Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
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Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Ferryboat ha scritto:Non l'ho vista ma vai tranquillo tu...
alla fine NON l'ho presa, è andata a qualcun altro
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Natale mi metti anche il link diretto di youtube??grazie
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Mi è appena arrivata una bella cartolina anni 30-40 che presto offrirò alla vostra visione
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Admin ha scritto:Mi è appena arrivata una bella cartolina anni 30-40 che presto offrirò alla vostra visione
pubblicata in Galleria
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Ad essere sincero le invasature senza ponti auto e pedoni...erano molto meglio....più luminose e più pulite!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Grazie Enzo,Ferryboat ha scritto:Molto bella Roby...molto!
ci sono, li avrai sicuramente notati, diversi dettagli e particolari che potrebbero tornarti utili nell'arricchimento scenografico del modello dell'invasatura
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
a bordo della Cariddi ............................................................ e della Scilla
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Peccato che durano pochissimo
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
^^
Spero solo che qualcosa si muova dopo l'ennesimo furto...scusate ma sono un pò indignato.
Spero solo che qualcosa si muova dopo l'ennesimo furto...scusate ma sono un pò indignato.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Quando tutto ebbe inizio
A Trieste il varo del traghetto "Cariddi" (La settimana Incom A0614 del 06/1930)
Descrizione sequenze:La nave traghetto Cariddi nel cantiere triestino ; una robusta impalcatura in legno la sorregge ; visione dal basso dello scafo e dei piloni di sostegno ; su una fiancata la scritta 'Cariddi' ; il timone di poppa ; gli operai iniziano a liberare lo scafo dai sostegni ; si rimuovono i piloni ; il tradizionale lancio della bottiglia di spumante che si infrange sulla fiancata del traghetto ; a terra il gruppo delle autorità e la madrina della nave ; la nave traghetto scivola nel bacino d'acqua ; sul molo lo scheletro dell'impalcatura e le maestranze che guardano la nave allontanarsi ; la nave traghetto in mare ;A Trieste il varo del traghetto "Cariddi" (La settimana Incom A0614 del 06/1930)
«Il relitto della Cariddi da rimuovere» - La Provincia chiede i soldi alla Regione
Fonte Giornale di Sicilia 18-9-2012 (EMILIO PINTALDI)
La Provincia dovrà rimuovere la Cariddi da dove si trova, sotto il mare della rada San Francesco, come dovrà portar via dal cantiere dove vengono custodite, entro il 30 settembre (quando scadrà il contratto di affitto), le scialuppe di salvataggio il cui rimessaggio costa 18 mila euro all'anno. La Soprintendenza alle Belle arti ha infatti tolto il vincolo sulle imbarcazioni che facevano parte dello storica nave. Il problema è che non ha fondi né per recuperare il relitto finito in fondo al mare, né per smaltire le scialuppe. Ma occorre fare qualche passo indietro.
Il 14 marzo 2006 calavano in fondo al mare i sogni della Provincia di trasformare una nave acquistata dalle ferrovie, la Cariddi, il primo traghetto ad aver solcato lo Stretto (CAZZATA !), in museo del mare.
Per la verità i sogni appartenevano agli amministratori della prima Repubblica che in tempi di vacche grasse acquistarono la Cariddi e l'ex hotel Riviera per farci il palazzo satellite. Non fecero né l’uno né l'altro e si ritrovarono sul groppone Cariddi e Riviera. La Cariddi è affondata, il Riviera cade a pezzi.
Palazzo dei Leoni pensava di aver per sempre messo da parte la questione Cariddi. Invece no. E' tutt'ora operativa una diffida inviata alla Provincia dalla Capitaneria di porto. L'ordine di rimuovere quel relitto. A confermarlo il comandante che la firmò, Antonino Samiani, attuale responsabile dell'autorità marittima dello Stretto e ai tempi della diffida comandante della Capitaneria.
La nave, nel posto dove si trova, non può stare perché costituisce un pericolo per la navigazione.
E c'è un altro problema da risolvere.
Le scialuppe della Cariddi pur essendo quasi tutte inservibili vengono custodite, dal 2006, da un cantiere: costo annuo 18 mila euro. In nove anni non hanno fatto un miglio ma sono costate decine di migliaia di euro.
Ora senza il vincolo architettonico, barriera insormontabile per la rottamazione, di quelle barche l'ente può farne quello che vuole. Ma per smaltirle occorrono fondi che non ha. Il neo assessore al Patrimonio Bruno Cilento assicura: "Abbiamo già chiesto fondi alla Regione. Secondo i tecnici per rimuovere la Cariddi occorrono milioni di euro. Soldi che non abbiamo. Discorso diverso quello delle barche. Le regaleremo a qualche cooperativa di pescatori o a qualche associazione. Lunedì mi occuperò della questione".
La storia della nave è costellata da incidenti, bombardamenti, affondamenti, polemiche e spese. L'ente, negli anni, per tenerla in carico prima dell'affondamento, spese più di un miliardo delle vecchie lire. Nei primi anni la Provincia dovette mantenere persino un vero e proprio equipaggio, così come prevede il codice della navigazione. Poi, una volta disarmata, sceso l'equipaggio, la Cariddi, fu oggetto di raid vandalici e di incursioni di ladri. Fu depredata, danneggiata e alla fine trasportata in un cantiere della rada San Francesco dove, per cause mai accertate, colò a picco.
La Provincia dovrà rimuovere la Cariddi da dove si trova, sotto il mare della rada San Francesco, come dovrà portar via dal cantiere dove vengono custodite, entro il 30 settembre (quando scadrà il contratto di affitto), le scialuppe di salvataggio il cui rimessaggio costa 18 mila euro all'anno. La Soprintendenza alle Belle arti ha infatti tolto il vincolo sulle imbarcazioni che facevano parte dello storica nave. Il problema è che non ha fondi né per recuperare il relitto finito in fondo al mare, né per smaltire le scialuppe. Ma occorre fare qualche passo indietro.
Il 14 marzo 2006 calavano in fondo al mare i sogni della Provincia di trasformare una nave acquistata dalle ferrovie, la Cariddi, il primo traghetto ad aver solcato lo Stretto (CAZZATA !), in museo del mare.
Per la verità i sogni appartenevano agli amministratori della prima Repubblica che in tempi di vacche grasse acquistarono la Cariddi e l'ex hotel Riviera per farci il palazzo satellite. Non fecero né l’uno né l'altro e si ritrovarono sul groppone Cariddi e Riviera. La Cariddi è affondata, il Riviera cade a pezzi.
Palazzo dei Leoni pensava di aver per sempre messo da parte la questione Cariddi. Invece no. E' tutt'ora operativa una diffida inviata alla Provincia dalla Capitaneria di porto. L'ordine di rimuovere quel relitto. A confermarlo il comandante che la firmò, Antonino Samiani, attuale responsabile dell'autorità marittima dello Stretto e ai tempi della diffida comandante della Capitaneria.
La nave, nel posto dove si trova, non può stare perché costituisce un pericolo per la navigazione.
E c'è un altro problema da risolvere.
Le scialuppe della Cariddi pur essendo quasi tutte inservibili vengono custodite, dal 2006, da un cantiere: costo annuo 18 mila euro. In nove anni non hanno fatto un miglio ma sono costate decine di migliaia di euro.
Ora senza il vincolo architettonico, barriera insormontabile per la rottamazione, di quelle barche l'ente può farne quello che vuole. Ma per smaltirle occorrono fondi che non ha. Il neo assessore al Patrimonio Bruno Cilento assicura: "Abbiamo già chiesto fondi alla Regione. Secondo i tecnici per rimuovere la Cariddi occorrono milioni di euro. Soldi che non abbiamo. Discorso diverso quello delle barche. Le regaleremo a qualche cooperativa di pescatori o a qualche associazione. Lunedì mi occuperò della questione".
La storia della nave è costellata da incidenti, bombardamenti, affondamenti, polemiche e spese. L'ente, negli anni, per tenerla in carico prima dell'affondamento, spese più di un miliardo delle vecchie lire. Nei primi anni la Provincia dovette mantenere persino un vero e proprio equipaggio, così come prevede il codice della navigazione. Poi, una volta disarmata, sceso l'equipaggio, la Cariddi, fu oggetto di raid vandalici e di incursioni di ladri. Fu depredata, danneggiata e alla fine trasportata in un cantiere della rada San Francesco dove, per cause mai accertate, colò a picco.
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Ultima modifica di Admin il Gio Ott 25, 2012 7:29 pm - modificato 1 volta.
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Se non sbaglio e' gia in possesso della mia collezione,ma potrebbe anche essere una foto simile
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Effettivamente non mi sembra proprio una rarità, io -però- l'ho tirata fori dal cassetto e l'ho messa a disposizione di tutti
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
N/t Scilla nel 1956. Da notare il Freccia del Sole in livrea bianca, avuto solo dopo 6 mesi di vita del battello "ad ala portante".
Bella cartolina President!
Bella cartolina President!
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Grazie Enzo,
ne ho aggiunta qualche altra in galleria.
ne ho aggiunta qualche altra in galleria.
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Osservando attentamente la foto noto che una parte del convoglio non è ancora accostata al paraurti centrale di poppa, quindi l'immagine può riferirsi a due momenti: 1) la nave è da poco arrivata ed è appena iniziata la manovra di scarico; 2) la manovra di carico sta per concludersi e la nave sta per ripartire alla volta di Messina.
Sul fronte dell'infrastruttura ferroviaria, osservando l'immagine si nota l'assenza del 6° binario della stazione di Villa San Giovanni.
Sul fronte dell'infrastruttura ferroviaria, osservando l'immagine si nota l'assenza del 6° binario della stazione di Villa San Giovanni.
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Notavo inoltre...ma non so se la vista mi inganna che forse manca l'invasatura per le bidirezionali...la prima di tutte..o il piano della strada è così alto??
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Scilla e Cariddi (1931-32) e successive modifiche
Gualti, noti bene. Del resto siamo nel 1967 e il gommato pesante non era ancora nei piani aziendali
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