Situazione Porti dello Stretto
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Re: Situazione Porti dello Stretto
Solo chiacchiere e non hanno fatto entrare il Sindaco perchè senza cravatta.
Come se una persona si giudica da come si veste...
cmq questa è un'altra storia ed il problema è ben altro: non hanno capito nessuno una mazza!
Come se una persona si giudica da come si veste...
cmq questa è un'altra storia ed il problema è ben altro: non hanno capito nessuno una mazza!
Re: Situazione Porti dello Stretto
Puoi postare il link, se clicco dice che è visibile solo su youtube perché il proprietario ha vietato riproduzioni in altri siti webAdmin ha scritto:se avete 3 orette per sentire chiacchiere a gogo'.....
Re: Situazione Porti dello Stretto
puoi cliccare tranquillamente sull'icona youtube che appare in basso a destra del piccolo schermo
Re: Situazione Porti dello Stretto
Ferryboat ha scritto:Solo chiacchiere e non hanno fatto entrare il Sindaco perchè senza cravatta.
Come se una persona si giudica da come si veste...
cmq questa è un'altra storia ed il problema è ben altro: non hanno capito nessuno una mazza!
Enzo, non fare demagogia.
Non condivido affatto il comportamento di Accorinti.
Se avesse avuto un minimo di rispetto in più per Messina ed i messinesi, se avesse davvero voluto essere portavoce dei suoi concittadini, avrebbe fatto il sacrificio di indossare la cravatta e partecipare alla riunione.
Invece ha preferito vestire i panni della povera vittima delle "assurde" regole.
A parere mio, se ci sono delle regole, condivisibili o meno, anacronistiche o meno, le regole si rispettano.
Altrimenti è il caos.
Semmai si deve lavorare per cambiarle.
Venendo al dibattito, che sto ancora seguendo (non so se tu lo hai fatto integralmente), mi sembra confermato che il problema è solo e soltanto di Messina e della sua provincia.
Concordo sulla figura patetica espressa da alcuni partecipanti al dibattito.
Re: Situazione Porti dello Stretto
Admin ha scritto:Ferryboat ha scritto:Solo chiacchiere e non hanno fatto entrare il Sindaco perchè senza cravatta.
Come se una persona si giudica da come si veste...
cmq questa è un'altra storia ed il problema è ben altro: non hanno capito nessuno una mazza!
Enzo, non fare demagogia.
Non condivido affatto il comportamento di Accorinti.
Se avesse avuto un minimo di rispetto in più per Messina ed i messinesi, se avesse davvero voluto essere portavoce dei suoi concittadini, avrebbe fatto il sacrificio di indossare la cravatta e partecipare alla riunione.
Invece ha preferito vestire i panni della povera vittima delle "assurde" regole.
A parere mio, se ci sono delle regole, condivisibili o meno, anacronistiche o meno, le regole si rispettano.
Altrimenti è il caos.
Semmai si deve lavorare per cambiarle.
Venendo al dibattito, che sto ancora seguendo (non so se tu lo hai fatto integralmente), mi sembra confermato che il problema è solo e soltanto di Messina e della sua provincia.
Concordo sulla figura patetica espressa da alcuni partecipanti al dibattito.
Condivido sia la prima parte (un uomo non si giudica solo da come si veste ed il vestito non da garanzie sulle qualità dell'uomo, ma viviamo in un epoca in cui a determinati ruoli si associano anche determinati modi di vestire e secondo me quelle magliette facciamo ridere il mondo) che la seconda (non ho visto tutto il video ma purtroppo temo che il problema venga posto in modo sbagliato)
rocco- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 07.08.11
Re: Situazione Porti dello Stretto
Si, una persona si giudica anche da come si veste. L'abito deve essere consono al luogo e al compito che si svolge.Ferryboat ha scritto:Solo chiacchiere e non hanno fatto entrare il Sindaco perchè senza cravatta.
Come se una persona si giudica da come si veste...
Comunque, il "primitivo" ha raggiunto il suo scopo: fare teatro!
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Questa volta devo dissentire. Il sindaco di Messina non è la prima volta che si veste in quel modo, lo conoscono da una vita e da più di un anno da sindaco è sempre apparso in quel modo anche in occasioni ben più ufficiali di una consulta di scappati di casa e quaquaraquà.
Sinceramente preferisco una persona onesta ad un truffatore e ladro in giacca e cravatta.
Al contrario se avessero davvero tenuto a cuore la problematica dei nostri trasporti l'avrebbero potuto fare entrare tranquillamente.
Basta con queste forme fasciomedioevali dove se non hai l'armatura non puoi combattere!!
Sinceramente preferisco una persona onesta ad un truffatore e ladro in giacca e cravatta.
Al contrario se avessero davvero tenuto a cuore la problematica dei nostri trasporti l'avrebbero potuto fare entrare tranquillamente.
Basta con queste forme fasciomedioevali dove se non hai l'armatura non puoi combattere!!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Gaultiero, la morale della favola è stata correttamente espressa oggi, su Tempostretto, dall'ottima Rosaria Brancato:
"Morale della favola, ieri si è parlato molto più di cravatte e molto meno di trasporti, e alla fine ad una riunione nella quale, il sindaco di Messina avrebbe dovuto essere presente e difendere i diritti della città a “non essere stuprata”, questo sì da decisioni prese a Roma, quella poltrona è rimasta vuota. A margine c’è da rilevare che da Accorinti, tra le dichiarazioni di fuoco rese alla stampa ieri fuori dall’Ars non ha detto nulla in merito ai contenuti dell’incontro e della battaglia che per Messina è vitale per le prossime generazioni. Con o senza cravatta."
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"Morale della favola, ieri si è parlato molto più di cravatte e molto meno di trasporti, e alla fine ad una riunione nella quale, il sindaco di Messina avrebbe dovuto essere presente e difendere i diritti della città a “non essere stuprata”, questo sì da decisioni prese a Roma, quella poltrona è rimasta vuota. A margine c’è da rilevare che da Accorinti, tra le dichiarazioni di fuoco rese alla stampa ieri fuori dall’Ars non ha detto nulla in merito ai contenuti dell’incontro e della battaglia che per Messina è vitale per le prossime generazioni. Con o senza cravatta."
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Re: Situazione Porti dello Stretto
Gualtiero ha scritto:Questa volta devo dissentire. Il sindaco di Messina non è la prima volta che si veste in quel modo, lo conoscono da una vita e da più di un anno da sindaco è sempre apparso in quel modo anche in occasioni ben più ufficiali di una consulta di scappati di casa e quaquaraquà.
Sinceramente preferisco una persona onesta ad un truffatore e ladro in giacca e cravatta.
Al contrario se avessero davvero tenuto a cuore la problematica dei nostri trasporti l'avrebbero potuto fare entrare tranquillamente.
Basta con queste forme fasciomedioevali dove se non hai l'armatura non puoi combattere!!
Sì, però è onesto...
Questa è una considerazione che ricorre spesso fra i ben pensanti.
A parte che non so in base a quali parametri ci si prenda la briga di rilasciare patenti di onestà, personalmente
preferisco:
- un chirurgo disonesto che mi sappia operare rispetto a un chirurgo onesto ma incapace che non sa usare il bisturi e mi manda all'altro mondo.
-un architetto disonesto ma capace di progettarmi una casa come si deve piuttosto che un architetto onesto ma che progetta muri e tetti che mi crolleranno addosso.
Potrei fare molti altri esempi, ma non voglio farla lunga, per dire che chi copre un determinato ruolo deve innanzitutto avere la capacità di assolverlo, se poi è onesto tanto meglio, ma conta innanzitutto fare bene il proprio dovere.
L'individuo di cui stiamo parlando non è onesto perchè col suo comportamento ha derubato i messinesi, soprattutto gli improvvidi che l'hanno votato, di una rappresentanza che era dovuta, non si è disonesti solo se si rubano soldi, ma anche se si ruba la fiducia.
Questo egocentrico teatrante che non perde occasione per esibirsi, sapeva benissimo che non sarebbe stato ammesso alla riunione con quell'abbigliamento ma ci è andato lo stesso per fare teatro.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
comunicato stampa N. 350 del 05 MAR 2015 del Comune di Messina
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RIDIMENSIONAMENTO DEL SERVIZIO DI TRAGHETTAMENTO FERROVIARIO NELLO STRETTO DI MESSINA: LETTERA DEL SINDACO AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI LUPI
Il sindaco, Renato Accorinti, ha trasmesso una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e per conoscenza al direttore generale trasporto marittimo, Enrico Puija, ed all'amministratore delegato Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Michele Mario Elia, in merito al ridimensionamento del servizio di traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina.
"Il progetto delle Ferrovie dello Stato - scrive Accorinti - che mira a ridimensionare fortemente il trasporto in Sicilia penalizza in modo particolare l'Area dello Stretto. A queste considerazioni sono giunti numerosi rappresentanti istituzionali di Messina e della sua provincia, come della Regione siciliana, e la recente manifestazione svoltasi lo scorso 14 febbraio, è servita a ribadire il sostegno delle forze sociali, di associazioni, movimenti, cittadini alle prese di posizioni contrarie a determinate scelte, più volte già ampiamente manifestate. Desidero ribadire, anche in questa occasione, - continua il sindaco - la contrarietà ad un progetto che riduce ulteriormente i treni passeggeri del cosiddetto servizio universale che invece, anche in armonia con i principi comunitari, debbono garantire la continuità territoriale anche per quella utenza di tipo sociale che utilizza il treno a lunga percorrenza per soddisfare il proprio diritto alla mobilità. Il consiglio regionale dell'ANCI, riunitosi a Messina lo scorso 25 febbraio, ha appoggiato le rivendicazioni di questa amministrazione comunale, riconoscendo il ruolo strategico dello Stretto nel sistema del trasporto ferroviario nazionale. Insieme all'Anci regionale abbiamo detto un chiaro no a qualsiasi ridimensionamento dell'offerta di treni e navi, sostenendo invece la necessità di urgenti interventi di potenziamento ed ammodernamento del traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina.
Risulta sempre più necessaria la perequazione infrastrutturale prevista dall'art. 22 della legge 42/2009 in un'area fortemente caratterizzata da una inadeguatezza di infrastrutture e servizi. Il progetto di R.F.I. si pone inoltre nettamente in contrasto con le linee guida del ''Piano Strategico nazionale della portualità e della Logistica'' che annovera fra gli obiettivi strategici primari quello di favorire la crescita dei traffici delle merci e delle persone. Il ridimensionamento dell'offerta dedicata al traghettamento dei treni merci a sole sette corse al giorno si pone in contraddizione con le previsioni del Piano stesso, che prevede un consistente innalzamento dell'utilizzo della capacità di trasporto delle merci su ferro. Lo stretto di Messina è considerato un nodo strategico nei corridoi della Rete TEN-T ed il mancato potenziamento di questo snodo comprometterà le opportunità di sviluppo di tutto il territorio, rischiando di condannarlo ad una marginalizzazione irreversibile. Per tutto questo - conclude Renato Accorinti - si ritiene di fondamentale importanza una chiara presa di posizione ed un intervento immediato sul gruppo Ferrovie dello Stato per avviare un confronto di merito sui programmi che interessano il nostro territorio".
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RIDIMENSIONAMENTO DEL SERVIZIO DI TRAGHETTAMENTO FERROVIARIO NELLO STRETTO DI MESSINA: LETTERA DEL SINDACO AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI LUPI
Il sindaco, Renato Accorinti, ha trasmesso una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e per conoscenza al direttore generale trasporto marittimo, Enrico Puija, ed all'amministratore delegato Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Michele Mario Elia, in merito al ridimensionamento del servizio di traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina.
"Il progetto delle Ferrovie dello Stato - scrive Accorinti - che mira a ridimensionare fortemente il trasporto in Sicilia penalizza in modo particolare l'Area dello Stretto. A queste considerazioni sono giunti numerosi rappresentanti istituzionali di Messina e della sua provincia, come della Regione siciliana, e la recente manifestazione svoltasi lo scorso 14 febbraio, è servita a ribadire il sostegno delle forze sociali, di associazioni, movimenti, cittadini alle prese di posizioni contrarie a determinate scelte, più volte già ampiamente manifestate. Desidero ribadire, anche in questa occasione, - continua il sindaco - la contrarietà ad un progetto che riduce ulteriormente i treni passeggeri del cosiddetto servizio universale che invece, anche in armonia con i principi comunitari, debbono garantire la continuità territoriale anche per quella utenza di tipo sociale che utilizza il treno a lunga percorrenza per soddisfare il proprio diritto alla mobilità. Il consiglio regionale dell'ANCI, riunitosi a Messina lo scorso 25 febbraio, ha appoggiato le rivendicazioni di questa amministrazione comunale, riconoscendo il ruolo strategico dello Stretto nel sistema del trasporto ferroviario nazionale. Insieme all'Anci regionale abbiamo detto un chiaro no a qualsiasi ridimensionamento dell'offerta di treni e navi, sostenendo invece la necessità di urgenti interventi di potenziamento ed ammodernamento del traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina.
Risulta sempre più necessaria la perequazione infrastrutturale prevista dall'art. 22 della legge 42/2009 in un'area fortemente caratterizzata da una inadeguatezza di infrastrutture e servizi. Il progetto di R.F.I. si pone inoltre nettamente in contrasto con le linee guida del ''Piano Strategico nazionale della portualità e della Logistica'' che annovera fra gli obiettivi strategici primari quello di favorire la crescita dei traffici delle merci e delle persone. Il ridimensionamento dell'offerta dedicata al traghettamento dei treni merci a sole sette corse al giorno si pone in contraddizione con le previsioni del Piano stesso, che prevede un consistente innalzamento dell'utilizzo della capacità di trasporto delle merci su ferro. Lo stretto di Messina è considerato un nodo strategico nei corridoi della Rete TEN-T ed il mancato potenziamento di questo snodo comprometterà le opportunità di sviluppo di tutto il territorio, rischiando di condannarlo ad una marginalizzazione irreversibile. Per tutto questo - conclude Renato Accorinti - si ritiene di fondamentale importanza una chiara presa di posizione ed un intervento immediato sul gruppo Ferrovie dello Stato per avviare un confronto di merito sui programmi che interessano il nostro territorio".
Re: Situazione Porti dello Stretto
Accorinti senza cravatta, Ardizzone replica postando su Fb un articolo di Panorama
La riunione sui trasporti di mercoledì ha fatto più notizia per la polemica legata ad Accorinti rimasto fuori perchè senza cravatta, che sull'allarme continuità territoriale. Il presidente dell'Ars Ardizzone non ha partecipato al fuoco incrociato di dichiarazioni ma oggi ha postato su Facebook un articolo di Panorama....
Mentre Accorinti, rimasto fuori dall’Ars perché senza cravatta, protestava contro quello che ha definito un “regolamento medievale”in un Palazzo “dove c’è gente in giacca e cravatta che ha stuprato la Sicilia”, lui, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone, non ha replicato. Anche nelle ore successive mentre infuriava la polemica e fioccavano commenti pro e contro non è intervenuto, ma oggi, senza commentare oltre, ha postato sul suo profilo Facebook un articolo pubblicato su Panorama il 19 giugno 2013,del professor Stefano Zecchi di Milano, dal titolo “Una trasgressione stupida e narcisistica”. Il docente di estetica dell’Università di Milano commentava la scelta del vicepresidente della Camera Roberto Giacchetti che ha presieduto una seduta d’Aula in giacca ma senza cravatta.
Facendo un passo indietro, al 6 dicembre 2012, quando l’Ars si era insediata da pochi mesi e il primo governo Crocetta muoveva i primi passi, era stato proprio Ardizzone, neoeletto Presidente, a rimproverare bonariamente l’ex assessore regionale Franco Battiato che, unico tra i presenti, era arrivato in Aula con il suo consueto stile, cioè giacca e dolcevita. L’esponente dell’Udc gli aveva ricordato l’esistenza di un regolamento che prevede, per tutti, appunto la giacca e la cravatta (Battiato poi rispettò la norma). Regolamento peraltro uguale a quello del Parlamento, anche se con sfumature diverse tra le due Camere (la cravatta è obbligatoria al Senato, così come all’Ars dove i deputati sono equiparati ai senatori sotto una serie di aspetti). Battiato per la verità restò poco sulla poltrona e fece notizia non per i fatti quanto per altro, come la nota frase pronunciata a Bruxelles a proposito “delle troie che stanno in Parlamento”. Un anno dopo, il 4 dicembre 2013 fu la volta di Accorinti in jeans e T-shirt , approdato all’Ars per parlare di Città Metropolitana. In quell’occasione fu fatto entrare in deroga e gli furono illustrate le regole. “Non lo sapevo, io comunque non indosso mai la cravatta, in ogni caso,se dovessi farlo, la metterei sopra la maglietta”. Poche settimane dopo l’Ufficio questori dell’Ars, anche in seguito ad un caso analogo che si era verificato nei giorni successivi alla visita di Accorinti, varò un regolamento che ribadiva i termini del primo.
Tornando alla riunione sui trasporti, alla quale era indispensabile e auspicabile che Messina fosse rappresentata dal suo sindaco, con o senza cravatta, perché “l’unico stupro” da evitare, anche grazie al suo intervento, è quello delle Ferrovie nei confronti della città dello Stretto, è chiaro che Accorinti conosceva già il regolamento.
Peraltro il sindaco, tra le dichiarazioni di fuoco rilasciate fuori dall’Ars, non ha detto una parola sull’argomento che doveva essere affrontato, giusto per conoscere la sua proposta, che invece è stata resa nota il giorno dopo, da un comunicato stampa con la lettera indirizzata al Ministro Lupi.
Ardizzone quindi non ha replicato a nessuna delle accuse, né sul momento, né il giorno dopo (sono invece intervenuti i deputati messinesi Beppe Picciolo e Nino Germanà). Oggi il post con l’articolo di Zecchi che affianca l’immagine di Giacchetti che presiede l’Aula senza cravatta a quella di Papa Bergoglio che ha rivoluzionato il guardaroba per sottolineare l’approccio pauperistico alla Chiesa e ne sottolinea le profonde differenze. “L’abito è un linguaggio, una forma di comunicazione talvolta più eloquente delle parole”, scrive Stefano Zecchi su Panorama citando i due diversi esempi “La trasgressione pontificia però non è lontanamente paragonabile a quella del vicepresidente della Camera che si è presentato a presiedere l’Aula senza cravatta. Il segnale non verbale che è arrivato risponde al tentativo di declassare un’istituzione verso la quale invece il rispetto dovrebbe essere ultrasoggettivo e quindi sancito anche da un rispetto collettivo del dress code. Una comunicazione estetica che d’altronde va di pari passo con l’imbarbarimento della comunicazione politica, ormai piena di ricorsi al turpiloquio. Il messaggio che si tenta di far passare rinunciando alla cravatta è: la Camera non è più un’istituzione cui si deve rispetto. C’è pure una non sottovalutabile componente narcisistica. Il messaggio è: prima ci siamo io e la mia libertà, poi viene l’istituzione”.
Il professore Zecchi spiega poi di essere, come ormai la stragrande maggioranza degli uomini, allergico alla cravatta e di non indossarla, da buon ex sessantottino, da decenni, se non nelle occasioni nelle quali è richiesto “così la metto sempre in Chiesa, l’ho messa alla comunione di mio figlio, non la indosso per le lezioni all’Università, ma la tiro fuori dall’armadio quando devo andare a parlare con il Rettore o con un rappresentante delle Istituzioni.
Bisogna anche considerare che sfacciataggine attira sfacciataggine, se si pretende rispetto verso se stessi è doveroso presentarsi in modo sobrio e inattaccabile. Questo vale per tutti i giorni, figuriamoci per la Camera”.
Ardizzone replica quindi in modo indiretto ad Accorinti attraverso l’articolo del 2013 di Panorama. Fa riflettere il riferimento di Zecchi all’ingresso in chiesa con la cravatta, perché è indubbio che chiunque, atei compresi, quando entra in una chiesa per assistere ad una cerimonia, sta attento a quel che indossa, e alle turiste in short o scollate viene dato un foulard per coprirsi senza che per questo replichino stizzite: “Eh, ma in queste Chiese ci sono stati un mucchio di preti pedofili”.
L’unica amarezza che resta è che per 48 ore è passato in secondo piano il vero “nodo” che sta a cuore a tutti noi: le sorti dello Stretto.
Rosaria Brancato
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La riunione sui trasporti di mercoledì ha fatto più notizia per la polemica legata ad Accorinti rimasto fuori perchè senza cravatta, che sull'allarme continuità territoriale. Il presidente dell'Ars Ardizzone non ha partecipato al fuoco incrociato di dichiarazioni ma oggi ha postato su Facebook un articolo di Panorama....
Mentre Accorinti, rimasto fuori dall’Ars perché senza cravatta, protestava contro quello che ha definito un “regolamento medievale”in un Palazzo “dove c’è gente in giacca e cravatta che ha stuprato la Sicilia”, lui, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone, non ha replicato. Anche nelle ore successive mentre infuriava la polemica e fioccavano commenti pro e contro non è intervenuto, ma oggi, senza commentare oltre, ha postato sul suo profilo Facebook un articolo pubblicato su Panorama il 19 giugno 2013,del professor Stefano Zecchi di Milano, dal titolo “Una trasgressione stupida e narcisistica”. Il docente di estetica dell’Università di Milano commentava la scelta del vicepresidente della Camera Roberto Giacchetti che ha presieduto una seduta d’Aula in giacca ma senza cravatta.
Facendo un passo indietro, al 6 dicembre 2012, quando l’Ars si era insediata da pochi mesi e il primo governo Crocetta muoveva i primi passi, era stato proprio Ardizzone, neoeletto Presidente, a rimproverare bonariamente l’ex assessore regionale Franco Battiato che, unico tra i presenti, era arrivato in Aula con il suo consueto stile, cioè giacca e dolcevita. L’esponente dell’Udc gli aveva ricordato l’esistenza di un regolamento che prevede, per tutti, appunto la giacca e la cravatta (Battiato poi rispettò la norma). Regolamento peraltro uguale a quello del Parlamento, anche se con sfumature diverse tra le due Camere (la cravatta è obbligatoria al Senato, così come all’Ars dove i deputati sono equiparati ai senatori sotto una serie di aspetti). Battiato per la verità restò poco sulla poltrona e fece notizia non per i fatti quanto per altro, come la nota frase pronunciata a Bruxelles a proposito “delle troie che stanno in Parlamento”. Un anno dopo, il 4 dicembre 2013 fu la volta di Accorinti in jeans e T-shirt , approdato all’Ars per parlare di Città Metropolitana. In quell’occasione fu fatto entrare in deroga e gli furono illustrate le regole. “Non lo sapevo, io comunque non indosso mai la cravatta, in ogni caso,se dovessi farlo, la metterei sopra la maglietta”. Poche settimane dopo l’Ufficio questori dell’Ars, anche in seguito ad un caso analogo che si era verificato nei giorni successivi alla visita di Accorinti, varò un regolamento che ribadiva i termini del primo.
Tornando alla riunione sui trasporti, alla quale era indispensabile e auspicabile che Messina fosse rappresentata dal suo sindaco, con o senza cravatta, perché “l’unico stupro” da evitare, anche grazie al suo intervento, è quello delle Ferrovie nei confronti della città dello Stretto, è chiaro che Accorinti conosceva già il regolamento.
Peraltro il sindaco, tra le dichiarazioni di fuoco rilasciate fuori dall’Ars, non ha detto una parola sull’argomento che doveva essere affrontato, giusto per conoscere la sua proposta, che invece è stata resa nota il giorno dopo, da un comunicato stampa con la lettera indirizzata al Ministro Lupi.
Ardizzone quindi non ha replicato a nessuna delle accuse, né sul momento, né il giorno dopo (sono invece intervenuti i deputati messinesi Beppe Picciolo e Nino Germanà). Oggi il post con l’articolo di Zecchi che affianca l’immagine di Giacchetti che presiede l’Aula senza cravatta a quella di Papa Bergoglio che ha rivoluzionato il guardaroba per sottolineare l’approccio pauperistico alla Chiesa e ne sottolinea le profonde differenze. “L’abito è un linguaggio, una forma di comunicazione talvolta più eloquente delle parole”, scrive Stefano Zecchi su Panorama citando i due diversi esempi “La trasgressione pontificia però non è lontanamente paragonabile a quella del vicepresidente della Camera che si è presentato a presiedere l’Aula senza cravatta. Il segnale non verbale che è arrivato risponde al tentativo di declassare un’istituzione verso la quale invece il rispetto dovrebbe essere ultrasoggettivo e quindi sancito anche da un rispetto collettivo del dress code. Una comunicazione estetica che d’altronde va di pari passo con l’imbarbarimento della comunicazione politica, ormai piena di ricorsi al turpiloquio. Il messaggio che si tenta di far passare rinunciando alla cravatta è: la Camera non è più un’istituzione cui si deve rispetto. C’è pure una non sottovalutabile componente narcisistica. Il messaggio è: prima ci siamo io e la mia libertà, poi viene l’istituzione”.
Il professore Zecchi spiega poi di essere, come ormai la stragrande maggioranza degli uomini, allergico alla cravatta e di non indossarla, da buon ex sessantottino, da decenni, se non nelle occasioni nelle quali è richiesto “così la metto sempre in Chiesa, l’ho messa alla comunione di mio figlio, non la indosso per le lezioni all’Università, ma la tiro fuori dall’armadio quando devo andare a parlare con il Rettore o con un rappresentante delle Istituzioni.
Bisogna anche considerare che sfacciataggine attira sfacciataggine, se si pretende rispetto verso se stessi è doveroso presentarsi in modo sobrio e inattaccabile. Questo vale per tutti i giorni, figuriamoci per la Camera”.
Ardizzone replica quindi in modo indiretto ad Accorinti attraverso l’articolo del 2013 di Panorama. Fa riflettere il riferimento di Zecchi all’ingresso in chiesa con la cravatta, perché è indubbio che chiunque, atei compresi, quando entra in una chiesa per assistere ad una cerimonia, sta attento a quel che indossa, e alle turiste in short o scollate viene dato un foulard per coprirsi senza che per questo replichino stizzite: “Eh, ma in queste Chiese ci sono stati un mucchio di preti pedofili”.
L’unica amarezza che resta è che per 48 ore è passato in secondo piano il vero “nodo” che sta a cuore a tutti noi: le sorti dello Stretto.
Rosaria Brancato
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Re: Situazione Porti dello Stretto
apprendo che sabato 7 marzo alle ore 10:30 presso la Sala Ovale di Palazzo Zanca, si terrà una conferenza stampa per lanciare un programma di iniziative finalizzate al massimo coinvolgimento della cittadinanza sul tema dei trasporti e della mobilità nello Stretto in vista dell'evento programmato per il 25 marzo in concomitanza con lo sciopero dei ferrovieri siciliani.
Re: Situazione Porti dello Stretto
Admin ha scritto:segnalo
Aula vuota, 16 visualizzazioni e tanta demagogia.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
classe47 ha scritto:
Sì, però è onesto...
Questa è una considerazione che ricorre spesso fra i ben pensanti.
A parte che non so in base a quali parametri ci si prenda la briga di rilasciare patenti di onestà, personalmente
preferisco:
- un chirurgo disonesto che mi sappia operare rispetto a un chirurgo onesto ma incapace che non sa usare il bisturi e mi manda all'altro mondo.
-un architetto disonesto ma capace di progettarmi una casa come si deve piuttosto che un architetto onesto ma che progetta muri e tetti che mi crolleranno addosso.
Potrei fare molti altri esempi, ma non voglio farla lunga, per dire che chi copre un determinato ruolo deve innanzitutto avere la capacità di assolverlo, se poi è onesto tanto meglio, ma conta innanzitutto fare bene il proprio dovere.
L'individuo di cui stiamo parlando non è onesto perchè col suo comportamento ha derubato i messinesi, soprattutto gli improvvidi che l'hanno votato, di una rappresentanza che era dovuta, non si è disonesti solo se si rubano soldi, ma anche se si ruba la fiducia.
Questo egocentrico teatrante che non perde occasione per esibirsi, sapeva benissimo che non sarebbe stato ammesso alla riunione con quell'abbigliamento ma ci è andato lo stesso per fare teatro.
No. Pino, forse mi sono spiegato male. Per intenderci, non mi pare che i suoi precedessori in giacca e cravatta siano stati poi tanto "onesti". Mi pare invece di ricordare che entrambi, in un modo o nell'altro fossero stati arrestati per truffa, falso in bilancio e via dicendo e Accorinti, mano sul fuoco, un centesimo da terra non lo prende. Proibire di entrare all'ARS (un luogo che è stato il cuore della disonestà intellettuale, ideologica, reale come fulcro di ruberia perpetua ai danni di un popolo, negli ultimi 50 anni) perché non si ha una cravatta è roba da becero fascismo!
Non è l'uomo ma le sue idee che semmai si possono discutere, come per esempio questa:
Lo stretto di Messina è considerato un nodo strategico nei corridoi della Rete TEN-T ed il mancato potenziamento di questo snodo comprometterà le opportunità di sviluppo di tutto il territorio,
Vedi non è un problema di cravatta ma di idee! potenziare il servizio con un sistema vecchio di 100 anni, RIDICOLO!!!!Meglio, allora, se non sia entrato nel sacro tempio della truffa!
Ultima modifica di Gualtiero il Ven Mar 06, 2015 6:49 pm - modificato 5 volte.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Admin ha scritto:Accorinti senza cravatta, Ardizzone replica postando su Fb un articolo di Panorama
La riunione sui trasporti di mercoledì ha fatto più notizia per la polemica legata ad Accorinti rimasto fuori perchè senza cravatta, che sull'allarme continuità territoriale. Il presidente dell'Ars Ardizzone non ha partecipato al fuoco incrociato di dichiarazioni ma oggi ha postato su Facebook un articolo di Panorama....
Mentre Accorinti, rimasto fuori dall’Ars perché senza cravatta, protestava contro quello che ha definito un “regolamento medievale”in un Palazzo “dove c’è gente in giacca e cravatta che ha stuprato la Sicilia”, lui, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone, non ha replicato. Anche nelle ore successive mentre infuriava la polemica e fioccavano commenti pro e contro non è intervenuto, ma oggi, senza commentare oltre, ha postato sul suo profilo Facebook un articolo pubblicato su Panorama il 19 giugno 2013,del professor Stefano Zecchi di Milano, dal titolo “Una trasgressione stupida e narcisistica”. Il docente di estetica dell’Università di Milano commentava la scelta del vicepresidente della Camera Roberto Giacchetti che ha presieduto una seduta d’Aula in giacca ma senza cravatta.
Facendo un passo indietro, al 6 dicembre 2012, quando l’Ars si era insediata da pochi mesi e il primo governo Crocetta muoveva i primi passi, era stato proprio Ardizzone, neoeletto Presidente, a rimproverare bonariamente l’ex assessore regionale Franco Battiato che, unico tra i presenti, era arrivato in Aula con il suo consueto stile, cioè giacca e dolcevita. L’esponente dell’Udc gli aveva ricordato l’esistenza di un regolamento che prevede, per tutti, appunto la giacca e la cravatta (Battiato poi rispettò la norma). Regolamento peraltro uguale a quello del Parlamento, anche se con sfumature diverse tra le due Camere (la cravatta è obbligatoria al Senato, così come all’Ars dove i deputati sono equiparati ai senatori sotto una serie di aspetti). Battiato per la verità restò poco sulla poltrona e fece notizia non per i fatti quanto per altro, come la nota frase pronunciata a Bruxelles a proposito “delle troie che stanno in Parlamento”. Un anno dopo, il 4 dicembre 2013 fu la volta di Accorinti in jeans e T-shirt , approdato all’Ars per parlare di Città Metropolitana. In quell’occasione fu fatto entrare in deroga e gli furono illustrate le regole. “Non lo sapevo, io comunque non indosso mai la cravatta, in ogni caso,se dovessi farlo, la metterei sopra la maglietta”. Poche settimane dopo l’Ufficio questori dell’Ars, anche in seguito ad un caso analogo che si era verificato nei giorni successivi alla visita di Accorinti, varò un regolamento che ribadiva i termini del primo.
Tornando alla riunione sui trasporti, alla quale era indispensabile e auspicabile che Messina fosse rappresentata dal suo sindaco, con o senza cravatta, perché “l’unico stupro” da evitare, anche grazie al suo intervento, è quello delle Ferrovie nei confronti della città dello Stretto, è chiaro che Accorinti conosceva già il regolamento.
Peraltro il sindaco, tra le dichiarazioni di fuoco rilasciate fuori dall’Ars, non ha detto una parola sull’argomento che doveva essere affrontato, giusto per conoscere la sua proposta, che invece è stata resa nota il giorno dopo, da un comunicato stampa con la lettera indirizzata al Ministro Lupi.
Ardizzone quindi non ha replicato a nessuna delle accuse, né sul momento, né il giorno dopo (sono invece intervenuti i deputati messinesi Beppe Picciolo e Nino Germanà). Oggi il post con l’articolo di Zecchi che affianca l’immagine di Giacchetti che presiede l’Aula senza cravatta a quella di Papa Bergoglio che ha rivoluzionato il guardaroba per sottolineare l’approccio pauperistico alla Chiesa e ne sottolinea le profonde differenze. “L’abito è un linguaggio, una forma di comunicazione talvolta più eloquente delle parole”, scrive Stefano Zecchi su Panorama citando i due diversi esempi “La trasgressione pontificia però non è lontanamente paragonabile a quella del vicepresidente della Camera che si è presentato a presiedere l’Aula senza cravatta. Il segnale non verbale che è arrivato risponde al tentativo di declassare un’istituzione verso la quale invece il rispetto dovrebbe essere ultrasoggettivo e quindi sancito anche da un rispetto collettivo del dress code. Una comunicazione estetica che d’altronde va di pari passo con l’imbarbarimento della comunicazione politica, ormai piena di ricorsi al turpiloquio. Il messaggio che si tenta di far passare rinunciando alla cravatta è: la Camera non è più un’istituzione cui si deve rispetto. C’è pure una non sottovalutabile componente narcisistica. Il messaggio è: prima ci siamo io e la mia libertà, poi viene l’istituzione”.
Il professore Zecchi spiega poi di essere, come ormai la stragrande maggioranza degli uomini, allergico alla cravatta e di non indossarla, da buon ex sessantottino, da decenni, se non nelle occasioni nelle quali è richiesto “così la metto sempre in Chiesa, l’ho messa alla comunione di mio figlio, non la indosso per le lezioni all’Università, ma la tiro fuori dall’armadio quando devo andare a parlare con il Rettore o con un rappresentante delle Istituzioni.
Bisogna anche considerare che sfacciataggine attira sfacciataggine, se si pretende rispetto verso se stessi è doveroso presentarsi in modo sobrio e inattaccabile. Questo vale per tutti i giorni, figuriamoci per la Camera”.
Ardizzone replica quindi in modo indiretto ad Accorinti attraverso l’articolo del 2013 di Panorama. Fa riflettere il riferimento di Zecchi all’ingresso in chiesa con la cravatta, perché è indubbio che chiunque, atei compresi, quando entra in una chiesa per assistere ad una cerimonia, sta attento a quel che indossa, e alle turiste in short o scollate viene dato un foulard per coprirsi senza che per questo replichino stizzite: “Eh, ma in queste Chiese ci sono stati un mucchio di preti pedofili”.
L’unica amarezza che resta è che per 48 ore è passato in secondo piano il vero “nodo” che sta a cuore a tutti noi: le sorti dello Stretto.
Rosaria Brancato
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La controrisposta politica e ideologica del lestofante di turno!!!Far passare la Regione "vittima" quando il 90% del problema sui trasporti dipende proprio da essa.
Rifaccio la domanda? E' stato firmato il CDS? Sono stati acquistati nuovi treni? Perché le altre regioni lo fanno? Perché il problema dei pendolari locali dello Stretto deve essere un affare di "stato" e non una questione regionale??
Mi fa tutto schifo!!!!
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Anche se Zecchi non mi sta molto simpatico condivido quanto ha affermato.
In uno stato di diritto se ci sono delle regole vanno rispettate, anche se non sempre sono condivisibili o non è detto che conducano a dei risultati validi.
A maggior ragione da un rappresentante delle istituzioni.
Che poi è libero di combattere affinchè siano cambiate.
In tutti i casi rimane il problema molto grave che a parte il folklore di contorno, nella sostanza dell'argomento da trattare non mi pare ci siano passi avanti.
Oggi sono stato ad un seminario all'università dove ho appreso che vi è un progetto per dotare la città di Messina di una rete di sensori di monitoraggio ad ampio spettro (quindi aria ma anche rumore e controllo del traffico) che potrebbe coinvolgere anche l'atm e la gestione dei mezzi in circolazione.
La teoria è stata molto bella. Spero che riescano a passare alla pratica perchè potrebbe essere una cosa utile che non ha nemmeno costi molto elevati.
In uno stato di diritto se ci sono delle regole vanno rispettate, anche se non sempre sono condivisibili o non è detto che conducano a dei risultati validi.
A maggior ragione da un rappresentante delle istituzioni.
Che poi è libero di combattere affinchè siano cambiate.
In tutti i casi rimane il problema molto grave che a parte il folklore di contorno, nella sostanza dell'argomento da trattare non mi pare ci siano passi avanti.
Oggi sono stato ad un seminario all'università dove ho appreso che vi è un progetto per dotare la città di Messina di una rete di sensori di monitoraggio ad ampio spettro (quindi aria ma anche rumore e controllo del traffico) che potrebbe coinvolgere anche l'atm e la gestione dei mezzi in circolazione.
La teoria è stata molto bella. Spero che riescano a passare alla pratica perchè potrebbe essere una cosa utile che non ha nemmeno costi molto elevati.
rocco- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 07.08.11
Re: Situazione Porti dello Stretto
Prende invece ogni occasione per esibirsi in cavillose polemiche, sacrificando l' interesse della cittadinanza che dovrebbe rappresentare.Gualtiero ha scritto:Accorinti, mano sul fuoco, un centesimo da terra non lo prende.
Io guardo i fatti, questo individuo invece di fare un piccolo sacrificio adeguandosi a un regolamento non a lui gradito, oppure mandare il vicesindaco in sua vece, ha tolto la parola alla sua citta` su un importante problema che la riguarda.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Porto di Tremestieri: approvato progetto definitivo da 74 mln di euro
In seguito all'approvazione da parte della Commissione regionale dei Lavori Pubblici del progetto definitivo del porto di Tremestieri a Messina, è vicina la firma del contratto con l'impresa Codemar che tre anni fa si è aggiudicata l'appalto.
"Certamente si tratta di una grande occasione per la città di Messina - ha detto il sindaco Renato Accorinti- che può aprire un cantiere da 74 milioni di euro e potrà finalmente e definitivamente liberarsi dal traffico pesante che per 50 anni ha afflitto la città, migliorare i collegamenti via mare e candidarsi seriamente ad una quota del mercato della logistica nel bacino del Mediterraneo, sviluppando un nuovo segmento dell'economia cittadina".
Grande soddisfazione da parte dell'amministrazione comunale e della autorità portuale che in sinergia e con impegno continuo hanno lavorato negli ultimi anni con il supporto del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio prima per la definizione della copertura finanziaria e poi per seguire l'iter approvativo.
Il capogruppo all'Ars di Sicilia Democratica Giambattista Coltraro ha commentato: "Finalmente qualcosa si muove sulla stagnante condizione messinese. L'approvazione, da parte della Commissione ai Lavori Pubblici dell'Ars, del progetto definitivo della piattaforma logistica di Tremestieri, a compimento dell'iter burocratico imposto dai tempi di acquisizione dei necessari pareri tecnici, ha fruttato quanto si sperava da più parti".
"E' l'occasione che Messina aspettava da tempo - prosegue il deputato regionale - che finalmente consentirà di sgravare la città del transito dei mezzi pesanti e, soprattutto, con l'apertura del cantiere, che apprendo dovrebbe avvenire, ad approvazione del progetto definitivo, verso la primavera, determinerà anche un'offerta occupazionale. Inoltre questo determinerà, di pari passo, la necessità di procedere con urgenza alla riqualificazione di via Don Blasco, arteria che rappresenterà un'importante valvola di sfogo per l'attraversamento dei camion e dei tir a Messina".
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Re: Situazione Porti dello Stretto
fonte: Gazzettadelsud.it 14.09.2018
ll documento approvato dalla Corte dei Conti e che dà il via libera all'ultimo finanziamento regionale che mancava, quello da 16 milioni di euro, sarà disponibile ad inizio della prossima settimana e solo allora Palazzo Zanca potrà fissare la data della firma del contratto per la costruzione del porto di Tremestieri. Non passerà però troppo tempo. Chissà? Forse già nel successivo fine settimana potrebbe arrivare il gran giorno.
Quello che garantirà alla nuova Coedmar di poter aver certezza dei lavori e al comune che l'opera è finalmente in gestazione.
Investimento da 72 milioni di euro per riscrivere la mobilità ma anche strategia di sviluppo della città. 18 mesi di lavori, ma Coedmar dice di poterne impiegare meno, per trasferire tutto il traffico pesante, di fatto, fuori dalla città.
Le prossime mosse dopo la firma saranno quelle della consegna del progetto esecutivo del porto, al quale l'azienda di Chioggia lavora da mesi e che porà essere consegnato ben prima dei 75 giorni previsti dal contratto. Quasi in tempo reale, hanno detto a Palazzo Zanca i veneti.
Insomma uno stato avanzatissimo che lascia propendere per l'ottimismo. Tuttavia ci sono ancora una serie di nulla osta da ottenere per l'esecutivo. Quello del genio civile opere marittime e quello del genio civile di Messina che ha, per così dire, rinviato all'esecutivo una lunga serie di verifiche a carico dell'azienda, che però ora non possono essere più posticipate.
Ma al di là delle ultime autorizzazioni, e del reale avvio dei lavori, come si può immaginare la città dopo l'entrata in funzione del nuovo porto a sud.
La strategia generale della città sarà inserita nel cosidetto PUMS, il piano urbano della mobilità sosotenibile, sul quale il Comune attraverso un esperto sta lavorando da tempo. L'assessore Gaetano Cacciola azzarda solo le linee guida che prevedono anche la fine della via don blasco e la chiusura della rada San Francesco.
L'attraversamento dello Stretto per le auto fra tre anni dovrebbe avvenire dal porto storico, dalla zona che va dalle Ferrovie al molo Norimberga, che sarebbe liberato dalle grandi autostrade del mare trasferite a Tremestieri.
Attraverso la Don Blasco le auto sarebbero smistate verso gli svincoli della zona centro sud. Una rivoluzione che dovrebbe essere completata dalla rifunzionalizzazione della rada san Francesco e la trasformazione della stazione marittima e centrale in un vero hub della mobilità attraverso la stretto.
ll documento approvato dalla Corte dei Conti e che dà il via libera all'ultimo finanziamento regionale che mancava, quello da 16 milioni di euro, sarà disponibile ad inizio della prossima settimana e solo allora Palazzo Zanca potrà fissare la data della firma del contratto per la costruzione del porto di Tremestieri. Non passerà però troppo tempo. Chissà? Forse già nel successivo fine settimana potrebbe arrivare il gran giorno.
Quello che garantirà alla nuova Coedmar di poter aver certezza dei lavori e al comune che l'opera è finalmente in gestazione.
Investimento da 72 milioni di euro per riscrivere la mobilità ma anche strategia di sviluppo della città. 18 mesi di lavori, ma Coedmar dice di poterne impiegare meno, per trasferire tutto il traffico pesante, di fatto, fuori dalla città.
Le prossime mosse dopo la firma saranno quelle della consegna del progetto esecutivo del porto, al quale l'azienda di Chioggia lavora da mesi e che porà essere consegnato ben prima dei 75 giorni previsti dal contratto. Quasi in tempo reale, hanno detto a Palazzo Zanca i veneti.
Insomma uno stato avanzatissimo che lascia propendere per l'ottimismo. Tuttavia ci sono ancora una serie di nulla osta da ottenere per l'esecutivo. Quello del genio civile opere marittime e quello del genio civile di Messina che ha, per così dire, rinviato all'esecutivo una lunga serie di verifiche a carico dell'azienda, che però ora non possono essere più posticipate.
Ma al di là delle ultime autorizzazioni, e del reale avvio dei lavori, come si può immaginare la città dopo l'entrata in funzione del nuovo porto a sud.
La strategia generale della città sarà inserita nel cosidetto PUMS, il piano urbano della mobilità sosotenibile, sul quale il Comune attraverso un esperto sta lavorando da tempo. L'assessore Gaetano Cacciola azzarda solo le linee guida che prevedono anche la fine della via don blasco e la chiusura della rada San Francesco.
L'attraversamento dello Stretto per le auto fra tre anni dovrebbe avvenire dal porto storico, dalla zona che va dalle Ferrovie al molo Norimberga, che sarebbe liberato dalle grandi autostrade del mare trasferite a Tremestieri.
Attraverso la Don Blasco le auto sarebbero smistate verso gli svincoli della zona centro sud. Una rivoluzione che dovrebbe essere completata dalla rifunzionalizzazione della rada san Francesco e la trasformazione della stazione marittima e centrale in un vero hub della mobilità attraverso la stretto.
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