Situazione Porti dello Stretto
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Re: Situazione Porti dello Stretto
Da sx: Riace, Messina, Logudoro, Scilla, Iginia e Fata Morgana
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Infatti al porto c'era un macello di tir e la Villa S.Giovanni noleggiata alla Meridiano partiva dal loro piccolo approdo al porto
Tremestieri riaperto le Ferrovie "alternative"
fonte Gds 20/11/2013
Il porto di Tremestieri è stato riaperto alle 13. Il via libera della Capitaneria, dopo che in mattinata l’autorità portuale ha fatto effettuare le verifiche tecniche all’interno del bacino. Intanto, vigendo l’ordinanza di divieto di accesso agli imbarchi della stazione marittima, le Ferrovie dello Stato starebbero per aprire biglietterie e varco da S. Raineri. La verifica tecnica è iniziata intorno alle 10. I piloti del porto hanno così scandagliato in fondali per stabilire se sussistessero le condizioni per riprendere la navigazione da e per la Calabria. La profondità variava tra i 5 metri e mezzo e i 7 metri e mezzo. Più che sufficiente per dare il via libera. Ci sono, infatti, parametri minimi da rispettare: 5 metri - 5 metri e mezzo la profondità e almeno 50 metri la larghezza della apertura che consente alle bidirezionali di attraccare, per adesso nell’unico scivolo disponibile. Una volta avuta la conferma, l’ingegnere Massimiliano Maccarrone, responsabile dell’area tecnica dell’Autorità portuale l’ha comunicata alla capitaneria di Porto. Nessun danno, inoltre, al cantiere dove la ditta Scuttari, ormai da più di due anni, sta eseguendo il lavori per la posa di 60 pali sui fondali, propedeutici per la realizzazione della nuova barriera protettiva del bacino la cui conclusione è prevista entro la fine di quest’anno. Operazione che renderà nuovamente fruibile anche il secondo scivolo.
Ma intanto, dopo l’ordinanza dirigenziale che, in condizioni meteo marine buone, vieta ai mezzi pesanti di entrare negli imbarchi cittadini, rada S. Francesco e stazione marittima, le ferrovie starebbero per studiare un piano alternativo per farsi che i mezzi pesanti possano eluderla. Da giorni, infatti, sarebbero stati avviati dei lavori per ripristinare la biglietteria di S. Raineri e per consentire l’ingresso dei mezzi pesanti da un varco che dalla zona falcata, area officine, arriva direttamente alla prima invasatura. Sul piede di guerra ci sono gli operatori commerciali della stazione marittima poiché, una decisione del genere, se confermata, farebbe drasticamente diminuire il loro giro d’affari. Stupirebbe, inoltre, e non poco, se le ferrovie dopo aver offerto al comune, in vari tavoli, la collaborazione per liberare il centro città dai mezzi pesanti, dovessero dar seguito ad un piano che porterebbe altri Tir sulla zona falcata attraverso la via La farina e il vetusto cavalcavia. Insomma, una decisone della serie “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Il porto di Tremestieri è stato riaperto alle 13. Il via libera della Capitaneria, dopo che in mattinata l’autorità portuale ha fatto effettuare le verifiche tecniche all’interno del bacino. Intanto, vigendo l’ordinanza di divieto di accesso agli imbarchi della stazione marittima, le Ferrovie dello Stato starebbero per aprire biglietterie e varco da S. Raineri. La verifica tecnica è iniziata intorno alle 10. I piloti del porto hanno così scandagliato in fondali per stabilire se sussistessero le condizioni per riprendere la navigazione da e per la Calabria. La profondità variava tra i 5 metri e mezzo e i 7 metri e mezzo. Più che sufficiente per dare il via libera. Ci sono, infatti, parametri minimi da rispettare: 5 metri - 5 metri e mezzo la profondità e almeno 50 metri la larghezza della apertura che consente alle bidirezionali di attraccare, per adesso nell’unico scivolo disponibile. Una volta avuta la conferma, l’ingegnere Massimiliano Maccarrone, responsabile dell’area tecnica dell’Autorità portuale l’ha comunicata alla capitaneria di Porto. Nessun danno, inoltre, al cantiere dove la ditta Scuttari, ormai da più di due anni, sta eseguendo il lavori per la posa di 60 pali sui fondali, propedeutici per la realizzazione della nuova barriera protettiva del bacino la cui conclusione è prevista entro la fine di quest’anno. Operazione che renderà nuovamente fruibile anche il secondo scivolo.
Ma intanto, dopo l’ordinanza dirigenziale che, in condizioni meteo marine buone, vieta ai mezzi pesanti di entrare negli imbarchi cittadini, rada S. Francesco e stazione marittima, le ferrovie starebbero per studiare un piano alternativo per farsi che i mezzi pesanti possano eluderla. Da giorni, infatti, sarebbero stati avviati dei lavori per ripristinare la biglietteria di S. Raineri e per consentire l’ingresso dei mezzi pesanti da un varco che dalla zona falcata, area officine, arriva direttamente alla prima invasatura. Sul piede di guerra ci sono gli operatori commerciali della stazione marittima poiché, una decisione del genere, se confermata, farebbe drasticamente diminuire il loro giro d’affari. Stupirebbe, inoltre, e non poco, se le ferrovie dopo aver offerto al comune, in vari tavoli, la collaborazione per liberare il centro città dai mezzi pesanti, dovessero dar seguito ad un piano che porterebbe altri Tir sulla zona falcata attraverso la via La farina e il vetusto cavalcavia. Insomma, una decisone della serie “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Re: Situazione Porti dello Stretto
si prevedono per oggi condizioni meteomarine al limite, a causa dei venti di scirocco che soffieranno forti sull'area dello Stretto
sfoderate le macchinette fotografiche
sfoderate le macchinette fotografiche
Re: Situazione Porti dello Stretto
Stasera mi aspetta una bella traghettata
Giovanni- Data d'iscrizione : 09.12.10
Re: Situazione Porti dello Stretto
Non avevo abbastanza tempo, se no l'avrei fatta
Gianlusss- Data d'iscrizione : 13.03.11
Re: Situazione Porti dello Stretto
E' appena uscito dal porto di Messina il pontone utilizzato per il dragaggio a Tremestieri.
Quindi da oggi inizieranno i lavori
Quindi da oggi inizieranno i lavori
Re: Situazione Porti dello Stretto
Ho sentito dire dallo staff Bluferries che c'era un problema con i binari della seconda invasatura e quindi le navi dovevano utilizzare la prima. Un pò di disagio comunque per i passeggeri del mezzo veloce in quanto hanno dovuto aspettare lo scarico del treno merci dal Villa.
Gianlusss- Data d'iscrizione : 13.03.11
Re: Situazione Porti dello Stretto
Beh può essere sempre utilizzata la prima. Il problema è far arrivare dentro l'invaso i monocarena, i quali potrebbero utilizzare il molo della 0 quando non c'è la zattera
Re: Situazione Porti dello Stretto
Oggi ho visto la NT Villa....con 4 auto sul ponte macchine....finalmente hanno riaperto-se pur parzialmente- i ponti mobili per le auto!
Re: Situazione Porti dello Stretto
Inbus U 210 ha scritto:Oggi ho visto la NT Villa....con 4 auto sul ponte macchine....finalmente hanno riaperto-se pur parzialmente- i ponti mobili per le auto!
Accadeva già la scorsa estate.
Re: Situazione Porti dello Stretto
Più volte mi e' stato detto da dei marittimi di RFI e da un comandante,che loro hanno un ordinanza nella quale c'e scritto che non possono caricare auto e pedoni,ma solo i passeggeri del treno....
Re: Situazione Porti dello Stretto
Quante invasature ferroviarie sono agibili a Villa S.Giovanni? Più di una volta ho visto il Messina in attesa approdo. Forse perché una era occupata dal monocarena?
strettomessina- Data d'iscrizione : 10.11.09
Re: Situazione Porti dello Stretto
solo una viene sempre utilizzata quella in mezzo.
Il monocarena occupa sempre quella piu vicina alla banchina.
Mentre l'ultima quella che da verso messina viene occupata solamente dalle navi che attendono per andare verso la sardegna.
Il monocarena occupa sempre quella piu vicina alla banchina.
Mentre l'ultima quella che da verso messina viene occupata solamente dalle navi che attendono per andare verso la sardegna.
spqri- Data d'iscrizione : 20.07.09
Re: Situazione Porti dello Stretto
L'invasatura 1 la usa il monocarena dal Lunedi al Venerdì,la 2 e' normalmente usata,la 3 e' anche lei normalmente usata ma spesso ci hanno sostato delle navi....
Tremestieri non è più un TERMINAL
Fonte Gds 08/09/2014
Da oggi (9-9-2014) il Terminal Tremestieri non è più titolare della concessione relativa alle aree degli approdi della zona sud. È la novità più rilevante, ma forse non l’unica, in un settore dove nell’arco dei prossimi mesi potrebbero registrarsi numerose “sorprese”. Terminal Tremestieri è la denominazione della società consortile, composta da Caronte& Tourist, Meridiano e Bluferries, che ha gestito finora l’omonimo terminal costruito nel 2006. La concessione ha una durata che va di quattro anni in quattro anni e scade proprio in questo mese. L’Autorità portuale ha bandito la nuova gara, andata però deserta lo scorso 31 luglio. Si è deciso di procedere, dunque, con una proroga, nell’attesa dell’espletamento del nuovo bando. Ma la società si è detta non interessata a proseguire il servizio in proroga e, dunque, da domani dovremmo assistere a una sorta di “liberi tutti”, nel senso che non ci sarà più un consorzio a gestire le aree e che ogni compagnia di navigazione (come, d’altra parte, accade nel porto di Reggio Calabria) dovrà presentare istanza di attracco alla Capitaneria di porto. In teoria, tutte le società interessate a sviluppare traffici lungo le rotte dello Stretto potrebbero avanzare domanda. Bisognerà vedere come le compagnie riusciranno a organizzarsi e quali saranno gli effetti sugli attuali livelli occupazionali (la Srl Terminal Tremestieri dà lavoro a una trentina di dipendenti). L’Authority non si aspettava di trovare difficoltà così grandi nella selezione delle imprese alle quali affidare in concessione le aree e i beni che insistono in prossimità dei due scali di Tremestieri, «al fine di condurvi – questo è l’oggetto dell’appalto – la gestione commerciale al servizio del cabotaggio marittimo nazionale tra le sponde dello Stretto, nonché la manutenzione, l’esercizio in sicurezza e la custodia di tali aree e beni». In discussione vi è il canone a base d’asta per il periodo contrattuale di quattro anni che è stato stabilito, al netto dell’incremento Istat, in 2 milioni 670 mila euro e l’obbligo, per i concessionari, di assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria, comprese le eventuali operazioni di dragaggio dei fondali. Ma non è solo questo il punto controverso. All’orizzonte, infatti, incombe la data del 31 ottobre 2014, entro la quale l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha fissato il termine per la chiusura del procedimento anti-Trust avviato nei confronti degli armatori.
Da oggi (9-9-2014) il Terminal Tremestieri non è più titolare della concessione relativa alle aree degli approdi della zona sud. È la novità più rilevante, ma forse non l’unica, in un settore dove nell’arco dei prossimi mesi potrebbero registrarsi numerose “sorprese”. Terminal Tremestieri è la denominazione della società consortile, composta da Caronte& Tourist, Meridiano e Bluferries, che ha gestito finora l’omonimo terminal costruito nel 2006. La concessione ha una durata che va di quattro anni in quattro anni e scade proprio in questo mese. L’Autorità portuale ha bandito la nuova gara, andata però deserta lo scorso 31 luglio. Si è deciso di procedere, dunque, con una proroga, nell’attesa dell’espletamento del nuovo bando. Ma la società si è detta non interessata a proseguire il servizio in proroga e, dunque, da domani dovremmo assistere a una sorta di “liberi tutti”, nel senso che non ci sarà più un consorzio a gestire le aree e che ogni compagnia di navigazione (come, d’altra parte, accade nel porto di Reggio Calabria) dovrà presentare istanza di attracco alla Capitaneria di porto. In teoria, tutte le società interessate a sviluppare traffici lungo le rotte dello Stretto potrebbero avanzare domanda. Bisognerà vedere come le compagnie riusciranno a organizzarsi e quali saranno gli effetti sugli attuali livelli occupazionali (la Srl Terminal Tremestieri dà lavoro a una trentina di dipendenti). L’Authority non si aspettava di trovare difficoltà così grandi nella selezione delle imprese alle quali affidare in concessione le aree e i beni che insistono in prossimità dei due scali di Tremestieri, «al fine di condurvi – questo è l’oggetto dell’appalto – la gestione commerciale al servizio del cabotaggio marittimo nazionale tra le sponde dello Stretto, nonché la manutenzione, l’esercizio in sicurezza e la custodia di tali aree e beni». In discussione vi è il canone a base d’asta per il periodo contrattuale di quattro anni che è stato stabilito, al netto dell’incremento Istat, in 2 milioni 670 mila euro e l’obbligo, per i concessionari, di assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria, comprese le eventuali operazioni di dragaggio dei fondali. Ma non è solo questo il punto controverso. All’orizzonte, infatti, incombe la data del 31 ottobre 2014, entro la quale l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha fissato il termine per la chiusura del procedimento anti-Trust avviato nei confronti degli armatori.
Re: Situazione Porti dello Stretto
Ciao a tutti. Ma che lavori d'ampliamento devono fare a Tremestieri??
Vito.Antonio- Data d'iscrizione : 08.08.14
Tremestieri, l’Antitrust aveva “previsto” tutto
fonte: GdS 29/9/2014
C’è una «strutturale incapacità del porto di Tremestieri ad accogliere l’intero traffico merci dello Stretto». E soprattutto non può stupire che nessuno si sia voluto prendere la briga di gestire un approdo che è nato e rimane “a metà”. Una condizione di precarietà che si allontanerà definitivamente solo quando il porto a sud sarà definitivamente completato e che ha portato già ad alcune conseguenze. Tra queste, la gara del 31 luglio per la concessione del terminal, andata deserta, ed il no deciso alla proroga da parte di chi, l’approdo di Tremestieri, lo ha gestito fino a ieri. Non può stupire, appunto, che sia finita così. E non può stupire certo i vertici dell’Autorità portuale. Che erano stati avvisati, in maniera molto dettagliata, da una nota dell’Antitrust datata 11 luglio e dedicata proprio alla gara per l’affidamento in concessione del porto di Tremestieri. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato produce, ben venti giorni prima del termine ultimo della gara, una serie di osservazioni sulle «possibili problematiche concorrenziali derivanti dallo svolgimento della procedura ad evidenza pubblica prevista nel bando». E sembrano essere cadute nel vuoto le attese dell’Antitrust, che auspicava che «l’Autorità portuale tenga in considerazione le osservazioni, nell’ottica di favorire il ripristino di normali condizioni concorrenziali nel mercato del trasporto marittimo, in particolare merci, nello Stretto di Messina, ora profondamente alterate in conseguenza del peculiare assetto strutturale che lo contraddistingue». Auspicio al quale non hanno fatto seguito azioni da parte dell’Autorità portuale, che secondo l’Antitrust avrebbe dovuto rinviare, sebbene solo «per il tempo minimo indispensabile all’avvio delle opere», la procedura di gara, ma «realmente competitiva». Così non è stato, la gara è andata deserta, la proroga è stata rifiutata e oggi si... naviga a vista.
C’è una «strutturale incapacità del porto di Tremestieri ad accogliere l’intero traffico merci dello Stretto». E soprattutto non può stupire che nessuno si sia voluto prendere la briga di gestire un approdo che è nato e rimane “a metà”. Una condizione di precarietà che si allontanerà definitivamente solo quando il porto a sud sarà definitivamente completato e che ha portato già ad alcune conseguenze. Tra queste, la gara del 31 luglio per la concessione del terminal, andata deserta, ed il no deciso alla proroga da parte di chi, l’approdo di Tremestieri, lo ha gestito fino a ieri. Non può stupire, appunto, che sia finita così. E non può stupire certo i vertici dell’Autorità portuale. Che erano stati avvisati, in maniera molto dettagliata, da una nota dell’Antitrust datata 11 luglio e dedicata proprio alla gara per l’affidamento in concessione del porto di Tremestieri. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato produce, ben venti giorni prima del termine ultimo della gara, una serie di osservazioni sulle «possibili problematiche concorrenziali derivanti dallo svolgimento della procedura ad evidenza pubblica prevista nel bando». E sembrano essere cadute nel vuoto le attese dell’Antitrust, che auspicava che «l’Autorità portuale tenga in considerazione le osservazioni, nell’ottica di favorire il ripristino di normali condizioni concorrenziali nel mercato del trasporto marittimo, in particolare merci, nello Stretto di Messina, ora profondamente alterate in conseguenza del peculiare assetto strutturale che lo contraddistingue». Auspicio al quale non hanno fatto seguito azioni da parte dell’Autorità portuale, che secondo l’Antitrust avrebbe dovuto rinviare, sebbene solo «per il tempo minimo indispensabile all’avvio delle opere», la procedura di gara, ma «realmente competitiva». Così non è stato, la gara è andata deserta, la proroga è stata rifiutata e oggi si... naviga a vista.
Re: Situazione Porti dello Stretto
Ieri blocco della navigazione da Villa e per Villa S.G. a causa di una manifestazione di alcuni precari calabresi. Le navi bidirezionali hanno effettuato il servizio con Reggio Calabria.
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E’ stato tolto da pochi minuti il blocco attuato in mattinata da circa un migliaio di precari e percettori di ammortizzatori sociali in deroga agli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni. La decisione e’ stata adottata al termine di un vertice convocato dal prefetto di Reggio Calabria, alla presenza dei rappresentanti di Cisl e Uil, dopo che e’ stato assicurato il pagamento di due mensilita’ ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga e, contestualmente, l’apertura di un tavolo di confronto sulla vertenza che, in Calabria, riguarda circa 26 mila lavoratori. “Rimane lo stato di agitazione – ha detto il segretario generale della Uil della Calabria, Santo Biondo, al termine della riunione – ma la situazione si e’ potuta sbloccare stasera grazie alla mediazione del prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, e del questore che riteniamo siano interlocutori autorevoli cui fare affidamento“. Il blocco degli imbarcaderi, andato avanti per tutta la giornata, ha provocato notevoli disagi ed i traghetti da e per la Sicilia sono stati dirottati, con pesanti ritardi e difficolta’, nel porto di Reggio Calabria.
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Traghetti bloccati in mare, la drammatica storia di Brigida: malata di SLA, ha rischiato di morire soffocata
16 ottobre 2014 22:49 | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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E’ stato tolto da pochi minuti il blocco attuato in mattinata da circa un migliaio di precari e percettori di ammortizzatori sociali in deroga agli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni. La decisione e’ stata adottata al termine di un vertice convocato dal prefetto di Reggio Calabria, alla presenza dei rappresentanti di Cisl e Uil, dopo che e’ stato assicurato il pagamento di due mensilita’ ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga e, contestualmente, l’apertura di un tavolo di confronto sulla vertenza che, in Calabria, riguarda circa 26 mila lavoratori. “Rimane lo stato di agitazione – ha detto il segretario generale della Uil della Calabria, Santo Biondo, al termine della riunione – ma la situazione si e’ potuta sbloccare stasera grazie alla mediazione del prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, e del questore che riteniamo siano interlocutori autorevoli cui fare affidamento“. Il blocco degli imbarcaderi, andato avanti per tutta la giornata, ha provocato notevoli disagi ed i traghetti da e per la Sicilia sono stati dirottati, con pesanti ritardi e difficolta’, nel porto di Reggio Calabria.
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Traghetti bloccati in mare, la drammatica storia di Brigida: malata di SLA, ha rischiato di morire soffocata
16 ottobre 2014 22:49 | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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Una storia che ha dell’incredibile e di cui – in questo giorno di straordinaria follia in mezzo allo Stretto- vittima incolpevole è stata Brigida.
Brigida è una signora di Reggio Calabria, malata di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), che come migliaia di altri utenti quest’oggi aveva necessità di attraversare lo Stretto per essere dimessa dal centro NEMO SUD, fiore all’occhiello della sanità messinese soprattutto per la malattia di cuiBrigida è affetta ormai da anni.
Accompagnata da Carmelo Genovese, uno dei referenti della sezione reggina dell’AISLA, le peripezie di Brigida cominciano già all’andata quando – giunta agli imbarcaderi di Villa San Giovanni – ai suoi accompagnatori è stato impedito di partire.
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Tornati al Porto di Reggio- dove ormai venivano dirottati i traghetti della “Caronte” – a Brigida tocca affrontare dopo settimane di ricovero nella struttura messinese il viaggio di ritorno.
Un viaggio di 40 minuti, che si trasforma in un incubo. Come migliaia di altri viaggiatori è rimasta per ore “sequestrata” su una nave in mezzo dello Stretto, se non fosse che Brigida è affetta da crisi di respirazione dovute alla sua malattia, che la costringe ad alimentarsi con la PEG per evitare il soffocamento.
Immaginate Brigida bloccata su una Caronte per ore in preda al panico e solo l’intervento di due pattuglie della Polizia di Catania ha evitato il peggio; recatesi dal comandante lo hanno costretto ad attraccare.
Brigida adesso è provata, stanca e impaurita.
Quando la protesta oltrepassa il limite…
Re: Situazione Porti dello Stretto
e le foto
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Traffico in tilt a Reggio, Villa e Messina: traghetti fermi in mare; porti, strade e autostrade paralizzate [FOTO]
16 ottobre 2014 20:53 | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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Traffico in tilt a Reggio, Villa e Messina: traghetti fermi in mare; porti, strade e autostrade paralizzate [FOTO]
16 ottobre 2014 20:53 | [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
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Il blocco degli imbarcaderi di Villa San Giovanni da parte dei precari e dei percettori di ammortizzatori sociali che perdura da stamane, sta creando forti disagi anche nel porto di Reggio Calabria dove è obbligatorio transitare per imbarcarsi verso la Sicilia. Le navi traghetto provenienti da Messina sono costrette a sostare fuori dal porto reggino attendendo il proprio turno per poter attraccare nello scalo che non è attrezzato a questo tipo di viabilità continua.
Per ovviare alle difficoltà scaturite dal blocco dei manifestanti, inoltre, le società Caronte e Ferrovie dello Stato hanno stabilito che i viaggiatori in possesso di biglietto per la traversata, a prescindere dall’operatore dal quale li hanno acquistati, potranno utilizzarli indistintamente sia sui traghetti privati che su quelli delle Fs. La soluzione e’ stata adottata, momentaneamente, per tentare di fare fronte alla situazione di difficolta’ venutasi a creare proprio in seguito al blocco degli imbarcaderi di Villa San Giovanni. Il traffico, intanto, è in tilt a Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Lunghe code sull’A3 Salerno-Reggio per l’uscita dello svincolo del porto di Reggio, completamente paralizzata.
A Roma proprio oggi era in programma una seduta della Cabina di regia per la Calabria, istituita dal governo Renzi proprio per dare risposte alle tante emergenze della regione. C’è grande attesa tra i manifestanti per i risultati della riunione di Palazzo Chigi che è stata preceduta da un incontro tra la deputazione calabrese del Pd e il coordinatore dell’organismo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio.
In un comunicato il braccio destro di Renzi e i parlamentari democrat puntano il dito contro la Regione Calabria. “Invece di risolvere i drammatici problemi posti alla loro attenzione – c’è scritto nel testo diffuso a conclusione dell’incontro – la presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi e l’assessore al Lavoro, Nazzareno Salerno, hanno giocato sulla pelle dei lavoratori bloccando di fatto il raggiungimento di ogni possibile soluzione“.
Poco piu’ tardi è il comunicato di Palazzo Chigi a rincarare la dose sulle responsabilità dell’esecutivo calabrese aggiungendo, però, che sulla questione “calda” degli ammortizzatori in deroga, “il Governo è disponibile a considerare nuovi bisogni, comunque con la compartecipazione della Regione, e ad assumere le iniziative necessarie“.
Spiragli di intesa? Tutt’altro. L’esito della riunione delude manifestanti e sindacalisti. Per Santo Biondo, segretario generale della Uil, “la Cabina di regia non ha compreso la gravità della situazione calabrese“. La mobilitazione, assicurano i manifestanti, non si ferma ed il blocco dei traghetti nello Stretto di Messina continua. E il caos pure:
Poco piu’ tardi è il comunicato di Palazzo Chigi a rincarare la dose sulle responsabilità dell’esecutivo calabrese aggiungendo, però, che sulla questione “calda” degli ammortizzatori in deroga, “il Governo è disponibile a considerare nuovi bisogni, comunque con la compartecipazione della Regione, e ad assumere le iniziative necessarie“.
Spiragli di intesa? Tutt’altro. L’esito della riunione delude manifestanti e sindacalisti. Per Santo Biondo, segretario generale della Uil, “la Cabina di regia non ha compreso la gravità della situazione calabrese“. La mobilitazione, assicurano i manifestanti, non si ferma ed il blocco dei traghetti nello Stretto di Messina continua. E il caos pure:
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Re: Situazione Porti dello Stretto
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[size=32]NON SOLO FRANZA DIETRO LA TERMINAL TREMESTIERI SRL: ECCO I NOMI[/size]
Giovedi, 16 ottobre 2014
L’inchiesta di Manuela Modica pubblicata oggi sul dorso palermitano di Repubblica ha messo nero su bianco i numeri e la spartizione della grande torta del traghettamento nello Stretto di Messina, sulla cui gestione monopolistica l’Antitrust ha aperto l’ennesima indagine nel luglio 2013, il cui esito è atteso alla fine del mese di ottobre. Al di là dell’evidente problema della continuità territoriale, quale diritto costituzionale negato per i residenti delle due sponde, in particolare i pendolari costretti a utilizzare i vettori privati (a maggior ragione dopo la decisione di BlueFerries di lasciare il porto storico, scaricando alla delibera sindacale antitir il mancato introito necessario a mantenere il servizio), il lavoro giornalistico ha fatto emergere con chiarezza i rapporti di potere e gli interessi che legano le parti.
Un paginone fitto di dati, che aiutano anche a dare un senso al progressivo smantellamento delle Ferrovie dello Stato, se come risulta dall’inchiesta giornalistica, il manager Innocenzo Cipolletta, che è stato presidente delle FS dal 2006 al 2010, e già presidente di Ubs Fiduciaria, è attualmente presidente del Fondo italiano di Investimento nominato dal ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e tutti sono soci della Caronte, attraverso quote societarie intrecciate.
I dati emersi, non sono per nulla “scontati”: la Caronte &Tourist Spa, la cui proprietà è storicamente attribuita alle due note famiglie dello Stretto, i Franza e i Matacena, infatti, vede anche la partecipazione, attraverso quote societarie incrociate, di tante banche e dello stesso ministero dell’Economia, senza dimenticare la partecipazione della Ge.Pa. di Francantonio Genovese, attualmente ai domiciliari per l’inchiesta sulla Formazione.
Ecco cosa ha scoperto Manuela Modica:
“LE QUOTE INCROCIATE – La prima scatola ne apre altre tre. La proprietà della Caronte & Tourist Spa è così ripartita: Ferry investments Srl, con una quota del 10 per cento. Caronte Srl, con quota del 48.56. Tourist Ferry Boat Spa con il 41,44 percento. Ma chi possiede gueste società? Scatole che aprono altre scatole. Gennaro Matacena ha la fetta più ampia, possedendo al 74,91 per cento la Caronte Srl (il resto ai familiari). Socio unico della Ferrylnvestments è, invece, il Fondo italiano d’investimento Sgr Spa. Un’altra scatola ma non è nota, è aprendo questa che si scopre l’elenco di banche e il ministero. Soci del Fondo italano, tutti col 12,5 per cento sono: Unicredit, Istituto centrale delle banche popolari italiane Spa, Intesa San paolo, Monte dei Paschi di Siena, Associazione bancaria italiana, Confindustria, Cassa Depositi e Prestiti, ministero dell’Economia e delle Finanze. Andiamo adesso a TouristFerryBoat Spa: il 36 percento è di Ubs Fiduciaria Spa, la costola italiano del gruppo bancario svizzero sul quale pesa l’accusa di riciclaggio aggravato e frode fiscale in Francia. Mentre il 42,75 è diviso tra i membri della famiglia Franza-Mondello.
SPUNTA FRANCANTONIO GENOVESE – Resta la Ge. Pa Srl col 20,47. Societa’ che fa capo a Genovese, finita nelle maglie dell’inchiesta sulla Formazione della procura di Messina, cui amministratore delegato risultava fino al 2012 Concetta Cannavò, ex tesoriera Pd. E visti i soci della Caronte, perciò, non sorprende la lettura del lunghissimo curriculum di Innocenzo CipolIetta, cavaliere di Gran Croce, che è stato presidente delle Ferrovie dello Stato dal 2006 al 2010, adesso presidente del Fondo italiano d’investimento nominato dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, e già presidente di Ubs Fiduciaria: tutti soci della Caronte. Che, però, non è l’unico vettore privato, esiste anche la Meridiano Lines Srl cui socio al 50 per cento è il Monte dei Paschi di Siena. La Meridiano è socia della Caronte & Tourist Spa (di cui Monte dei Paschi possiede un’altra quota) e di Rfi con pari quote del 33,3 per cento in Terminal Tremestieri Srl. A fine mese l’Antitrust chiuderà la procedura sull’assenza reale di mercato. Ma a guardare i tanti intrecci e gli incarichi di Cipolletta, la risposta non pare lontana”.
[size=32]NON SOLO FRANZA DIETRO LA TERMINAL TREMESTIERI SRL: ECCO I NOMI[/size]
Giovedi, 16 ottobre 2014
L’inchiesta di Manuela Modica pubblicata oggi sul dorso palermitano di Repubblica ha messo nero su bianco i numeri e la spartizione della grande torta del traghettamento nello Stretto di Messina, sulla cui gestione monopolistica l’Antitrust ha aperto l’ennesima indagine nel luglio 2013, il cui esito è atteso alla fine del mese di ottobre. Al di là dell’evidente problema della continuità territoriale, quale diritto costituzionale negato per i residenti delle due sponde, in particolare i pendolari costretti a utilizzare i vettori privati (a maggior ragione dopo la decisione di BlueFerries di lasciare il porto storico, scaricando alla delibera sindacale antitir il mancato introito necessario a mantenere il servizio), il lavoro giornalistico ha fatto emergere con chiarezza i rapporti di potere e gli interessi che legano le parti.
Un paginone fitto di dati, che aiutano anche a dare un senso al progressivo smantellamento delle Ferrovie dello Stato, se come risulta dall’inchiesta giornalistica, il manager Innocenzo Cipolletta, che è stato presidente delle FS dal 2006 al 2010, e già presidente di Ubs Fiduciaria, è attualmente presidente del Fondo italiano di Investimento nominato dal ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e tutti sono soci della Caronte, attraverso quote societarie intrecciate.
I dati emersi, non sono per nulla “scontati”: la Caronte &Tourist Spa, la cui proprietà è storicamente attribuita alle due note famiglie dello Stretto, i Franza e i Matacena, infatti, vede anche la partecipazione, attraverso quote societarie incrociate, di tante banche e dello stesso ministero dell’Economia, senza dimenticare la partecipazione della Ge.Pa. di Francantonio Genovese, attualmente ai domiciliari per l’inchiesta sulla Formazione.
Ecco cosa ha scoperto Manuela Modica:
“LE QUOTE INCROCIATE – La prima scatola ne apre altre tre. La proprietà della Caronte & Tourist Spa è così ripartita: Ferry investments Srl, con una quota del 10 per cento. Caronte Srl, con quota del 48.56. Tourist Ferry Boat Spa con il 41,44 percento. Ma chi possiede gueste società? Scatole che aprono altre scatole. Gennaro Matacena ha la fetta più ampia, possedendo al 74,91 per cento la Caronte Srl (il resto ai familiari). Socio unico della Ferrylnvestments è, invece, il Fondo italiano d’investimento Sgr Spa. Un’altra scatola ma non è nota, è aprendo questa che si scopre l’elenco di banche e il ministero. Soci del Fondo italano, tutti col 12,5 per cento sono: Unicredit, Istituto centrale delle banche popolari italiane Spa, Intesa San paolo, Monte dei Paschi di Siena, Associazione bancaria italiana, Confindustria, Cassa Depositi e Prestiti, ministero dell’Economia e delle Finanze. Andiamo adesso a TouristFerryBoat Spa: il 36 percento è di Ubs Fiduciaria Spa, la costola italiano del gruppo bancario svizzero sul quale pesa l’accusa di riciclaggio aggravato e frode fiscale in Francia. Mentre il 42,75 è diviso tra i membri della famiglia Franza-Mondello.
SPUNTA FRANCANTONIO GENOVESE – Resta la Ge. Pa Srl col 20,47. Societa’ che fa capo a Genovese, finita nelle maglie dell’inchiesta sulla Formazione della procura di Messina, cui amministratore delegato risultava fino al 2012 Concetta Cannavò, ex tesoriera Pd. E visti i soci della Caronte, perciò, non sorprende la lettura del lunghissimo curriculum di Innocenzo CipolIetta, cavaliere di Gran Croce, che è stato presidente delle Ferrovie dello Stato dal 2006 al 2010, adesso presidente del Fondo italiano d’investimento nominato dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, e già presidente di Ubs Fiduciaria: tutti soci della Caronte. Che, però, non è l’unico vettore privato, esiste anche la Meridiano Lines Srl cui socio al 50 per cento è il Monte dei Paschi di Siena. La Meridiano è socia della Caronte & Tourist Spa (di cui Monte dei Paschi possiede un’altra quota) e di Rfi con pari quote del 33,3 per cento in Terminal Tremestieri Srl. A fine mese l’Antitrust chiuderà la procedura sull’assenza reale di mercato. Ma a guardare i tanti intrecci e gli incarichi di Cipolletta, la risposta non pare lontana”.
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