Metroferrovia di Messina
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La Metroferrovia riprenderà con 14 corse (forse a dicembre 2015)
Fonte Gazzetta del Sud 12-7-2015
Una bozza non ancora ufficiale conferma che il servizio verrà riavviato a dicembre e implementato. Partenze ogni ora per coprire in 30 minuti la tratta Stazione centrale-Giampilieri
Dagli attuali quattro collegamenti a 28, frutto di 14 corse andata e ritorno. Basta questo dato per spiegare perché solo adesso si potrà davvero parlare di Metroferrovia a Messina. E c’è anche una data: il prossimo 13 dicembre, giorno in cui entrerà in vigore la nuova offerta Trenitalia per la Sicilia e di conseguenza, secondo una bozza “quasi” ufficiale fornita nelle ore scorse dalle Ferrovie dello Stato, partirà anche la “nuova” Metroferrovia con i Minuetto pronti a fare la spola tra la stazione centrale e l’ultima fermata di Giampilieri, attraverso le otto stazioni di Gazzi, Contesse, Tremestieri, Mili Marina, Galati, Santo Stefano, Ponte Schiavo e San Paolo. La fascia oraria coperta è 6.20 – ora di partenza della prima corsa da Messina centrale – 21, ora di arrivo sempre a Messina centrale dell’ultima corsa (in partenza da Giampilieri alle 20.30). La cadenza delle corse è oraria: dalla seconda corsa (partenza da Messina alle 7.50, arrivo a Giampilieri alle 8.20, partenza da Giampilieri alle 8.30, arrivo a Messina alle 9) i treni partiranno ogni 60 minuti, secondo la formula del “memorario”, per aiutare gli utenti a ricordare con facilità la frequenza delle corse. Il tutto sarà presto ufficiale, ma sembra ormai certo che nei 9,5 milioni di chilometri previsti nel contratto di servizio tra Trenitalia e Regione, e di conseguenza nel monte di 111 milioni di euro, abbia trovato spazio anche la Metroferrovia. Va detto che gli orari oggi abbozzati potrebbero subire delle modifiche perché il progetto finale dovrà ottenere sia il nulla osta tecnico di Rfi che l’ok dell’utenza stessa, che verrà consultata con dei questionari distribuiti sui treni e nelle biglietterie. Una sorta di sondaggio, che servirà alle Ferrovie per capire se e come il nuovo piano potrà essere gradito ai pendolari, utenza di riferimento sia di Metroferrovia che dell’intero progetto siciliano firmato nelle scorse settimane
Una bozza non ancora ufficiale conferma che il servizio verrà riavviato a dicembre e implementato. Partenze ogni ora per coprire in 30 minuti la tratta Stazione centrale-Giampilieri
Dagli attuali quattro collegamenti a 28, frutto di 14 corse andata e ritorno. Basta questo dato per spiegare perché solo adesso si potrà davvero parlare di Metroferrovia a Messina. E c’è anche una data: il prossimo 13 dicembre, giorno in cui entrerà in vigore la nuova offerta Trenitalia per la Sicilia e di conseguenza, secondo una bozza “quasi” ufficiale fornita nelle ore scorse dalle Ferrovie dello Stato, partirà anche la “nuova” Metroferrovia con i Minuetto pronti a fare la spola tra la stazione centrale e l’ultima fermata di Giampilieri, attraverso le otto stazioni di Gazzi, Contesse, Tremestieri, Mili Marina, Galati, Santo Stefano, Ponte Schiavo e San Paolo. La fascia oraria coperta è 6.20 – ora di partenza della prima corsa da Messina centrale – 21, ora di arrivo sempre a Messina centrale dell’ultima corsa (in partenza da Giampilieri alle 20.30). La cadenza delle corse è oraria: dalla seconda corsa (partenza da Messina alle 7.50, arrivo a Giampilieri alle 8.20, partenza da Giampilieri alle 8.30, arrivo a Messina alle 9) i treni partiranno ogni 60 minuti, secondo la formula del “memorario”, per aiutare gli utenti a ricordare con facilità la frequenza delle corse. Il tutto sarà presto ufficiale, ma sembra ormai certo che nei 9,5 milioni di chilometri previsti nel contratto di servizio tra Trenitalia e Regione, e di conseguenza nel monte di 111 milioni di euro, abbia trovato spazio anche la Metroferrovia. Va detto che gli orari oggi abbozzati potrebbero subire delle modifiche perché il progetto finale dovrà ottenere sia il nulla osta tecnico di Rfi che l’ok dell’utenza stessa, che verrà consultata con dei questionari distribuiti sui treni e nelle biglietterie. Una sorta di sondaggio, che servirà alle Ferrovie per capire se e come il nuovo piano potrà essere gradito ai pendolari, utenza di riferimento sia di Metroferrovia che dell’intero progetto siciliano firmato nelle scorse settimane
Re: Metroferrovia di Messina
Fonte; Strettoweb
I tempi stringono: entro il prossimo dicembre i dettagli andranno limati ed il sistema di collegamento fra Giampilieri e Messina otterrà l’agognato passo in avanti che attende da tempo. Manca ancora l’integrazione fra Trenitalia e Atm: mancano, cioè, i bus di collegamento alla stazione, ma soprattutto il biglietto integrato, la chiave di volta per rendere il servizio di Metroferrovia realmente efficiente. C’è, però, sullo sfondo la volontà di chiudere l’accordo in tempi brevi, di studiare un tariffario economico conveniente per l’utenza al fine di creare un servizio di metropolitana cittadino, come si usa nelle grandi città. In questo senso le conferme sono arrivate anche dall’assessore Cacciola, impegnato a sciogliere i nodi sul tappeto insieme al dg Foti e all’azienda ferroviaria.
I tempi stringono: entro il prossimo dicembre i dettagli andranno limati ed il sistema di collegamento fra Giampilieri e Messina otterrà l’agognato passo in avanti che attende da tempo. Manca ancora l’integrazione fra Trenitalia e Atm: mancano, cioè, i bus di collegamento alla stazione, ma soprattutto il biglietto integrato, la chiave di volta per rendere il servizio di Metroferrovia realmente efficiente. C’è, però, sullo sfondo la volontà di chiudere l’accordo in tempi brevi, di studiare un tariffario economico conveniente per l’utenza al fine di creare un servizio di metropolitana cittadino, come si usa nelle grandi città. In questo senso le conferme sono arrivate anche dall’assessore Cacciola, impegnato a sciogliere i nodi sul tappeto insieme al dg Foti e all’azienda ferroviaria.
Re: Metroferrovia di Messina
è ufficiale, si riparte il 14 dicembre con 28 corse a/r al giorno
maggiori dettagli prossimamente
maggiori dettagli prossimamente
Re: Metroferrovia di Messina
Sarà vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza....
Di sicuro al momento non partirà sotto i migliori auspici, avrebbe avuto più senso farla ripartire a Settembre in modo da fidelizzare gli studenti che nel frattempo si son muniti di abbonamento Atm...
Di sicuro al momento non partirà sotto i migliori auspici, avrebbe avuto più senso farla ripartire a Settembre in modo da fidelizzare gli studenti che nel frattempo si son muniti di abbonamento Atm...
Re: Metroferrovia di Messina
Guizzo90 ha scritto:Sarà vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza....
Di sicuro al momento non partirà sotto i migliori auspici, avrebbe avuto più senso farla ripartire a Settembre in modo da fidelizzare gli studenti che nel frattempo si son muniti di abbonamento Atm...
Biglietto unico integrato....roba d'altra galassia mi sa
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Metroferrovia di Messina
Gualtiero ha scritto:Biglietto unico integrato....roba d'altra galassia mi sa
Tranquillo, ci arriveremo quando in alta Italia sarà operativo il teletrasporto...
Il Comitato Pendolari: “Metroferrovia dannosa senza l’integrazione con Atm”
Fonte: Tempostretto, 30 Gennaio 2016
Le 28 corse richieste di Metroferrovia sono attive dallo scorso 13 dicembre. Non è ancora attiva, però, l’integrazione con Atm né per ciò che concerne il biglietto integrato né per il servizio coordinato coi bus. L’amministrazione comunale aveva chiesto tempo fino alla messa in strada di quelli nuovi, da lunedì ce ne sono in servizio 6, tra qualche tempo ancora una decina ed entro l’anno altri 32. E, al momento, alcuni bus effettuano il percorso parallelo al treno, direttamente dai villaggi e senza interscambio tant’è che i due mezzi, invece che in sinergia, si fanno concorrenza.
“Non è stato fatto uno studio sugli eventuali risultati relativi alla frequentazione giornaliera dell’utenza – dice Giosuè Malaponti, del Comitato Pendolari Siciliani -. Senza l’integrazione tra i vettori, è uno spreco di treni km e bus km, considerato che ogni giorno vengono percorsi 448 treno km, che in un mese (dal lunedì al venerdì) diventano 11mila 648 e in un anno 139mila 776. Paradossalmente erano più funzionali le sole 4 corse giornaliere perché venivano integrate da 7 treni regionali che facevano anche le fermate di Tremestieri e Galati”.
Da qui la proposta: “L’offerta attuale, a pare nostro, dovrebbe essere prontamente rivista sino a quando l’amministrazione comunale di Messina non abbia pronto il piano per la nuova mobilità e di integrazione vettoriale che integri il servizio cittadino dei bus dell’Atm a raccordo dei treni a servizio della metro ferrovia Giampilieri-Messina. La messa in opera dei nuovi orari ha procurato e continua a procurare enormi disagi all’utenza pendolare proveniente da Siracusa e Catania perché, nei nuovi orari, non sono state previste le fermate di Galati e Tremestieri che con i vecchi orari venivano effettuate e la stessa avviene da Messina in direzione Catania e Siracusa. Un’altra anomalia molto evidente è la corsa dell’ultimo treno della metro ferrovia da Messina a Giampilieri previsto in partenza da Messina alle ore 18.50 a differenza di quanto invece offriva il vecchio orario con i treni 12883 delle ore 19.26 e 8573 delle ore 20.46 che effettuava le fermate di Tremestieri e Galati”.
Il Comitato Pendolari Siciliani chiede un incontro alla Regione, al sindaco, all’Atm e a Trenitalia “per raggiungere l’obiettivo comune di assicurare, nel più breve tempo possibile, una mobilità integrata treno-bus e realizzare un trasporto pubblico efficiente ed efficace viste le risorse impiegate e gli sforzi da fare per offrire un servizio pubblico quanto più vicino agli utenti-cittadini”.
Le 28 corse richieste di Metroferrovia sono attive dallo scorso 13 dicembre. Non è ancora attiva, però, l’integrazione con Atm né per ciò che concerne il biglietto integrato né per il servizio coordinato coi bus. L’amministrazione comunale aveva chiesto tempo fino alla messa in strada di quelli nuovi, da lunedì ce ne sono in servizio 6, tra qualche tempo ancora una decina ed entro l’anno altri 32. E, al momento, alcuni bus effettuano il percorso parallelo al treno, direttamente dai villaggi e senza interscambio tant’è che i due mezzi, invece che in sinergia, si fanno concorrenza.
“Non è stato fatto uno studio sugli eventuali risultati relativi alla frequentazione giornaliera dell’utenza – dice Giosuè Malaponti, del Comitato Pendolari Siciliani -. Senza l’integrazione tra i vettori, è uno spreco di treni km e bus km, considerato che ogni giorno vengono percorsi 448 treno km, che in un mese (dal lunedì al venerdì) diventano 11mila 648 e in un anno 139mila 776. Paradossalmente erano più funzionali le sole 4 corse giornaliere perché venivano integrate da 7 treni regionali che facevano anche le fermate di Tremestieri e Galati”.
Da qui la proposta: “L’offerta attuale, a pare nostro, dovrebbe essere prontamente rivista sino a quando l’amministrazione comunale di Messina non abbia pronto il piano per la nuova mobilità e di integrazione vettoriale che integri il servizio cittadino dei bus dell’Atm a raccordo dei treni a servizio della metro ferrovia Giampilieri-Messina. La messa in opera dei nuovi orari ha procurato e continua a procurare enormi disagi all’utenza pendolare proveniente da Siracusa e Catania perché, nei nuovi orari, non sono state previste le fermate di Galati e Tremestieri che con i vecchi orari venivano effettuate e la stessa avviene da Messina in direzione Catania e Siracusa. Un’altra anomalia molto evidente è la corsa dell’ultimo treno della metro ferrovia da Messina a Giampilieri previsto in partenza da Messina alle ore 18.50 a differenza di quanto invece offriva il vecchio orario con i treni 12883 delle ore 19.26 e 8573 delle ore 20.46 che effettuava le fermate di Tremestieri e Galati”.
Il Comitato Pendolari Siciliani chiede un incontro alla Regione, al sindaco, all’Atm e a Trenitalia “per raggiungere l’obiettivo comune di assicurare, nel più breve tempo possibile, una mobilità integrata treno-bus e realizzare un trasporto pubblico efficiente ed efficace viste le risorse impiegate e gli sforzi da fare per offrire un servizio pubblico quanto più vicino agli utenti-cittadini”.
Contratto di servizio a rischio boomerang. Metroferrovia dimenticata
Fonte: Tempostretto
111 milioni e mezzo all’anno per una produzione annua di 9,45 milioni di treni/km. E’ la somma che lo Stato trasferisce alla Regione per la programmazione e l’amministrazione dei servizi ferroviari, in forza di un accordo di programma stipulato il 26 novembre 2014. Il 30 dicembre 2015 la Regione e Trenitalia hanno firmato un contratto di servizio ponte, di durata biennale, con partenza retroattiva dal 1. gennaio 2015 e scadenza al 31 dicembre 2016, ma che resta valido perché il nuovo contratto di servizio decennale 2017/2026 non è ancora stato firmato.
In teoria dovrebbe rappresentare un salto di qualità per i servizi ferroviari regionali, in pratica rischia di trasformarsi in un “boomerang”, perché i servizi potrebbero addirittura peggiorare. Succede che lo Stato trasferisce sempre la stessa cifra annuale, 111 milioni 535mila euro, insufficienti a garantire il servizio necessario, anche perché dal 2015 sono aumentate le esigenze: prima c’era solo una coppia sulla Palermo - Catania (che impiegava oltre 4 ore), ora le coppie sono 6 (e impiegano 2 ore e 50) ma il servizio è stato già ritoccato al ribasso per la riapertura della tratta Canicattì - Modica e l’incremento della relazione Siracusa - Modica - Caltanissetta; il nuovo modello per la Palermo - Messina prevedeva un incremento di 200mila treni/km annui ma si è potuto realizzare solo parzialmente. Senza contare che il nuovo passante di Palermo, quando sarà pronto, richiederebbe da solo 700mila treni km/annui in più.
In assenza di ulteriori trasferimenti statali, la soluzione individuata dalla giunta Crocetta è quella di incrementare le risorse a proprie spese, viceversa occorrerà ridurre la frequenza dei treni su tutte le direttrici e il rischio è il taglio di alcune linee. Ad esempio la Metroferrovia di Messina, che continua a viaggiare semivuota a causa di un costo del biglietto troppo elevato e non integrato con quello Atm, nonostante i proclami.
Ma l’emendamento proposto alla finanziaria regionale dalla giunta Crocetta non è stato neppure discusso dall’Ars perché bocciato in commissione bilancio. Cosa prevedeva? Una spesa complessiva da parte della Regione di 83 milioni 380mila euro a partire dall’esercizio finanziario 2020 fino al 2026. Nello specifico, 1 milione 870mila euro in più nel 2020, 8 milioni 580mila in più nel 2021, 10milioni 560mila nel 2022, 12 milioni 540mila nel 2023, 14 milioni 520mila nel 2024, 16 milioni 610mila nel 2025, 18 milioni 870mila nel 2026. Con questi soldi, ai quali aggiungere un incremento tariffario annuo del 3 % a partire dal 2018, sarebbe possibile incrementare i treni/km a 9 milioni e 700mila nel 2017, 10 milioni e mezzo dal 2018 e 10 milioni e 900mila dal 2021.
Quindi fino al 2019 non ci sarebbe alcun esborso ma aumenterebbero comunque i treni/km, questo perché c’è la possibilità di trasferire in capo alla Regione la competenza sull’acquisto dei treni. Ci sarebbero fondi europei per circa 200 milioni, che permetterebbero di cambiare in dieci anni tutto il parco rotabile. Un impegno in meno per Trenitalia, da tradurre appunto in treni/km. Neppure questo tema è arrivato in aula e, ora, se ne ridiscuterà in commissione bilancio mercoledì prossimo, 10 maggio.
Sull'argomento è la Uil trasporti Sicilia a prendere una dura posizione per voce del commissario regionale Agostino Falanga e del responsabile della mobilità Michele Barresi, che stigmatizzano il comportamento della commissione bilancio dell'Ars definendo la recente scelta di bocciare l'emendamento legato al contratto di servizio ferroviario come “un atto incomprensibile e pericoloso. Il servizio ferroviario regionale così svolto da Trenitalia in proroga è già oggi insufficiente in termini di qualità e quantità dell'offerta - continuano Falanga e Barresi – e, senza il via libera dell'Ars agli articoli su risorse aggiuntive per ulteriori 83 milioni e per l'acquisto di un nuovo parco rotabile, assisteremo ad ulteriori tagli di servizi e ad un inevitabile aumento delle tariffe per l'utenza. Auspichiamo pertanto che prevalga il buon senso nell'assemblea regionale nell'interesse superiore dei cittadini - conclude la Uil trasporti Sicilia - e stiamo valutando, insieme col resto del sindacato confederale, anche forti azioni di protesta affinché nel prossimo dibattimento del collegato alla legge finanziaria vengano approvate le norme necessarie a dare il via libero ad un contratto di servizio con Trenitalia che può e deve rappresentare un rilancio del comparto del ferro nell'isola, garantendo un servizio efficiente con adeguate tariffe ai 500mila pendolari che ogni anno si servono del treno e garanzie occupazionali a migliaia di lavoratori diretti e indiretti che operano nel settore in Sicilia”.
111 milioni e mezzo all’anno per una produzione annua di 9,45 milioni di treni/km. E’ la somma che lo Stato trasferisce alla Regione per la programmazione e l’amministrazione dei servizi ferroviari, in forza di un accordo di programma stipulato il 26 novembre 2014. Il 30 dicembre 2015 la Regione e Trenitalia hanno firmato un contratto di servizio ponte, di durata biennale, con partenza retroattiva dal 1. gennaio 2015 e scadenza al 31 dicembre 2016, ma che resta valido perché il nuovo contratto di servizio decennale 2017/2026 non è ancora stato firmato.
In teoria dovrebbe rappresentare un salto di qualità per i servizi ferroviari regionali, in pratica rischia di trasformarsi in un “boomerang”, perché i servizi potrebbero addirittura peggiorare. Succede che lo Stato trasferisce sempre la stessa cifra annuale, 111 milioni 535mila euro, insufficienti a garantire il servizio necessario, anche perché dal 2015 sono aumentate le esigenze: prima c’era solo una coppia sulla Palermo - Catania (che impiegava oltre 4 ore), ora le coppie sono 6 (e impiegano 2 ore e 50) ma il servizio è stato già ritoccato al ribasso per la riapertura della tratta Canicattì - Modica e l’incremento della relazione Siracusa - Modica - Caltanissetta; il nuovo modello per la Palermo - Messina prevedeva un incremento di 200mila treni/km annui ma si è potuto realizzare solo parzialmente. Senza contare che il nuovo passante di Palermo, quando sarà pronto, richiederebbe da solo 700mila treni km/annui in più.
In assenza di ulteriori trasferimenti statali, la soluzione individuata dalla giunta Crocetta è quella di incrementare le risorse a proprie spese, viceversa occorrerà ridurre la frequenza dei treni su tutte le direttrici e il rischio è il taglio di alcune linee. Ad esempio la Metroferrovia di Messina, che continua a viaggiare semivuota a causa di un costo del biglietto troppo elevato e non integrato con quello Atm, nonostante i proclami.
Ma l’emendamento proposto alla finanziaria regionale dalla giunta Crocetta non è stato neppure discusso dall’Ars perché bocciato in commissione bilancio. Cosa prevedeva? Una spesa complessiva da parte della Regione di 83 milioni 380mila euro a partire dall’esercizio finanziario 2020 fino al 2026. Nello specifico, 1 milione 870mila euro in più nel 2020, 8 milioni 580mila in più nel 2021, 10milioni 560mila nel 2022, 12 milioni 540mila nel 2023, 14 milioni 520mila nel 2024, 16 milioni 610mila nel 2025, 18 milioni 870mila nel 2026. Con questi soldi, ai quali aggiungere un incremento tariffario annuo del 3 % a partire dal 2018, sarebbe possibile incrementare i treni/km a 9 milioni e 700mila nel 2017, 10 milioni e mezzo dal 2018 e 10 milioni e 900mila dal 2021.
Quindi fino al 2019 non ci sarebbe alcun esborso ma aumenterebbero comunque i treni/km, questo perché c’è la possibilità di trasferire in capo alla Regione la competenza sull’acquisto dei treni. Ci sarebbero fondi europei per circa 200 milioni, che permetterebbero di cambiare in dieci anni tutto il parco rotabile. Un impegno in meno per Trenitalia, da tradurre appunto in treni/km. Neppure questo tema è arrivato in aula e, ora, se ne ridiscuterà in commissione bilancio mercoledì prossimo, 10 maggio.
Sull'argomento è la Uil trasporti Sicilia a prendere una dura posizione per voce del commissario regionale Agostino Falanga e del responsabile della mobilità Michele Barresi, che stigmatizzano il comportamento della commissione bilancio dell'Ars definendo la recente scelta di bocciare l'emendamento legato al contratto di servizio ferroviario come “un atto incomprensibile e pericoloso. Il servizio ferroviario regionale così svolto da Trenitalia in proroga è già oggi insufficiente in termini di qualità e quantità dell'offerta - continuano Falanga e Barresi – e, senza il via libera dell'Ars agli articoli su risorse aggiuntive per ulteriori 83 milioni e per l'acquisto di un nuovo parco rotabile, assisteremo ad ulteriori tagli di servizi e ad un inevitabile aumento delle tariffe per l'utenza. Auspichiamo pertanto che prevalga il buon senso nell'assemblea regionale nell'interesse superiore dei cittadini - conclude la Uil trasporti Sicilia - e stiamo valutando, insieme col resto del sindacato confederale, anche forti azioni di protesta affinché nel prossimo dibattimento del collegato alla legge finanziaria vengano approvate le norme necessarie a dare il via libero ad un contratto di servizio con Trenitalia che può e deve rappresentare un rilancio del comparto del ferro nell'isola, garantendo un servizio efficiente con adeguate tariffe ai 500mila pendolari che ogni anno si servono del treno e garanzie occupazionali a migliaia di lavoratori diretti e indiretti che operano nel settore in Sicilia”.
Re: Metroferrovia di Messina
Il fallimento è dovuto anche ad un'assenza (o un mancato accordo) tra Trenitalia, RFI ed ATM. In origine il progetto era buono secondo me
Metroferrovia, pietra tombale dalla Regione?
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30 aprile 2018
Nessuna speranza per l’integrazione tariffaria Atm Messina-Metroferrovia, l’Ars boccia l’art. 6 della Finanziaria a favore del biglietto integrato ferro-gomma.
“La politica regionale ponga subito rimedio alla bocciatura dell’art. 6 che di fatto presentava risorse già insufficienti rispetto alle proposte iniziali e alle necessità del progetto – secondo la Uiltrasporti – si è persa l’ennesima occasione e l’integrazione dei servizi di trasporto nell’isola senza il biglietto unico resta solo utopia e propaganda elettorale.
“Si ferma in aula la possibilità di realizzare il biglietto unico integrato nelle realtà metropolitane della Sicilia e quindi naufraga anche l’ennesima possibilità di rilancio della Metroferrovia Giampilieri-Messina – dichiara Michele Barresi segretario Uiltrasporti Sicilia – che avrebbe dato una svolta importante sia per il rilancio del trasporto pubblico locale sia per il servizio offerto
all’utenza.
Il progetto ,che doveva avere durata 24 mesi a partire da settembre 2018 , consentiva nelle intenzioni del governo di compensare con risorse pubbliche le minori entrate delle aziende che integrando il biglietto favorivano un servizio di inter modalità e tariffe più basse all’utenza . “Ci risulta che in commissione fosse stato proposto dal Governo regionale un finanziamento ben maggiore rispetto ai 500 mila euro a copertura di 24 mesi previsti nell’articolo 6 bocciato in aula – commenta Barresi della Uiltrasporti- ovviamente una cifra irrisoria per poter consentire la sostenibilità di un progetto di per se importante e fondamentale nell’ambito del l’attuazione del piano trasporti regionale.
Di fatto viene ad essere bocciata soprattutto la Metroferrovia di Messina – continua la Uiltrasporti – che da sempre stenta a decollare e che da sola , secondo uno studio del sindacato , avrebbe richiesto per l’integrazione tariffaria tra Atm e Trenitalia un finanziamento di circa 200mila euro l’anno.
Ad oggi senza finanziamenti regionali l’unica possibilità resta l’uso dei fondi Pon – Metro in buona parte però già destinati ad altri importanti progetti di mobilità cittadina. È chiaro che senza risorse adeguate a sostegno del biglietto unico Metroferrovia- Atm gli oltre 110 mila cittadini messinesi della zona sud della città continueranno a preferire il mezzo privato all’uso del servizio pubblico di trasporto, e questo – conclude Barresi – rappresenta la cartina di tornasole dell’incisività della politica regionale e ci riporta alla realtà rispetto ai proclami e ai progetti futuristici che le campagne elettorali ci consegnano giornalmente”.
30 aprile 2018
Nessuna speranza per l’integrazione tariffaria Atm Messina-Metroferrovia, l’Ars boccia l’art. 6 della Finanziaria a favore del biglietto integrato ferro-gomma.
“La politica regionale ponga subito rimedio alla bocciatura dell’art. 6 che di fatto presentava risorse già insufficienti rispetto alle proposte iniziali e alle necessità del progetto – secondo la Uiltrasporti – si è persa l’ennesima occasione e l’integrazione dei servizi di trasporto nell’isola senza il biglietto unico resta solo utopia e propaganda elettorale.
“Si ferma in aula la possibilità di realizzare il biglietto unico integrato nelle realtà metropolitane della Sicilia e quindi naufraga anche l’ennesima possibilità di rilancio della Metroferrovia Giampilieri-Messina – dichiara Michele Barresi segretario Uiltrasporti Sicilia – che avrebbe dato una svolta importante sia per il rilancio del trasporto pubblico locale sia per il servizio offerto
all’utenza.
Il progetto ,che doveva avere durata 24 mesi a partire da settembre 2018 , consentiva nelle intenzioni del governo di compensare con risorse pubbliche le minori entrate delle aziende che integrando il biglietto favorivano un servizio di inter modalità e tariffe più basse all’utenza . “Ci risulta che in commissione fosse stato proposto dal Governo regionale un finanziamento ben maggiore rispetto ai 500 mila euro a copertura di 24 mesi previsti nell’articolo 6 bocciato in aula – commenta Barresi della Uiltrasporti- ovviamente una cifra irrisoria per poter consentire la sostenibilità di un progetto di per se importante e fondamentale nell’ambito del l’attuazione del piano trasporti regionale.
Di fatto viene ad essere bocciata soprattutto la Metroferrovia di Messina – continua la Uiltrasporti – che da sempre stenta a decollare e che da sola , secondo uno studio del sindacato , avrebbe richiesto per l’integrazione tariffaria tra Atm e Trenitalia un finanziamento di circa 200mila euro l’anno.
Ad oggi senza finanziamenti regionali l’unica possibilità resta l’uso dei fondi Pon – Metro in buona parte però già destinati ad altri importanti progetti di mobilità cittadina. È chiaro che senza risorse adeguate a sostegno del biglietto unico Metroferrovia- Atm gli oltre 110 mila cittadini messinesi della zona sud della città continueranno a preferire il mezzo privato all’uso del servizio pubblico di trasporto, e questo – conclude Barresi – rappresenta la cartina di tornasole dell’incisività della politica regionale e ci riporta alla realtà rispetto ai proclami e ai progetti futuristici che le campagne elettorali ci consegnano giornalmente”.
Marino: “Tram e metroferrovia basilari nel nuovo piano del traffico”
Analisi del direttore tecnico della società affidataria. Ad oggi la metroferrovia non è ben sfruttata e la priorità semaforica al tram non è mai stata attuata
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , 20 Febbraio 2019
In teoria i piani funzionano, in pratica è altra storia. Guido Francesco Marino, direttore tecnico di Tps Pro, la società perugina che si è aggiudicata la redazione del nuovo piano del traffico, analizza il quadro conoscitivo emerso dalle primi analisi.
“L’attuale trasporto pubblico locale ha una struttura a pettine da manuale – dice -, con la metroferrovia, lo shuttle e il tram”. Il problema è che la metroferrovia è utilizzata pochissimo a causa della mancata integrazione tariffaria con l’Atm. “Ci sono margini di miglioramento – prosegue Marino – servono modifiche infrastrutturali per l’accessibilità alle stazioni e ai parcheggi di interscambio”.
A proposito di parcheggi, “quelli per le aree centrali sono insufficienti” ma comunque “Messina ha un problema traffico non a livelli tali da allarmarsi”.
L’obiettivo principale è quello di aumentare l’appetibilità del trasporto pubblico. Prima cosa da fare? “La priorità al tram ai semafori, perché servirebbe ad aumentare velocità e frequenza” – continua Marino, ma anche questo sembra uno dei misteri di questa città, se ne parla da anni senza che si sia riusciti a realizzare su tutta la linea tranviaria.
Le isole pedonali, infine, “sono fondamentali ma bisogna trovare il giusto equilibrio per garantire frequentazioni consistenti, sennò diventano desolanti”.
Tutto confermato dal vicesindaco Salvatore Mondello, soprattutto sul tema dei parcheggi e della zona a traffico limitato. “Al momento abbiamo solo parcheggi a pagamento, non c’è una vera area limitata, è una situazione che va rivista. Poi serviranno altri parcheggi in posizioni strategiche intermodali, in aree che abbiamo già individuato, in modo tale da incentivare il trasporto pubblico. In pratica si potranno lasciare le auto in parcheggi all’esterno di una vera ztl. Ma tutto va visto in un’ottica complessiva, non solo settoriale, cioè il pums (piano urbano della mobilità sostenibile, ndr) per il quale abbiamo ottenuto un finanziamento, il put (piano urbano del traffico, ndr), il pup (piano urbano parcheggi, ndr) e il nuovo prg (piano regolatore generale, ndr).
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , 20 Febbraio 2019
In teoria i piani funzionano, in pratica è altra storia. Guido Francesco Marino, direttore tecnico di Tps Pro, la società perugina che si è aggiudicata la redazione del nuovo piano del traffico, analizza il quadro conoscitivo emerso dalle primi analisi.
“L’attuale trasporto pubblico locale ha una struttura a pettine da manuale – dice -, con la metroferrovia, lo shuttle e il tram”. Il problema è che la metroferrovia è utilizzata pochissimo a causa della mancata integrazione tariffaria con l’Atm. “Ci sono margini di miglioramento – prosegue Marino – servono modifiche infrastrutturali per l’accessibilità alle stazioni e ai parcheggi di interscambio”.
A proposito di parcheggi, “quelli per le aree centrali sono insufficienti” ma comunque “Messina ha un problema traffico non a livelli tali da allarmarsi”.
L’obiettivo principale è quello di aumentare l’appetibilità del trasporto pubblico. Prima cosa da fare? “La priorità al tram ai semafori, perché servirebbe ad aumentare velocità e frequenza” – continua Marino, ma anche questo sembra uno dei misteri di questa città, se ne parla da anni senza che si sia riusciti a realizzare su tutta la linea tranviaria.
Le isole pedonali, infine, “sono fondamentali ma bisogna trovare il giusto equilibrio per garantire frequentazioni consistenti, sennò diventano desolanti”.
Tutto confermato dal vicesindaco Salvatore Mondello, soprattutto sul tema dei parcheggi e della zona a traffico limitato. “Al momento abbiamo solo parcheggi a pagamento, non c’è una vera area limitata, è una situazione che va rivista. Poi serviranno altri parcheggi in posizioni strategiche intermodali, in aree che abbiamo già individuato, in modo tale da incentivare il trasporto pubblico. In pratica si potranno lasciare le auto in parcheggi all’esterno di una vera ztl. Ma tutto va visto in un’ottica complessiva, non solo settoriale, cioè il pums (piano urbano della mobilità sostenibile, ndr) per il quale abbiamo ottenuto un finanziamento, il put (piano urbano del traffico, ndr), il pup (piano urbano parcheggi, ndr) e il nuovo prg (piano regolatore generale, ndr).
Metroferrovia, Messina sta ferma e Trenitalia dimezza le corse
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
MESSINA – Da 28 corse giornaliere a 14. Messina non riesce a fare un biglietto integrato tra le corse della Metroferrovia e quelle Atm, i prezzi restano alti, i cittadini non usano il treno, arrivano i tagli.
“Avevamo un servizio e non lo abbiamo saputo sfruttare – denuncia la Uiltrasporti – cosi, con un colpo di penna e nel totale silenzio della politica, Trenitalia seguendo razionali logiche di mercato ha sottratto dall’offerta oraria circa 60 mila km/treno all’anno di servizio Metroferrovia, 14 treni in meno al giorno rispetto a quelli inizialmente previsti nel contratto di servizio con la Regione per la città di Messina. In termini economici si traduce in uno scippo al territorio di oltre 600 mila euro l’anno, 11 euro per ogni km perduto, inizialmente previsti dal budget complessivo degli investimenti inseriti per Messina nel contratto di servizio ferroviario regionale”.
“Risorse che si spostano in altre realtà siciliane – commenta Michele Barresi, segretario generale Uiltrasporti Messina – evidentemente più forti politicamente ma anche, occorre dire, più tempestive a stilare progetti di mobilità urbana integrata, cosa che la città peloritana non ha voluto o saputo fare negli ultimi dieci anni in cui parliamo di Ponte sullo Stretto ma dimostriamo di non saper sfruttare le poche infrastrutture che già abbiamo”.
Il danno in termini di mobilità cittadina è enorme. La Uil da anni ha lanciato l’allarme, incalzando con statistiche, dati e progetti le amministrazioni di turno, alla fine tanto tuonò che piovve ed oggi riportare a Messina quanto perduto non sarà semplice.
“Sia chiaro – prosegue Barresi – che l’amministrazione De Luca è solo l’ultima in ordine di tempo a non aver prodotto per tempo progetti di intermodalità e integrazione tariffaria tra Atm e Metroferrovia. Già durante l’amministrazione Buzzanca la situazione economica di Atm ed un esiguo parco mezzi scoraggiò ogni tentativo di integrazione bus – treno e anche nella successiva amministrazione Accorinti, l’allora direttore generale Foti non credette mai realmente nell’utilità del progetto che restò fermo dopo primi timidi incontri con Trenitalia”.
Il ripristino oggi delle corse treno eliminate dalle ferrovie ed una adeguata rimodulazione degli orari diventa priorità, l’interscambio continuo con Atm dai villaggi a sud almeno nelle stazioni più strategiche di Giampilieri, Galati e Mili ed un finanziamento aggiuntivo, da chiedere alla Regione nell’ambito delle risorse destinate alla mobilità nelle città metropolitane, di circa 100 mila euro all’anno per consentire la realizzazione di un biglietto integrato sono da sempre – secondo la Uiltrasporti – gli interventi minimi ed urgenti che consentirebbero l’avvio di un servizio utile ad oltre 60 mila cittadini messinesi della zona sud.
“Adesso tocca a questa amministrazione produrre subito progetti concreti per far valere le proprie ragioni con Regione e Gruppo Fs – conclude Barresi – ed auspichiamo, già dall’incontro con la direzione di Trenitalia che ci risulta previsto nei prossimi giorni, che si riesca a recuperare quanto perduto fino ad oggi dalla città di Messina”.
GLI ORARI:
Le partenze da Messina Centrale restano alle 5.45, 6.15, 8.07, 12.45, 13.45, 15.30, 16.40, quelle da Giampilieri alle 6.40, 7.42, 8.47, 13.30, 14.30, 16.42, 17.22.
MESSINA – Da 28 corse giornaliere a 14. Messina non riesce a fare un biglietto integrato tra le corse della Metroferrovia e quelle Atm, i prezzi restano alti, i cittadini non usano il treno, arrivano i tagli.
“Avevamo un servizio e non lo abbiamo saputo sfruttare – denuncia la Uiltrasporti – cosi, con un colpo di penna e nel totale silenzio della politica, Trenitalia seguendo razionali logiche di mercato ha sottratto dall’offerta oraria circa 60 mila km/treno all’anno di servizio Metroferrovia, 14 treni in meno al giorno rispetto a quelli inizialmente previsti nel contratto di servizio con la Regione per la città di Messina. In termini economici si traduce in uno scippo al territorio di oltre 600 mila euro l’anno, 11 euro per ogni km perduto, inizialmente previsti dal budget complessivo degli investimenti inseriti per Messina nel contratto di servizio ferroviario regionale”.
“Risorse che si spostano in altre realtà siciliane – commenta Michele Barresi, segretario generale Uiltrasporti Messina – evidentemente più forti politicamente ma anche, occorre dire, più tempestive a stilare progetti di mobilità urbana integrata, cosa che la città peloritana non ha voluto o saputo fare negli ultimi dieci anni in cui parliamo di Ponte sullo Stretto ma dimostriamo di non saper sfruttare le poche infrastrutture che già abbiamo”.
Il danno in termini di mobilità cittadina è enorme. La Uil da anni ha lanciato l’allarme, incalzando con statistiche, dati e progetti le amministrazioni di turno, alla fine tanto tuonò che piovve ed oggi riportare a Messina quanto perduto non sarà semplice.
“Sia chiaro – prosegue Barresi – che l’amministrazione De Luca è solo l’ultima in ordine di tempo a non aver prodotto per tempo progetti di intermodalità e integrazione tariffaria tra Atm e Metroferrovia. Già durante l’amministrazione Buzzanca la situazione economica di Atm ed un esiguo parco mezzi scoraggiò ogni tentativo di integrazione bus – treno e anche nella successiva amministrazione Accorinti, l’allora direttore generale Foti non credette mai realmente nell’utilità del progetto che restò fermo dopo primi timidi incontri con Trenitalia”.
Il ripristino oggi delle corse treno eliminate dalle ferrovie ed una adeguata rimodulazione degli orari diventa priorità, l’interscambio continuo con Atm dai villaggi a sud almeno nelle stazioni più strategiche di Giampilieri, Galati e Mili ed un finanziamento aggiuntivo, da chiedere alla Regione nell’ambito delle risorse destinate alla mobilità nelle città metropolitane, di circa 100 mila euro all’anno per consentire la realizzazione di un biglietto integrato sono da sempre – secondo la Uiltrasporti – gli interventi minimi ed urgenti che consentirebbero l’avvio di un servizio utile ad oltre 60 mila cittadini messinesi della zona sud.
“Adesso tocca a questa amministrazione produrre subito progetti concreti per far valere le proprie ragioni con Regione e Gruppo Fs – conclude Barresi – ed auspichiamo, già dall’incontro con la direzione di Trenitalia che ci risulta previsto nei prossimi giorni, che si riesca a recuperare quanto perduto fino ad oggi dalla città di Messina”.
GLI ORARI:
Le partenze da Messina Centrale restano alle 5.45, 6.15, 8.07, 12.45, 13.45, 15.30, 16.40, quelle da Giampilieri alle 6.40, 7.42, 8.47, 13.30, 14.30, 16.42, 17.22.
Metroferrovia Messina-Giampilieri: vicesindaco al tavolo con Trenitalia
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Il vicesindaco Salvatore Mondello ha incontrato oggi a Palazzo Zanca il direttore della direzione regionale Sicilia di Trenitalia Silvio Damagini, presente anche il segretario generale CISL Messina Tonino Genovese. Nel corso del confronto sono state affrontate le problematiche relative al trasporto ferroviario in merito al servizio della metroferrovia Messina-Giampilieri. Il Vicesindaco ha posto l’accento sulla necessità di trovare una sinergia tra le parti interessate che porti ad implementare il servizio di trasporto treni – chilometro in determinate fasce orarie della giornata, in considerazione che questa tratta attraversa un percorso del territorio cittadino piuttosto popolato. Si è raggiunto l’accordo di predisporre appositi studi per verificare quali possano essere le migliorie da apportare in termini di integrazione oraria e tariffaria. Tale sistema di trasporto è centrale rispetto alle politiche messe in atto dall’Amministrazione comunale così, come più volte ribadito, in sede di pianificazione trasportistica e nello specifico all’interno del PGTU (Piano Generale Traffico Urbano). Si è concordato infine che il prossimo incontro si terrà a Palermo alla presenza dell’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità Marco Falcone
Il vicesindaco Salvatore Mondello ha incontrato oggi a Palazzo Zanca il direttore della direzione regionale Sicilia di Trenitalia Silvio Damagini, presente anche il segretario generale CISL Messina Tonino Genovese. Nel corso del confronto sono state affrontate le problematiche relative al trasporto ferroviario in merito al servizio della metroferrovia Messina-Giampilieri. Il Vicesindaco ha posto l’accento sulla necessità di trovare una sinergia tra le parti interessate che porti ad implementare il servizio di trasporto treni – chilometro in determinate fasce orarie della giornata, in considerazione che questa tratta attraversa un percorso del territorio cittadino piuttosto popolato. Si è raggiunto l’accordo di predisporre appositi studi per verificare quali possano essere le migliorie da apportare in termini di integrazione oraria e tariffaria. Tale sistema di trasporto è centrale rispetto alle politiche messe in atto dall’Amministrazione comunale così, come più volte ribadito, in sede di pianificazione trasportistica e nello specifico all’interno del PGTU (Piano Generale Traffico Urbano). Si è concordato infine che il prossimo incontro si terrà a Palermo alla presenza dell’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità Marco Falcone
Re: Metroferrovia di Messina
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Autore: Francesca Stornante
Che fine hanno fatto gli annunci e i buoni propositi per rilanciare la Metroferrovia di Messina? Un’infrastruttura e un servizio potenzialmente strategici per la mobilità cittadina ma mai davvero messa a sistema in quello che dovrebbe essere il trasporto pubblico integrato. La chiave per renderla davvero appetibile è l’ormai famigerato biglietto unico, cioè un solo tagliando che dà la possibilità di muoversi contestualmente sui bus Atm e sui treni delle Ferrovie. Ma su questo fronte è ancora tutto fermo.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone però rassicura i messinesi: «Il biglietto unico non soltanto si potrà ma si dovrà fare. Messina, dopo Palermo, dovrà avere insieme a Catania il biglietto unico, dobbiamo creare una grande integrazione dei trasporti pubblici. Lo stiamo facendo a giugno a Palermo, dove finalmente siamo riusciti a mettere insieme l’Amat e Trenitalia, con la Regione che interverrà per sostenere il biglietto unico. Questa buona prassi sarà applicata sia a Messina che a Catania».
Falcone ha dichiarato ai microfoni di Tempostretto sabato mattina da Furci Siculo, dove ha presenziato alla consegna dei lavori alla Chiesa madre. L’assessore regionale fissa anche una data da cerchiare sul calendario: «Tra settembre e novembre il biglietto unico potrà diventare una realtà. Lo sperimenteremo prima a Palermo, poi toccherà a Messina e Catania».
L’impegno dell’Ars
Una notizia che riaccende ancora una volta la speranza per un vero rilancio della Metroferrovia di Messina. Nello scorso mese di ottobre era stato il deputato regionale Pd Franco De Domenico ha portare all’attenzione del governo Musumeci e dell’Ars il problema di questa grande opera troppo spesso ignorata e sottovalutata. Con un ordine del giorno votato dall’aula aveva impegnato il Governo regionale a reperire il necessario per finanziare il biglietto unico per Messina, indicando anche da dove attingere per avere quelle somme.
Adesso l’assessore è andato oltre e ha garantito che dopo la sperimentazione a Palermo toccherà anche a Messina. L’impegno è preso, adesso non resta che attendere per vedere se alle parole seguiranno i fatti.
Autore: Francesca Stornante
Che fine hanno fatto gli annunci e i buoni propositi per rilanciare la Metroferrovia di Messina? Un’infrastruttura e un servizio potenzialmente strategici per la mobilità cittadina ma mai davvero messa a sistema in quello che dovrebbe essere il trasporto pubblico integrato. La chiave per renderla davvero appetibile è l’ormai famigerato biglietto unico, cioè un solo tagliando che dà la possibilità di muoversi contestualmente sui bus Atm e sui treni delle Ferrovie. Ma su questo fronte è ancora tutto fermo.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone però rassicura i messinesi: «Il biglietto unico non soltanto si potrà ma si dovrà fare. Messina, dopo Palermo, dovrà avere insieme a Catania il biglietto unico, dobbiamo creare una grande integrazione dei trasporti pubblici. Lo stiamo facendo a giugno a Palermo, dove finalmente siamo riusciti a mettere insieme l’Amat e Trenitalia, con la Regione che interverrà per sostenere il biglietto unico. Questa buona prassi sarà applicata sia a Messina che a Catania».
Falcone ha dichiarato ai microfoni di Tempostretto sabato mattina da Furci Siculo, dove ha presenziato alla consegna dei lavori alla Chiesa madre. L’assessore regionale fissa anche una data da cerchiare sul calendario: «Tra settembre e novembre il biglietto unico potrà diventare una realtà. Lo sperimenteremo prima a Palermo, poi toccherà a Messina e Catania».
L’impegno dell’Ars
Una notizia che riaccende ancora una volta la speranza per un vero rilancio della Metroferrovia di Messina. Nello scorso mese di ottobre era stato il deputato regionale Pd Franco De Domenico ha portare all’attenzione del governo Musumeci e dell’Ars il problema di questa grande opera troppo spesso ignorata e sottovalutata. Con un ordine del giorno votato dall’aula aveva impegnato il Governo regionale a reperire il necessario per finanziare il biglietto unico per Messina, indicando anche da dove attingere per avere quelle somme.
Adesso l’assessore è andato oltre e ha garantito che dopo la sperimentazione a Palermo toccherà anche a Messina. L’impegno è preso, adesso non resta che attendere per vedere se alle parole seguiranno i fatti.
Re: Metroferrovia di Messina
Sempre da [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Rilanciare la Metroferrovia di Messina. Creare quel famoso biglietto unico per bus, tram e treno per rendere davvero i servizi attrattivi ed economicamente convenienti per chi viaggia. A parole sono tutti d’accordo. Ma i fatti stanno praticamente a zero. Impegni, incontri, riunioni, ma di fatto è ancora tutto fermo. Pochi giorni fa però abbiamo chiesto notizie all’assessore regionale Marco Falcone. L’esponente del governo Musumeci ai nostri microfoni ha ribadito impegno su questo fronte, anzi si è spinto anche oltre, annunciando che che entro novembre Messina avrà il biglietto integrato per la Metroferrovia. Adesso partirà Palermo, dove l’accordo è già stato trovato. E immediatamente dopo dovrebbe toccare a Messina e Catania.
Il biglietto unico
Di fronte a questa ennesima promessa, abbiamo chiesto all’amministrazione De Luca e alla nuova Atm quali saranno gli obiettivi per quanto riguarda proprio la Metroferrovia. Infrastruttura potenzialmente strategica ma attualmente pressoché inutile. Nonostante i milioni di euro spesi. Il vicesindaco Salvatore Mondello e il presidente della nuova Atm Pippo Campagna, proprio in occasione del “battesimo” della nuova azienda trasporti, non hanno dubbi. «Noi siamo pronti, l’assessore Falcone lo sa dal giorno dopo il nostro insediamento. Per noi avere una Metroferrovia che funziona significherebbe alleggerire la zona sud dai bus e avere la possibilità di usare quelle macchine su altre o nuove linee» ha spiegato l’assessore Mondello.
Per il vicesindaco però c’è anche una questione politica: «Bisogna capire se l’assessore Falcone e il governo Musumeci vogliono fare politica a Palermo e Catania, lasciando Messina fuori dai giochi. Perché il monte dei km inseriti nel contratto di servizio che la Regione può finanziare è preciso. E dunque dovrebbero dirci se hanno intenzione di lasciare qualcosa anche per la Metroferrovia di Messina. Noi siamo disponibili con i fatti, non con le chiacchiere».
Gli impegni mancati
L’ultimo incontro dell’assessore Mondello con Trenitalia risale allo scorso mese di dicembre, quando era stato deciso di predisporre appositi studi per verificare quali azioni mettere in campo per rendere davvero integrato il servizio di trasporto pubblico locale. Mondello in quell’occasione aveva sottolineato che la Metroferrovia è un sistema di trasporto è centrale rispetto alle politiche messe in atto dall’Amministrazione comunale così, come più volte ribadito, in sede di pianificazione trasportistica e nello specifico all’interno del Pgtu (Piano Generale Traffico Urbano).
C’è anche un ordine del giorno votato all’unanimità dall’Ars e presentato dal deputato Pd Franco De Domenico che impegnava l’amministrazione regionale a non ignorare questo problema messinese, indicando anche dove attingere per le risorse mancanti. Come aveva indicato anche il sindacato Uiltrasportidi Messina in uno dei suoi dossier, sarebbe possibile creare un biglietto integrato Trenitalia – Atm a costi contenuti. Per farlo servirebbe un cofinanziamento pubblico di circa 200mila euro annui.
Rilanciare la Metroferrovia di Messina. Creare quel famoso biglietto unico per bus, tram e treno per rendere davvero i servizi attrattivi ed economicamente convenienti per chi viaggia. A parole sono tutti d’accordo. Ma i fatti stanno praticamente a zero. Impegni, incontri, riunioni, ma di fatto è ancora tutto fermo. Pochi giorni fa però abbiamo chiesto notizie all’assessore regionale Marco Falcone. L’esponente del governo Musumeci ai nostri microfoni ha ribadito impegno su questo fronte, anzi si è spinto anche oltre, annunciando che che entro novembre Messina avrà il biglietto integrato per la Metroferrovia. Adesso partirà Palermo, dove l’accordo è già stato trovato. E immediatamente dopo dovrebbe toccare a Messina e Catania.
Il biglietto unico
Di fronte a questa ennesima promessa, abbiamo chiesto all’amministrazione De Luca e alla nuova Atm quali saranno gli obiettivi per quanto riguarda proprio la Metroferrovia. Infrastruttura potenzialmente strategica ma attualmente pressoché inutile. Nonostante i milioni di euro spesi. Il vicesindaco Salvatore Mondello e il presidente della nuova Atm Pippo Campagna, proprio in occasione del “battesimo” della nuova azienda trasporti, non hanno dubbi. «Noi siamo pronti, l’assessore Falcone lo sa dal giorno dopo il nostro insediamento. Per noi avere una Metroferrovia che funziona significherebbe alleggerire la zona sud dai bus e avere la possibilità di usare quelle macchine su altre o nuove linee» ha spiegato l’assessore Mondello.
Per il vicesindaco però c’è anche una questione politica: «Bisogna capire se l’assessore Falcone e il governo Musumeci vogliono fare politica a Palermo e Catania, lasciando Messina fuori dai giochi. Perché il monte dei km inseriti nel contratto di servizio che la Regione può finanziare è preciso. E dunque dovrebbero dirci se hanno intenzione di lasciare qualcosa anche per la Metroferrovia di Messina. Noi siamo disponibili con i fatti, non con le chiacchiere».
Gli impegni mancati
L’ultimo incontro dell’assessore Mondello con Trenitalia risale allo scorso mese di dicembre, quando era stato deciso di predisporre appositi studi per verificare quali azioni mettere in campo per rendere davvero integrato il servizio di trasporto pubblico locale. Mondello in quell’occasione aveva sottolineato che la Metroferrovia è un sistema di trasporto è centrale rispetto alle politiche messe in atto dall’Amministrazione comunale così, come più volte ribadito, in sede di pianificazione trasportistica e nello specifico all’interno del Pgtu (Piano Generale Traffico Urbano).
C’è anche un ordine del giorno votato all’unanimità dall’Ars e presentato dal deputato Pd Franco De Domenico che impegnava l’amministrazione regionale a non ignorare questo problema messinese, indicando anche dove attingere per le risorse mancanti. Come aveva indicato anche il sindacato Uiltrasportidi Messina in uno dei suoi dossier, sarebbe possibile creare un biglietto integrato Trenitalia – Atm a costi contenuti. Per farlo servirebbe un cofinanziamento pubblico di circa 200mila euro annui.
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