? Perché ci si limita a sfogare la rabbia sui forum o al massimo a raccogliere firme su internet? Forse perché siamo un popolo rassegnato, incapace di reagire ai soprusi dei governi....
Ma i nostri deputati parlamentari, che riempiono le nostre strade in periodi elettorali con le loro facciazze da porticato ...dove sono? che cesso di paese...
Ma i nostri deputati parlamentari, che riempiono le nostre strade in periodi elettorali con le loro facciazze da porticato ...dove sono? che cesso di paese...
Re: Notizie varie d'interesse generale
Si ma appena fai qualcosa tra telecamere che ti riprendono e polizia che ti guarda e ti scheda, è logico che chi vuole manifestare in modo pacifico non si espone.
Cmq siam alla frutta...prima o poi tutto questo silenzio secondo me finirà
Cmq siam alla frutta...prima o poi tutto questo silenzio secondo me finirà
Addio ai treni notturni tra Nord e Sud cancellato anche il "Treno del sole"
Le ferrovie cancellano gli ultimi treni a lunga percorrenza che per decenni sono stati il simbolo dell'emigrazione. Tutti i convogli partiti dalla Sicilia si fermeranno a Roma
di SALVO CATALANO
Addio ai treni notturni tra Nord e Sud cancellato anche il "Treno del sole" Passeggeri salgono su una carrozza del "Treno del sole" negli anni Sessanta
PALERMO - Per decenni i loro nomi evocativi sono stati un simbolo dell'Italia unita e dell'emigrazione: Treno del sole, Trinacria, Treno dell'Etna. Un simbolo che adesso finirà nei ricordi: dal prossimo 12 dicembre chi dalla Sicilia vorrà raggiungere Milano, Torino e Venezia non potrà più farlo in treno. Con il nuovo orario invernale, Trenitalia ha deciso di cancellare gli ultimi tre collegamenti diretti che erano rimasti con le città del Nord. Fermata obbligata diventerà Roma.
Nel 2005 erano 56 i treni circolanti da Nord a Sud e viceversa. Oggi sono 26, e da lunedì prossimo saranno dieci. I sindacati Fit Cisl e Filt Cgil denunciano i numeri che illustrano il disimpegno del gruppo Ferrovie dello Stato dalla Sicilia. "È il colpo di grazia - denuncia Franco Spanò, segretario generale della Filt Cgil - Viene negato ai siciliani il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale". Oltre ai disagi per i passeggeri, secondo i calcoli della Fit Cisl, spariranno oltre 150 posti di lavoro tra macchinisti, capi treno, operatori della manutenzione e personale dell'indotto ferroviario.
Attualmente sono 26 i treni che uniscono le città siciliane al resto d'Italia, dal 12 dicembre diventeranno cinque da Palermo e cinque da Siracusa, tutti con destinazione Roma. Verranno cancellati del tutto il Palermo/Siracusa-Torino (Treno del sole), il Palermo/Siracusa-Milano (Trinacria) e il Palermo/Siracusa-Venezia (Freccia della Laguna). Soppresso anche l'Agrigento-Roma e viceversa. Se gli abitanti della città dei Templi vorranno raggiungere la capitale dovranno optare per il pullman.
Chi, invece, sceglierà di viaggiare in treno verso una città più a nord di Roma, sarà costretto a scendere comunque nella capitale e cambiare convoglio. "Attualmente il costo medio per andare da Palermo a Milano con un treno notte è di cento euro - afferma Spanò - Da dicembre non si sa". Trenitalia, che fornisce i servizi su commissione del ministero delle Infrastrutture, garantirà integrazioni tariffarie sui collegamenti da Roma in su per chi proviene dalla Sicilia. "Ma in questo momento è una promessa del tutto astratta - spiega Spanò - Non sappiamo se sarà mantenuta, quanto durerà e come si eserciterà. Abbiamo chiesto più volte un confronto, ma non abbiamo avuto notizie".
Resta incerto anche il futuro dei vagoni letto sui treni notte per Roma, visto che ad oggi è impossibile prenotare un posto per il 12 dicembre. Secondo i dati della Fit Cisl in quattro anni, dal 2006 al 2010, a causa dei tagli operati da Rfi e Trenitalia, il numero di passeggeri trasportati tra le due sponde dello stretto si è ridotto di un milione e duecentomila unità. Sulle decisioni di Trenitalia ha influito il pesante taglio sul trasferimento di risorse da parte del precedente governo, che ha spinto i dirigenti dell'azienda pubblica a tagliare le linee economicamente svantaggiose. "Un servizio obsoleto che aveva senso vent'anni fa" spiegano dall'ufficio stampa di Trenitalia, secondo cui, con l'eccezione dell'alta stagione, i treni notte vengono scelti da poche decine di persone.
Soltanto nel triennio 2008-2010 c'è stato un calo del 25 per cento di passeggeri. "Che il numero dei passeggeri sui treni notte dalla Sicilia fosse basso è una falsità - spiega il segretario Filt Cgil Spanò - Anzi, da un anno e mezzo Trenitalia porta avanti una politica di disincentivazione, ostacolando le prenotazioni e preferendo far viaggiare i vagoni vuoti per poi usare questo argomento a sostegno delle sue irresponsabili scelte". Il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, invita a "una forte reazione" i politici siciliani, il mondo sociale e lancia la proposta di una grande manifestazione a Roma per metà dicembre.
(06 dicembre 2011)
di SALVO CATALANO
Addio ai treni notturni tra Nord e Sud cancellato anche il "Treno del sole" Passeggeri salgono su una carrozza del "Treno del sole" negli anni Sessanta
PALERMO - Per decenni i loro nomi evocativi sono stati un simbolo dell'Italia unita e dell'emigrazione: Treno del sole, Trinacria, Treno dell'Etna. Un simbolo che adesso finirà nei ricordi: dal prossimo 12 dicembre chi dalla Sicilia vorrà raggiungere Milano, Torino e Venezia non potrà più farlo in treno. Con il nuovo orario invernale, Trenitalia ha deciso di cancellare gli ultimi tre collegamenti diretti che erano rimasti con le città del Nord. Fermata obbligata diventerà Roma.
Nel 2005 erano 56 i treni circolanti da Nord a Sud e viceversa. Oggi sono 26, e da lunedì prossimo saranno dieci. I sindacati Fit Cisl e Filt Cgil denunciano i numeri che illustrano il disimpegno del gruppo Ferrovie dello Stato dalla Sicilia. "È il colpo di grazia - denuncia Franco Spanò, segretario generale della Filt Cgil - Viene negato ai siciliani il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale". Oltre ai disagi per i passeggeri, secondo i calcoli della Fit Cisl, spariranno oltre 150 posti di lavoro tra macchinisti, capi treno, operatori della manutenzione e personale dell'indotto ferroviario.
Attualmente sono 26 i treni che uniscono le città siciliane al resto d'Italia, dal 12 dicembre diventeranno cinque da Palermo e cinque da Siracusa, tutti con destinazione Roma. Verranno cancellati del tutto il Palermo/Siracusa-Torino (Treno del sole), il Palermo/Siracusa-Milano (Trinacria) e il Palermo/Siracusa-Venezia (Freccia della Laguna). Soppresso anche l'Agrigento-Roma e viceversa. Se gli abitanti della città dei Templi vorranno raggiungere la capitale dovranno optare per il pullman.
Chi, invece, sceglierà di viaggiare in treno verso una città più a nord di Roma, sarà costretto a scendere comunque nella capitale e cambiare convoglio. "Attualmente il costo medio per andare da Palermo a Milano con un treno notte è di cento euro - afferma Spanò - Da dicembre non si sa". Trenitalia, che fornisce i servizi su commissione del ministero delle Infrastrutture, garantirà integrazioni tariffarie sui collegamenti da Roma in su per chi proviene dalla Sicilia. "Ma in questo momento è una promessa del tutto astratta - spiega Spanò - Non sappiamo se sarà mantenuta, quanto durerà e come si eserciterà. Abbiamo chiesto più volte un confronto, ma non abbiamo avuto notizie".
Resta incerto anche il futuro dei vagoni letto sui treni notte per Roma, visto che ad oggi è impossibile prenotare un posto per il 12 dicembre. Secondo i dati della Fit Cisl in quattro anni, dal 2006 al 2010, a causa dei tagli operati da Rfi e Trenitalia, il numero di passeggeri trasportati tra le due sponde dello stretto si è ridotto di un milione e duecentomila unità. Sulle decisioni di Trenitalia ha influito il pesante taglio sul trasferimento di risorse da parte del precedente governo, che ha spinto i dirigenti dell'azienda pubblica a tagliare le linee economicamente svantaggiose. "Un servizio obsoleto che aveva senso vent'anni fa" spiegano dall'ufficio stampa di Trenitalia, secondo cui, con l'eccezione dell'alta stagione, i treni notte vengono scelti da poche decine di persone.
Soltanto nel triennio 2008-2010 c'è stato un calo del 25 per cento di passeggeri. "Che il numero dei passeggeri sui treni notte dalla Sicilia fosse basso è una falsità - spiega il segretario Filt Cgil Spanò - Anzi, da un anno e mezzo Trenitalia porta avanti una politica di disincentivazione, ostacolando le prenotazioni e preferendo far viaggiare i vagoni vuoti per poi usare questo argomento a sostegno delle sue irresponsabili scelte". Il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, invita a "una forte reazione" i politici siciliani, il mondo sociale e lancia la proposta di una grande manifestazione a Roma per metà dicembre.
(06 dicembre 2011)
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
Certo se si deve accostare la LP verso il sud SOLO all'emigrazione..simbolo di un meridione povero che ha bisogno delle tette e del latte di un nord becero e ignorantone..allora hanno fatto bene a cancellare tutto. I Siciliani non sono così somari e stupidi da aggrapparsi ad evocazioni storiche quali l'emigrazione e la voglia di guadagnare, per riavere un diritto che è stato stolto senza cognizione di causa. Oggi possegono tutte le facoltà intellettive di saper in quale miglior modo possano salire al nord. Conoscono gli aerei, le auto, i pullman e i viaggi spezzati....
Certe merdate mi fanno vergognare!!!
Certe merdate mi fanno vergognare!!!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
solo adesso mi e' terminata la nausea provocata dalla nuova porcata realizzata da mister moretti & co,
ma i collegamenti da roma per il nord dal 22/01 dove sono??????????????? probabile VCO causa esaurimento posti sul freccia 9402?????????? o rimettono IC arno su firenze cancellato a agosto causa incendio tiburtina o nulla di tutto questo ed e' colpa della mia confusione e rabbia interiore che non trovo nulla!
ma i collegamenti da roma per il nord dal 22/01 dove sono??????????????? probabile VCO causa esaurimento posti sul freccia 9402?????????? o rimettono IC arno su firenze cancellato a agosto causa incendio tiburtina o nulla di tutto questo ed e' colpa della mia confusione e rabbia interiore che non trovo nulla!
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Ferrovie. Giarda sul servizio universale
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento risponde al question time sul tema del trasporto ferroviario
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Giarda ha risposto di fronte all'Assemblea di Montecitorio al question time relativo alla politica di riorganizzazione dei collegamenti ferroviari Sud-Nord. Riportiamo di seguito la risposta ai deputati Iannaccone, Belcastro e Porfidia.
"Il governo è consapevole della necessità di potenziare il sistema dei trasporti dell'intero Paese e si adopererà con la dovuta attenzione per individuare le idonee soluzioni. Nell'ambito del trasporto ferroviario il servizio universale teso a garantire il diritto alla mobilità comprende quei treni di media e lunga percorrenza che per essere effettuati necessitano di una contribuzione pubblica definita nell'ambito del contratto di servizio nazionale. A riguardo Trenitalia, nel 2011, ha registrato una perdita complessiva di rilevante entità nonostante i corrispettivi, derivante dal forte calo della domanda del servizio universale e dalla conseguente contrazione dei ricavi. La riduzione della domanda riguarda specialmente i collegamenti ferroviari notte, un fenomeno comune a molti paesi europei. Negli ultimi dieci anni in Italia la domanda relativa ai treni notturni è scesa del 66%, con un picco del 20% solo nell'ultimo anno, per effetto soprattutto delle offerte concorrenziali delle compagnie aeree low cost e della velocizzazione dei servizi giorno, a seguito dell'attivazione dell'alta velocità che porta l'utenza a preferire questi ultimi, sia per il comfort di viaggio che per i tempi di percorrenza. Sulla base delle risorse attualmente disponibili per il 2012 si è reso necessario definire un programma di rimodulazione dei collegamenti del servizio universale per consentire un riequilibrio economico del contratto. Per quanto concerne invece gli Eurostar City Frecciabianca, citati dagli onorevoli interroganti, faccio presente che trattasi di collegamenti ferroviari soggetti al mercato non destinatari di un corrispettivo pubblico, pertanto a rischio d'impresa, la cui programmazione è legata a logiche di mercato. Ferrovie dello Stato ha fatto presente che per il servizio Frecciabianca è stata prevista l'implementazione, anche attraverso la soppressione di alcune fermate che registrano livelli di frequentazione ridotti".
siciliaway
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Giarda ha risposto di fronte all'Assemblea di Montecitorio al question time relativo alla politica di riorganizzazione dei collegamenti ferroviari Sud-Nord. Riportiamo di seguito la risposta ai deputati Iannaccone, Belcastro e Porfidia.
"Il governo è consapevole della necessità di potenziare il sistema dei trasporti dell'intero Paese e si adopererà con la dovuta attenzione per individuare le idonee soluzioni. Nell'ambito del trasporto ferroviario il servizio universale teso a garantire il diritto alla mobilità comprende quei treni di media e lunga percorrenza che per essere effettuati necessitano di una contribuzione pubblica definita nell'ambito del contratto di servizio nazionale. A riguardo Trenitalia, nel 2011, ha registrato una perdita complessiva di rilevante entità nonostante i corrispettivi, derivante dal forte calo della domanda del servizio universale e dalla conseguente contrazione dei ricavi. La riduzione della domanda riguarda specialmente i collegamenti ferroviari notte, un fenomeno comune a molti paesi europei. Negli ultimi dieci anni in Italia la domanda relativa ai treni notturni è scesa del 66%, con un picco del 20% solo nell'ultimo anno, per effetto soprattutto delle offerte concorrenziali delle compagnie aeree low cost e della velocizzazione dei servizi giorno, a seguito dell'attivazione dell'alta velocità che porta l'utenza a preferire questi ultimi, sia per il comfort di viaggio che per i tempi di percorrenza. Sulla base delle risorse attualmente disponibili per il 2012 si è reso necessario definire un programma di rimodulazione dei collegamenti del servizio universale per consentire un riequilibrio economico del contratto. Per quanto concerne invece gli Eurostar City Frecciabianca, citati dagli onorevoli interroganti, faccio presente che trattasi di collegamenti ferroviari soggetti al mercato non destinatari di un corrispettivo pubblico, pertanto a rischio d'impresa, la cui programmazione è legata a logiche di mercato. Ferrovie dello Stato ha fatto presente che per il servizio Frecciabianca è stata prevista l'implementazione, anche attraverso la soppressione di alcune fermate che registrano livelli di frequentazione ridotti".
siciliaway
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
freccia del sud ha scritto:solo adesso mi e' terminata la nausea provocata dalla nuova porcata realizzata da mister moretti & co,
ma i collegamenti da roma per il nord dal 22/01 dove sono??????????????? probabile VCO causa esaurimento posti sul freccia 9402?????????? o rimettono IC arno su firenze cancellato a agosto causa incendio tiburtina o nulla di tutto questo ed e' colpa della mia confusione e rabbia interiore che non trovo nulla!
Pigliati due bustine di biochetasi e poi riguardi....non ti preoccupare presto caricheranno tutti i treni, l'orario ufficiale entra in vigore dal 12 dicembre...
a proposito di nausea se ti può far stare meglio hanno tagliato un bel pò di regionali in Sicilia..
ma qui entriamo in un altro discorso...cioè contratto di servizio sbandierato ai quattro venti dai nostri politici locali e non ancora firmato!!!!!!!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
rimpianti «Ho il magone. A bordo del diretto per Venezia lavorava solo personale di Messina»: parla il responsabile Silvio Pino
Anche Silvio Pino da domani sarà a casa. Si dice dispiaciuto per una situazione che si sarebbe potuta evitare e che la gente avrebbe dovuto comprendere meglio: «Lavoro qui dal ’92, avevamo raggiunto grandi livelli»
Domenica, 11 dicembre, 2011
Si aggira solitario tra i binari desolati. Li conosce a memoria, ci lavora dal ’92, quando ancora erano solo in 28. Si ferma in corrispondenza del primo vagone, fa qualche passo, alza lo sguardo e poi fissa il tabellone: “Binario 10. Siracusa-Messina, ore 19.30. In partenza”. Quella scritta arancione l’ha letta centinaia di volte, appare già sbiadita, da lì a poco non ci sarà più. Lui è Silvio Pino, messinese di nascita, responsabile della logistica (fino a qualche anno fa anche del personale) degli impianti Servirail di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. E’ consapevole di stare assistendo a un copione di cui, ormai già da tempo, è stata scritta la fine, ma “toccare” con mano, per l’ultima volta, questa ennesima sconfitta per il trasporto ferroviario da e per la Sicilia, è ben diverso che immaginarlo.
«Mi viene il magone - commenta – Quello per Venezia, tra l’altro, è il treno su cui, da partenza a destinazione, lavora solo ed esclusivamente personale di questo impianto. Messina sta dando l’ultimo addio in tutti i sensi». Una coincidenza, non oraria, bensì del destino, che rende lo spettacolo, agli occhi del signore Pino, ancora più amaro di quanto già non sia. «Oggi siamo qui a pagare gli effetti di decisioni prese dall’alto, eppure nel 2006, quindi non tanto tempo fa, questo impianto era tra i più competitivi». Fin quando, insomma, altri interessi, ben più contorti e complicati, non hanno preso il sopravvento, “incalzati” peraltro dalla prossima inaugurazione del trasporto ferroviario privato, voluto da Montezemolo, ha dunque reso necessario sacrificare i “pesci piccoli” per dare da mangiare ai più grandi.
«Di questa realtà conosco tutto e tutti. Quell’ufficio dove prima i due metronotte si stavano occupando di sistemare, (cercando anche di capire cosa fare delle chiavi, ndr), l’ho predisposto io pezzo per pezzo, mobile per mobile. E’ veramente triste quanto sta accadendo, sarebbe stato necessario che tutti avessero capito prima la gravità di quanto stava per avvenire e invece ci si è concentrati solo su un aspetto». Che come detto (vedi articolo) è quello occupazionale. Il sig. Pino, pur essendoci “dentro”, a questa realtà, ormai da anni, guarda dall’ “esterno” osserva come i dipendenti stanno cercando di far valere la propria posizione e, forse, per certi aspetti, pur comprendendone il punto di vista, non ne condivide alcuni “passaggi”, anche perché il “fronte comune” si sta perdendo. E lui stesso ne è coinvolto. Lui che domani, come i tanti colleghi, anziché recarsi a Piazza della Repubblica, sarà costretto a rimanere a casa. Eppure per il sig. Pino una soluzione potrebbe esserci, e nemmeno così complicata da raggiungere, purchè, ovviamente, la si voglia: «Esattamente come avveniva una volta - afferma – si potrebbero far partire due treni, uno da Palermo, l’altro da Siracusa, (che si uniscono a Messina) e che poi arrivati a Bologna si dividono, 14 pezzi in totale. Così si recupererebbero gran parte dei dipendenti, ma soprattutto si potrebbe offrire un servizio migliore agli utenti, che non vanno dimenticati, anche loro sono vittime».
Nel salutare il signor Pino, chiediamo di poter avere il suo numero di telefono. Si mostra subito disponibile: «335 – esordisce, poi un attimo di pausa accompagnato da un sorriso amaro – lo segni lo stesso, ma è quello di servizio, non è detto che domani sia ancora attivo&hep;».
Domenica, 11 dicembre, 2011
Si aggira solitario tra i binari desolati. Li conosce a memoria, ci lavora dal ’92, quando ancora erano solo in 28. Si ferma in corrispondenza del primo vagone, fa qualche passo, alza lo sguardo e poi fissa il tabellone: “Binario 10. Siracusa-Messina, ore 19.30. In partenza”. Quella scritta arancione l’ha letta centinaia di volte, appare già sbiadita, da lì a poco non ci sarà più. Lui è Silvio Pino, messinese di nascita, responsabile della logistica (fino a qualche anno fa anche del personale) degli impianti Servirail di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. E’ consapevole di stare assistendo a un copione di cui, ormai già da tempo, è stata scritta la fine, ma “toccare” con mano, per l’ultima volta, questa ennesima sconfitta per il trasporto ferroviario da e per la Sicilia, è ben diverso che immaginarlo.
«Mi viene il magone - commenta – Quello per Venezia, tra l’altro, è il treno su cui, da partenza a destinazione, lavora solo ed esclusivamente personale di questo impianto. Messina sta dando l’ultimo addio in tutti i sensi». Una coincidenza, non oraria, bensì del destino, che rende lo spettacolo, agli occhi del signore Pino, ancora più amaro di quanto già non sia. «Oggi siamo qui a pagare gli effetti di decisioni prese dall’alto, eppure nel 2006, quindi non tanto tempo fa, questo impianto era tra i più competitivi». Fin quando, insomma, altri interessi, ben più contorti e complicati, non hanno preso il sopravvento, “incalzati” peraltro dalla prossima inaugurazione del trasporto ferroviario privato, voluto da Montezemolo, ha dunque reso necessario sacrificare i “pesci piccoli” per dare da mangiare ai più grandi.
«Di questa realtà conosco tutto e tutti. Quell’ufficio dove prima i due metronotte si stavano occupando di sistemare, (cercando anche di capire cosa fare delle chiavi, ndr), l’ho predisposto io pezzo per pezzo, mobile per mobile. E’ veramente triste quanto sta accadendo, sarebbe stato necessario che tutti avessero capito prima la gravità di quanto stava per avvenire e invece ci si è concentrati solo su un aspetto». Che come detto (vedi articolo) è quello occupazionale. Il sig. Pino, pur essendoci “dentro”, a questa realtà, ormai da anni, guarda dall’ “esterno” osserva come i dipendenti stanno cercando di far valere la propria posizione e, forse, per certi aspetti, pur comprendendone il punto di vista, non ne condivide alcuni “passaggi”, anche perché il “fronte comune” si sta perdendo. E lui stesso ne è coinvolto. Lui che domani, come i tanti colleghi, anziché recarsi a Piazza della Repubblica, sarà costretto a rimanere a casa. Eppure per il sig. Pino una soluzione potrebbe esserci, e nemmeno così complicata da raggiungere, purchè, ovviamente, la si voglia: «Esattamente come avveniva una volta - afferma – si potrebbero far partire due treni, uno da Palermo, l’altro da Siracusa, (che si uniscono a Messina) e che poi arrivati a Bologna si dividono, 14 pezzi in totale. Così si recupererebbero gran parte dei dipendenti, ma soprattutto si potrebbe offrire un servizio migliore agli utenti, che non vanno dimenticati, anche loro sono vittime».
Nel salutare il signor Pino, chiediamo di poter avere il suo numero di telefono. Si mostra subito disponibile: «335 – esordisce, poi un attimo di pausa accompagnato da un sorriso amaro – lo segni lo stesso, ma è quello di servizio, non è detto che domani sia ancora attivo&hep;».
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
L'ULTIMO H 19.30 SIRACUSA-VENEZIA. Dal finestrino un fazzoletto bianco: simbolo di addio, segno di silenziosa "resa"
La Sicilia saluta l’ultimo treno notte che ieri ha raggiunto il nord-Italia: da questo momento in poi, per tutti gli utenti scalo obbligato a Roma. L’aria di desolazione “respirata” alla Stazione Centrale è la conferma dell’ennesimo fallimento, su tutti i fronti, civico e politico
Domenica, 11 dicembre, 2011
«Mamma perché fanno le foto al treno?» chiede la piccola Giulia, 6 anni, (vedi photogallery) con indosso il suo cappottino rosa in pandan con la valigietta. Risponde la mamma: «Perché da domani amore questo treno non ci sarà più». Replica imbronciata la bimba che sta per raggiungere il papà in Veneto: «Ma perché lo levano, a me piace questo treno». Dalle 19.30 di ieri pomeriggio, quel treno con cui tante e volte, nonostante la giovanissima età, ha fatto su e già da Venezia a Messina perfar visita ai nonni, la piccola Giulia non lo avrà più. All’innocente curiosità di una bambina, si contrappone, purtroppo, l’ennesima gelida indifferenza di una città, di una regione, che sembrano non avere ben compreso quanto accaduto al binario 10 della Stazione Centrale di Messina, da dove è partito, ma stavolta per non farvi più ritorno, l’ultimo treno-notte con destinazione nord-Italia. Sarebbe dovuto essere ieri il vero momento della mobilitazione, delle urla, delle proteste; sarebbe stato sì, adesso, necessario occupare i binari, perché l’ennesima “schiaffo” riservato alla Sicilia, non porta con sé solo problemi occupazionali (vedi altri articoli), ma affossa definitivamente quel diritto alla mobilità che, anno dopo anno, soppressione dopo soppressione, gli utenti hanno completamente dimenticato, mostrandosi indifferenti anche nel momento in cui sarebbe stato determinante farsi sentire.
Quelle malandate carrozze, che alla stazione di Messina si univano l’una l’altra pronte per essere imbarcate e partire alla volta delle fredde e nebbiose città del nord, da oggi in poi si fermeranno a Roma. «Poco male» affermerà sicuramente qualcuno con prevedibile superficialità, «alla fine che farsene di quegli sporchi e maleodoranti vagoni, simili più a carri bestiame che a treni». Perché il progressivo e subdolo abbandono di cui la società Fs si è resa protagonista nel trasporto su rotaia da e per la Sicilia, si è reso manifesto innanzitutto con la mancanza di “cura”, nel senso più ampio del termine, anche verso i mezzi utilizzati, vere e proprie Cenerentole rispetto alle “Principesse” o alle “Regine” dell’Alta Velocità, alla cui “corte”, da ora in poi, coloro che saranno costretti a fare scalo a Roma per raggiungere Torino, Milano e altri centri, dovranno recarsi.
E che importa se tra i viaggiatori in partenza dalla Sicilia con valigie cariche di sogni, speranze, aspettative, progetti, ci saranno anche centinaia di persone per cui “migrare”, per piacere o per necessità, poco importa, diventerà ben più complicato: a chi importa degli anziani, a chi importa dei nonni che vogliono raggiungere i nipoti, a chi importa delle mamme che viaggiano sole con figli e bagagli, a chi importa dei tanti bambini, dell’età di Giulia o forse più piccoli, che con scadenze fisse raggiungono gli ospedali del nord per sottoporsi a cure necessarie e magari saranno costretti ad attendere in stazione la coincidenza giusta, sempre che la si arrivi a “beccare” considerando i prevedibili ritardi o disservizi; a chi importa, infine, se tutto questo determinerà un costo superiore anche in termini economici.
Di queste persone, di questi siciliani, non importa proprio niente a nessuno. Ecco perché ieri Messina si sarebbe dovuta trasformare nel vero centro della protesta, non soltanto, lo ribadiamo, per l’aspetto occupazionale, di indubbia importanza, ma anche per far conoscere a tutti la vergognosa politica gestionale messa in atto e soprattutto i suoi effetti concreti. E invece, nulla di tutto ciò. Tra i desolati e grigi binari della stazione, a spiccare è solo il rosa della piccola valigia di Giulia, lei che dopo aver abbracciato e salutato la nonna, «io li vorrei raggiungere per Natale, ora vediamo come organizzarci, in caso prendo l’aereo», commenta la signora, sale velocemente le scalette pronta per occupare insieme alla mamma, Maria Princiotto, le cuccette del suo vagone letto. Quelle stesse cuccette che da questo momento in poi rimarranno vuote. A noi, purtroppo, non rimane che tirare fuori il fazzoletto bianco, non solo in segno di addio ma purtroppo anche di resa…l’ennesima. Buon viaggio!
Domenica, 11 dicembre, 2011
«Mamma perché fanno le foto al treno?» chiede la piccola Giulia, 6 anni, (vedi photogallery) con indosso il suo cappottino rosa in pandan con la valigietta. Risponde la mamma: «Perché da domani amore questo treno non ci sarà più». Replica imbronciata la bimba che sta per raggiungere il papà in Veneto: «Ma perché lo levano, a me piace questo treno». Dalle 19.30 di ieri pomeriggio, quel treno con cui tante e volte, nonostante la giovanissima età, ha fatto su e già da Venezia a Messina perfar visita ai nonni, la piccola Giulia non lo avrà più. All’innocente curiosità di una bambina, si contrappone, purtroppo, l’ennesima gelida indifferenza di una città, di una regione, che sembrano non avere ben compreso quanto accaduto al binario 10 della Stazione Centrale di Messina, da dove è partito, ma stavolta per non farvi più ritorno, l’ultimo treno-notte con destinazione nord-Italia. Sarebbe dovuto essere ieri il vero momento della mobilitazione, delle urla, delle proteste; sarebbe stato sì, adesso, necessario occupare i binari, perché l’ennesima “schiaffo” riservato alla Sicilia, non porta con sé solo problemi occupazionali (vedi altri articoli), ma affossa definitivamente quel diritto alla mobilità che, anno dopo anno, soppressione dopo soppressione, gli utenti hanno completamente dimenticato, mostrandosi indifferenti anche nel momento in cui sarebbe stato determinante farsi sentire.
Quelle malandate carrozze, che alla stazione di Messina si univano l’una l’altra pronte per essere imbarcate e partire alla volta delle fredde e nebbiose città del nord, da oggi in poi si fermeranno a Roma. «Poco male» affermerà sicuramente qualcuno con prevedibile superficialità, «alla fine che farsene di quegli sporchi e maleodoranti vagoni, simili più a carri bestiame che a treni». Perché il progressivo e subdolo abbandono di cui la società Fs si è resa protagonista nel trasporto su rotaia da e per la Sicilia, si è reso manifesto innanzitutto con la mancanza di “cura”, nel senso più ampio del termine, anche verso i mezzi utilizzati, vere e proprie Cenerentole rispetto alle “Principesse” o alle “Regine” dell’Alta Velocità, alla cui “corte”, da ora in poi, coloro che saranno costretti a fare scalo a Roma per raggiungere Torino, Milano e altri centri, dovranno recarsi.
E che importa se tra i viaggiatori in partenza dalla Sicilia con valigie cariche di sogni, speranze, aspettative, progetti, ci saranno anche centinaia di persone per cui “migrare”, per piacere o per necessità, poco importa, diventerà ben più complicato: a chi importa degli anziani, a chi importa dei nonni che vogliono raggiungere i nipoti, a chi importa delle mamme che viaggiano sole con figli e bagagli, a chi importa dei tanti bambini, dell’età di Giulia o forse più piccoli, che con scadenze fisse raggiungono gli ospedali del nord per sottoporsi a cure necessarie e magari saranno costretti ad attendere in stazione la coincidenza giusta, sempre che la si arrivi a “beccare” considerando i prevedibili ritardi o disservizi; a chi importa, infine, se tutto questo determinerà un costo superiore anche in termini economici.
Di queste persone, di questi siciliani, non importa proprio niente a nessuno. Ecco perché ieri Messina si sarebbe dovuta trasformare nel vero centro della protesta, non soltanto, lo ribadiamo, per l’aspetto occupazionale, di indubbia importanza, ma anche per far conoscere a tutti la vergognosa politica gestionale messa in atto e soprattutto i suoi effetti concreti. E invece, nulla di tutto ciò. Tra i desolati e grigi binari della stazione, a spiccare è solo il rosa della piccola valigia di Giulia, lei che dopo aver abbracciato e salutato la nonna, «io li vorrei raggiungere per Natale, ora vediamo come organizzarci, in caso prendo l’aereo», commenta la signora, sale velocemente le scalette pronta per occupare insieme alla mamma, Maria Princiotto, le cuccette del suo vagone letto. Quelle stesse cuccette che da questo momento in poi rimarranno vuote. A noi, purtroppo, non rimane che tirare fuori il fazzoletto bianco, non solo in segno di addio ma purtroppo anche di resa…l’ennesima. Buon viaggio!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
L'ultima volta sul treno che ha unito l'Italia
A bordo del "diretto del sole" Palermo-Torino
che da oggi viene soppresso.
Negli scompartimenti le stesse storie di lacrime e speranza
di 50 anni fa
laura anello
palermo-torino
Presto, presto, scendete, sta partendo». Jessica, 19 anni, devono quasi buttarla giù dal treno, in un precipizio di parole, baci e singhiozzi. Sharon, che di anni ne ha 4, scoppia a piangere vedendo la nonna allontanarsi con la faccia incollata al finestrino, le lacrime che rigano il vetro. «Mamma, mamma, non te ne andare», grida la ragazza. «Nonna, nonna, resta qui», implora la bambina, con la faccia avvampata come il vestitino fucsia a balze. «Vita mia, sangue mio», risponde lei, 44 anni appena, mentre il treno alle 12,32 lascia la stazione centrale di Palermo. I nomi sono quelli delle dive hollywoodiane, ma le lacrime sono le stesse di mezzo secolo fa, quando su questi binari partivano e restavano Rosalie e Concette, Carmele e Giuseppine.
«Vita mia, sangue mio», ripete per ore abbracciata alla figlioletta Miriam, l’unica delle tre che porta con sé verso una nuova vita a Torino, mentre l’ultimo Treno del Sole – il convoglio che per 57 anni ha unito i due capi della Penisola – sferraglia a strapiombo su un mare da cartolina siciliana, con le pale di fichidindia che scorrono accanto ai binari e il sole estivo che investe lo scompartimento.
Ultimo viaggio: da oggi niente più collegamenti diretti tra Sud e Nord, per risalire lo Stivale bisognerà fare almeno una tappa a Roma o, in direzione contraria, a Bologna. Addio, proprio nell’anno centocinquantesimo dell’Italia unita, al Treno del Sole, ma anche al Conca d’Oro (Palermo-Milano), al Freccia del Sud (Catania-Milano), al Treno dell’Etna (Siracusa-Torino), alla Freccia della Laguna, il Palermo-Venezia. Tutti vagoni protagonisti di una seconda unificazione del Paese, con l’incontro-scontro tra dialetti e culture, l’emigrazione di massa, la partecipazione degli operai meridionali al boom economico nazionale.
Tempi lontani, ma neanche tanto. «Mio marito fa il muratore – racconta Silvana, la giovane nonna - a Palermo, se va bene, guadagna 60 euro al giorno in nero, e adesso manco quelle, perché gli extracomunitari si accontentano di 20 o 30. Eravamo già andati a Torino l’anno scorso, ma le mie due figlie più grandi non ce la facevano, sono volute tornare giù a tutti i costi. E così ci abbiamo riprovato. Adesso però la crisi è nera, mio cognato ha trovato un posto fisso in un cantiere a Torino e ripartiamo, ma ho il cuore spezzato, le ragazze restano qui». Il marito, Luigi Spada, annuisce e taglia corto: «Ora basta piangere, hai capito?».
È giorno pieno, ma gli scompartimenti da quatto posti letto (due sopra e due sotto) hanno già le cuccette abbassate per la notte. Sale il capotreno, sindacalista, nostalgico dei Borboni, appassionato di Pirandello. Pronto a una lezione spiccia di teatro dell’assurdo. «Le vedete queste cuccette? Fate finta che non ci siano. Trenitalia ci ordina di viaggiare “a giorno”, perché gli assistenti alla notte sono in sciopero, con i tagli ne licenziano 800. Noi ve le apriamo per cortesia, ma voi non le avete viste». Così i cuscini bisogna andarseli a prendere di soppiatto in un armadio del corridoio lasciato aperto apposta. Di lenzuola e coperte, invece, nessuna traccia. Scoppia la rivolta. «Ma come dormiamo, come bestie?». «Vagoni comfort, si chiamano. Ma quale comfort?».
La signora Maria, 86 anni pieni di forza e di agilità, salita a Barcellona Pozzo di Gotto, non fa una piega. «E vabbè, pazienza, io su questo treno ci viaggiavo quando i sedili erano di legno, che cosa me ne importa delle lenzuola? Dormo vestita». Va a Pinerolo a trovare le sue figlie, anche loro emigrate: una infermiera, l’altra insegnante.
«È l’ultima volta che parto da sola, come faccio al ritorno a scendere e salire dai binari, a fare il viaggio pezzo a pezzo? Mi dovrà accompagnare qualcuno».
È ora di pranzo, sul treno non c’è una carrozza ristorante e non passa nemmeno un venditore di panini. Gli scompartimenti – due metri e mezzo per tre – si riempiono di chiacchiere, confidenze, storie di vita. Si parla in dialetto. Via le scarpe, tutti in pantofole come a casa.
Domenico, pensionato, tira fuori sfilatini e cotoletta: «Favorisce?».
Silvana ha le pagnotte con la frittata, Santa ha i torroni «quelli fatti in casa con il miele» e detta la ricetta. «Io l’aereo non lo voglio prendere più, mi spavento. Una volta ci sono salita – racconta - sfortunatamente la testa mi ha detto di guardare giù e lì è finita».
I vagoni corrono veloci sulle rotaie, superano il buio delle gallerie, si riaffacciano alla luce. Dai finestrini passano migliaia di case, migliaia di vite: tinelli e giardinetti di condominio, bambini con il grembiule all’uscita da scuola, donne che stendono i panni. Ci si abbandona, dentro questo ventre sferragliante e familiare. Ci si affida. Non nello spazio breve e vorticoso di un volo, ma su un cammino lungo, accidentato, fatto di uomini e sudore.
«Il treno è una grande metafora della vita», sentenzia Nino, ferroviere in pensione, innamorato dell’odore del carbone e della ferraglia.
Squillano poco i telefonini, non c’è neanche una presa elettrica per ricaricarli, il tempo è sospeso. Poco prima delle quattro del pomeriggio si arriva a Messina, quasi un’ora di attesa prima dell’imbarco sulla nave. E un’altra ora allo sbarco. Si ripartirà da Villa San Giovanni alle 18,53. Tre ore di stop per soli venti minuti di traversata. «Siamo in ritardo?», chiede qualcuno ai ferrovieri in stazione. «No, è l’orario normale».
Tanto che salgono nuovi passeggeri. C’è una signora distinta, aria professorale, zaino da viaggiatrice spiccia. Si chiama Nicolina Malara, calabrese di nascita, ordinario di Matematica all’Università di Modena e Reggio Emilia, figli poliglotti, cittadina del mondo. «Sono arrivata ieri sera da Bologna – racconta – adesso riparto per Torino. Se l’avessi dovuto fare in aereo, ci avrei messo due giorni che non mi potevo permettere. Il treno non è un mezzo lento, fa risparmiare tempo, perché parte dal centro città, non richiede spostamenti intermedi, consente di produrre, di leggere, di lavorare a bordo. L’aereo, oltretutto, ha consumi di carburante spaventosi, non è affatto il mezzo del futuro».
Due uomini salgono a distribuire volantini, c’è il disegno di una croce e di un treno: «L’11 dicembre sarà l’ultimo giorno di lavoro per 800 lavoratori del settore notte». Passa un altro capotreno: «Le vedete queste cuccette?». «Come se non le avessimo viste», rispondono in coro i passeggeri ormai preparati. Arriva di straforo qualche lenzuolo: «Questi non ve li abbiamo mai dati». Ci si avventura così nella notte, senza assistenti, con gli scompartimenti chiusi da dentro a doppia mandata, i bagni ormai quasi impraticabili, le voci che diventano un sussurro, il treno inghiottito dal buio. Alle tre del mattino ci si sveglia nei vagoni gelati: «Si è rotto l’impianto dell’aria calda, un problema di energia alla locomotrice», dice un uomo in divisa.
La piccola Miriam è congelata, mamma Silvana pretende le coperte. Ne arrivano un paio. Gli altri dormono con i cappotti addosso.
Ci si sveglia pensando di trovare la Toscana e invece ecco la stazione di Bologna: «Addio alla Tirrenica, adesso la linea è questa»”. Nebbia che non si vede a un metro, il sole siciliano è lontanissimo, ma a Torino l’azzurro fa capolino tra le nuvole. «Vede, signora, il tempo è bello, coraggio e buona fortuna», dice Nicolina la matematica a Silvana l’emigrante. Ci si abbraccia, ci si scambiano numeri di telefono, «Mi venga a trovare». «Ci si rivede su qualche altro treno». Su qualche altro, forse. Mai più su questo.
che da oggi viene soppresso.
Negli scompartimenti le stesse storie di lacrime e speranza
di 50 anni fa
laura anello
palermo-torino
Presto, presto, scendete, sta partendo». Jessica, 19 anni, devono quasi buttarla giù dal treno, in un precipizio di parole, baci e singhiozzi. Sharon, che di anni ne ha 4, scoppia a piangere vedendo la nonna allontanarsi con la faccia incollata al finestrino, le lacrime che rigano il vetro. «Mamma, mamma, non te ne andare», grida la ragazza. «Nonna, nonna, resta qui», implora la bambina, con la faccia avvampata come il vestitino fucsia a balze. «Vita mia, sangue mio», risponde lei, 44 anni appena, mentre il treno alle 12,32 lascia la stazione centrale di Palermo. I nomi sono quelli delle dive hollywoodiane, ma le lacrime sono le stesse di mezzo secolo fa, quando su questi binari partivano e restavano Rosalie e Concette, Carmele e Giuseppine.
«Vita mia, sangue mio», ripete per ore abbracciata alla figlioletta Miriam, l’unica delle tre che porta con sé verso una nuova vita a Torino, mentre l’ultimo Treno del Sole – il convoglio che per 57 anni ha unito i due capi della Penisola – sferraglia a strapiombo su un mare da cartolina siciliana, con le pale di fichidindia che scorrono accanto ai binari e il sole estivo che investe lo scompartimento.
Ultimo viaggio: da oggi niente più collegamenti diretti tra Sud e Nord, per risalire lo Stivale bisognerà fare almeno una tappa a Roma o, in direzione contraria, a Bologna. Addio, proprio nell’anno centocinquantesimo dell’Italia unita, al Treno del Sole, ma anche al Conca d’Oro (Palermo-Milano), al Freccia del Sud (Catania-Milano), al Treno dell’Etna (Siracusa-Torino), alla Freccia della Laguna, il Palermo-Venezia. Tutti vagoni protagonisti di una seconda unificazione del Paese, con l’incontro-scontro tra dialetti e culture, l’emigrazione di massa, la partecipazione degli operai meridionali al boom economico nazionale.
Tempi lontani, ma neanche tanto. «Mio marito fa il muratore – racconta Silvana, la giovane nonna - a Palermo, se va bene, guadagna 60 euro al giorno in nero, e adesso manco quelle, perché gli extracomunitari si accontentano di 20 o 30. Eravamo già andati a Torino l’anno scorso, ma le mie due figlie più grandi non ce la facevano, sono volute tornare giù a tutti i costi. E così ci abbiamo riprovato. Adesso però la crisi è nera, mio cognato ha trovato un posto fisso in un cantiere a Torino e ripartiamo, ma ho il cuore spezzato, le ragazze restano qui». Il marito, Luigi Spada, annuisce e taglia corto: «Ora basta piangere, hai capito?».
È giorno pieno, ma gli scompartimenti da quatto posti letto (due sopra e due sotto) hanno già le cuccette abbassate per la notte. Sale il capotreno, sindacalista, nostalgico dei Borboni, appassionato di Pirandello. Pronto a una lezione spiccia di teatro dell’assurdo. «Le vedete queste cuccette? Fate finta che non ci siano. Trenitalia ci ordina di viaggiare “a giorno”, perché gli assistenti alla notte sono in sciopero, con i tagli ne licenziano 800. Noi ve le apriamo per cortesia, ma voi non le avete viste». Così i cuscini bisogna andarseli a prendere di soppiatto in un armadio del corridoio lasciato aperto apposta. Di lenzuola e coperte, invece, nessuna traccia. Scoppia la rivolta. «Ma come dormiamo, come bestie?». «Vagoni comfort, si chiamano. Ma quale comfort?».
La signora Maria, 86 anni pieni di forza e di agilità, salita a Barcellona Pozzo di Gotto, non fa una piega. «E vabbè, pazienza, io su questo treno ci viaggiavo quando i sedili erano di legno, che cosa me ne importa delle lenzuola? Dormo vestita». Va a Pinerolo a trovare le sue figlie, anche loro emigrate: una infermiera, l’altra insegnante.
«È l’ultima volta che parto da sola, come faccio al ritorno a scendere e salire dai binari, a fare il viaggio pezzo a pezzo? Mi dovrà accompagnare qualcuno».
È ora di pranzo, sul treno non c’è una carrozza ristorante e non passa nemmeno un venditore di panini. Gli scompartimenti – due metri e mezzo per tre – si riempiono di chiacchiere, confidenze, storie di vita. Si parla in dialetto. Via le scarpe, tutti in pantofole come a casa.
Domenico, pensionato, tira fuori sfilatini e cotoletta: «Favorisce?».
Silvana ha le pagnotte con la frittata, Santa ha i torroni «quelli fatti in casa con il miele» e detta la ricetta. «Io l’aereo non lo voglio prendere più, mi spavento. Una volta ci sono salita – racconta - sfortunatamente la testa mi ha detto di guardare giù e lì è finita».
I vagoni corrono veloci sulle rotaie, superano il buio delle gallerie, si riaffacciano alla luce. Dai finestrini passano migliaia di case, migliaia di vite: tinelli e giardinetti di condominio, bambini con il grembiule all’uscita da scuola, donne che stendono i panni. Ci si abbandona, dentro questo ventre sferragliante e familiare. Ci si affida. Non nello spazio breve e vorticoso di un volo, ma su un cammino lungo, accidentato, fatto di uomini e sudore.
«Il treno è una grande metafora della vita», sentenzia Nino, ferroviere in pensione, innamorato dell’odore del carbone e della ferraglia.
Squillano poco i telefonini, non c’è neanche una presa elettrica per ricaricarli, il tempo è sospeso. Poco prima delle quattro del pomeriggio si arriva a Messina, quasi un’ora di attesa prima dell’imbarco sulla nave. E un’altra ora allo sbarco. Si ripartirà da Villa San Giovanni alle 18,53. Tre ore di stop per soli venti minuti di traversata. «Siamo in ritardo?», chiede qualcuno ai ferrovieri in stazione. «No, è l’orario normale».
Tanto che salgono nuovi passeggeri. C’è una signora distinta, aria professorale, zaino da viaggiatrice spiccia. Si chiama Nicolina Malara, calabrese di nascita, ordinario di Matematica all’Università di Modena e Reggio Emilia, figli poliglotti, cittadina del mondo. «Sono arrivata ieri sera da Bologna – racconta – adesso riparto per Torino. Se l’avessi dovuto fare in aereo, ci avrei messo due giorni che non mi potevo permettere. Il treno non è un mezzo lento, fa risparmiare tempo, perché parte dal centro città, non richiede spostamenti intermedi, consente di produrre, di leggere, di lavorare a bordo. L’aereo, oltretutto, ha consumi di carburante spaventosi, non è affatto il mezzo del futuro».
Due uomini salgono a distribuire volantini, c’è il disegno di una croce e di un treno: «L’11 dicembre sarà l’ultimo giorno di lavoro per 800 lavoratori del settore notte». Passa un altro capotreno: «Le vedete queste cuccette?». «Come se non le avessimo viste», rispondono in coro i passeggeri ormai preparati. Arriva di straforo qualche lenzuolo: «Questi non ve li abbiamo mai dati». Ci si avventura così nella notte, senza assistenti, con gli scompartimenti chiusi da dentro a doppia mandata, i bagni ormai quasi impraticabili, le voci che diventano un sussurro, il treno inghiottito dal buio. Alle tre del mattino ci si sveglia nei vagoni gelati: «Si è rotto l’impianto dell’aria calda, un problema di energia alla locomotrice», dice un uomo in divisa.
La piccola Miriam è congelata, mamma Silvana pretende le coperte. Ne arrivano un paio. Gli altri dormono con i cappotti addosso.
Ci si sveglia pensando di trovare la Toscana e invece ecco la stazione di Bologna: «Addio alla Tirrenica, adesso la linea è questa»”. Nebbia che non si vede a un metro, il sole siciliano è lontanissimo, ma a Torino l’azzurro fa capolino tra le nuvole. «Vede, signora, il tempo è bello, coraggio e buona fortuna», dice Nicolina la matematica a Silvana l’emigrante. Ci si abbraccia, ci si scambiano numeri di telefono, «Mi venga a trovare». «Ci si rivede su qualche altro treno». Su qualche altro, forse. Mai più su questo.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
Articolo bellissimo....commovente. Spero che quel bastardo che esalta il viaggio in frecciarossa lo legga...
Re: Notizie varie d'interesse generale
Più brutti dei nostri...e non è facile realizzare casse più oscene di quelle del cityway....
Re: Notizie varie d'interesse generale
Segnao che in un servizio del TGR Regione..mentre si parlava della manifestazione contro i tagli a Palermo è giunto il primo reglionale con in testa una UIC-X PILOTA
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
qualcuno conosce il motivo della mancanza di treni a/v dal 23/01 in poi????? ennesimo VCO in arrivo??????
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
Non ti so dire..effettivamente ancora non c'è nulla..hai provato a chiamare una specia di numero verde? o chiedere info in stazione?
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
grazie gaultiero e grazie rocco, il problema riguarda le tratte a prezzo calmierato ( EXP + A/V ) volute da mister Moretti e adesso non presenti!!!!!
cmq anche sul sito dei VIP ( ovvero le frecce, sai non mi volevano fare accedere quando hanno notato IP del computer messinese ) non si possono acquistare.....
grazie mauro, ti ringrazio anche per conto di quei 85 padri di famiglia che in conseguenza delle tue scelte passeranno uno splendido natale all'ombra della madonnina!!!!
la prossima scelta manageriale quale potra' mai essere??? si accettano scommesse da qui al 10/06 tremate gente!!!!!
cmq anche sul sito dei VIP ( ovvero le frecce, sai non mi volevano fare accedere quando hanno notato IP del computer messinese ) non si possono acquistare.....
grazie mauro, ti ringrazio anche per conto di quei 85 padri di famiglia che in conseguenza delle tue scelte passeranno uno splendido natale all'ombra della madonnina!!!!
la prossima scelta manageriale quale potra' mai essere??? si accettano scommesse da qui al 10/06 tremate gente!!!!!
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
In Italia, al contrario di molti altri paesi che gravitano nell'orbita mediterraneocentrica, si protesta per settore, per casta..non si ha l'appoggio di nessuno, me compreso. Quindi, fin quando, il Governo decide di ascoltare le fandonie dettate da Trenitalia e decide di mantenere inalterato il C.d.A. di Trenitalia non abbiamo da sperare niente. Come spunto di riflessione, indipendentemente dalle lunghe percorrenze, dico solo che le Regioni finanziano gli autoservizi in base ai POSTI OFFERTI (se un bus porta 60 persone, la Regione paga 60 posti..poi se viaggia uno solo non riguarda il gestore del servizio), mentre lo Stato e Trenitalia garantisce il servizio in base all'emissione del biglietto e quindi del POSTO PRENOTATO...quindi se una carrozza ha 100 posti e viaggiano 3 persone si finanziano solo 3 persone. Facendo due conti, Trenitalia elabora, con delle diaboliche astuzie, delle statistiche, dei dati falsissimi, fa credere che non viaggia nessuno in quei settori a lei "scomodi" allora si pensa a tagliare. Mentre si alterano i dati della crescita di viaggiatori sulle linne AV allora si finanzia il servizio.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
Rispondendo all'amico Gualtiero e al suo stato d'animo basito,d'altronde come il nostro,confido sotto voce al forum messinese che quasi quasi all'ultimo 1926 beccato proprio a Messina piangevo(ero di ritorno dal MEMO 2011),che tristezza,arguita dal fatto che pur beccando vecchi amici fotografi palermitani a Messina nel fotografare l'antenna di Siracusa abbiamo beccato un macchinista esaltato che tra poco contro coi esaltatori della poesia ferroviaria stava chiamando anche Moretti per non farci fotografare
Scrivo uno ( ossia io ) che lavora con la tabella del TRENO DEL SOLE sopra la capoccia,speriamo che dopo gli ultimi eventi non mi cade sopra il testone
Scrivo uno ( ossia io ) che lavora con la tabella del TRENO DEL SOLE sopra la capoccia,speriamo che dopo gli ultimi eventi non mi cade sopra il testone
palermo centrale- Data d'iscrizione : 11.12.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
Sinceramente oltre ad essere impegnato al MeMo..non son voluto andare di proposito in stazione, rischio elevato di "sciarra" con momenti di angoscia e profonda tristezza.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
parlavo con un ragazzo del servizio di ristorazione a bordo delle navi fs e mi raccontava ( -a menza lingua- con discrezione ) che dopo il part-time e probabile la stessa fine dei lavoratori servirail, perche' le fs vogliono dismettere il servizio dalle navi con binari!!!!!
p.s. voce di popolo chiedesi conferma.
su ferrovie.it ci sono le foto degli interni di italo ETR 575 di NTV, molto sobri a mio avviso, montezemolo ha avviato il motore e adesso aspettiamo la nuova mossa di mauro per mettergli i bastoni fra le ruote!!!!!!!
p.s. voce di popolo chiedesi conferma.
su ferrovie.it ci sono le foto degli interni di italo ETR 575 di NTV, molto sobri a mio avviso, montezemolo ha avviato il motore e adesso aspettiamo la nuova mossa di mauro per mettergli i bastoni fra le ruote!!!!!!!
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
E se non sbaglio Montezuma ha solo una classe per questi treni...si mantiene coerente al contrario di certi "schiavisti"
Mi sembra strana la questione sulle navi traghetto..se pensi solo alla nuova nave destinata allo stretto..sarebbe un'incongruenza assurda!
Mi sembra strana la questione sulle navi traghetto..se pensi solo alla nuova nave destinata allo stretto..sarebbe un'incongruenza assurda!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
italo avra' tre ambienti come vengono chiamati da NTV, Club, Prima e Smart.
italo e' gia' stato riprodotto come modellino-giocattolo da Hornby, noto molta attenzione nel sistema comunicativo dell'azienda attuando scelte che permettano di far conoscere il treno e il marchio in modi diversi. MI PIACE, CONDIVIDI!!!!!!!
italo e' gia' stato riprodotto come modellino-giocattolo da Hornby, noto molta attenzione nel sistema comunicativo dell'azienda attuando scelte che permettano di far conoscere il treno e il marchio in modi diversi. MI PIACE, CONDIVIDI!!!!!!!
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: Notizie varie d'interesse generale
Come è finita con gli orari dopo il 23 gennaio??Li hanno caricati??
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Notizie varie d'interesse generale
YES, purtroppo nulla e' cambiato.....
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
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