vertenza servirail
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Doppia simmetrica
Guizzo90
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Gualtiero
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Re: vertenza servirail
Doppia simmetrica ha scritto:Lo vedi che è come dicevo io?
...adesso tirano pure calci, che se ne stessero a casa allora!
Per come l'articolo pone la questione si. Sembra proprio un'irriverenza che, oggi come oggi...è fuori luogo!Evviva la Sicilia
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Servirail, disperazione e tempi strettissimi Momenti di tensione, un operaio tenta di buttarsi giù. Confronto con Garofalo (Pdl) e Genovese (Pd)
Articolo di Sebastiano Caspanello, pubblicato oggi sulla GdS. Buona lettura.
La festa della Repubblica la vivranno lassù, in cima al campanile del Duomo. E lo stesso faranno con la festa della città, la festa della Patrona, la Madonna della Lettera. Perché lassù ci mangiano, ci dormono, ci vivono e ci vivranno a oltranza i lavoratori ex Servirail, protagonisti della madre di tutte le vertenze. Non tutti, perché purtroppo anche lì dove la lotta per il pane da portare a casa dovrebbe unire, si registrano incomprensibili divisioni. Ma ci saranno. «Rimarremo sul campanile – hanno ribadito ieri – sino a quando dalle istituzioni non arriverà una reale soluzione alla vertenza».
Anche ieri, dunque, si è ripetuta quella paradossale scena: i turisti in piazza, calzoni corti, macchina fotografica e naso all'insù, con lo sguardo rivolto verso il campanile, verso il leone, il gallo, il grande meccanismo ma soprattutto quelle persone disperate, identificate dai loro striscioni, che urlano e si dimenano. Uno di loro, Rosario Venturuoli, ha fatto venir paura a tutti. Perché a un certo punto aveva deciso di farla finita (vedi la foto scattata da Alessio Villari). «Volevo farla finita e lanciarmi nel vuoto», ha raccontato quando le acque si sono calmate. Un altro dei volti della disperazione. Qualche settimana fa aveva tentato lo stesso, estremo gesto Lillo Rizzo, in quel caso dal tetto della stazione centrale, dove al binario 1 continua il presidio "parallelo": «Anche io come Rosario ho tentato il suicidio qualche settimana fa, ma sono pentito perché questi gesti non andrebbero mai fatti». Il punto è che mentre sui vari tavoli che si aprono, si chiudono e poi si riaprono si discute di soluzioni più o meno credibili, c'è la vita di tutti i giorni da affrontare. Rosario rischia di perdere la casa, perché non riesce più a pagare il mutuo. Stesso destino per Lillo, ogni giorno riceve le chiamate della banca che "minaccia" di mettergli in vendita la casa. Francesco Santacaterina non sa «come pagare il regalo e il ricevimento per mio figlio che deve fare la prima comunione, non so come dirglielo».
Giuseppe Arrigo è uno di quelli che ieri notte ha dormito nello stretto corridoio del campanile: «Noi siamo padri di famiglia, non teppisti. Il 17 luglio, se non riuscirò a pagare, la mia casa andrà all'asta. Pago 800 euro di mutuo e prendo 850 euro di disoccupazione, che si ridurrà del 60 per cento a luglio e del 30 per cento ad agosto. Ditemi voi come devo fare». Pasquale Maimone fa capire come basterebbe davvero poco per risolvere la questione: «Servirebbero tre-quattro vetture in più al treno già esistente. Non vogliamo i miracoli da una politica che non si è dimostrata certo capace di farne, ma cose semplici e fattibili». Delle risposte i lavoratori se le attendono anche dal tribunale, dove è in corso una vertenza parallela fondata sulla cosiddetta "interposizione di manodopera". «È vero – ci spiegano Giuseppe e Pasquale – noi risultavamo lavoratori Servirail. Ma una volta sul treno, noi eravamo di fatto dipendenti delle Ferrovie. La ditta ci forniva solo i documenti, per il resto lavoravamo in ambienti delle Fs, con materiali delle Fs e dispositivi delle Fs». E per questo Fs non può "dimenticarsi" di loro. Di loro non si dimentica la mensa di Sant'Antonio, che oggi alle 13 porterà pasti calci e generi di prima necessità ai lavoratori.
Il problema è che, al di là delle concertazioni, dei confronti e di chissà cos'altro, i tempi sono stretti, strettissimi. «Va trovata una soluzione, anche tampone ma concreta e condivisa, non come quella che c'è stata proposta, entro il 10 giugno», spiega Michele Barresi della Cisl. Il 10 giugno, infatti, partirà il primo Siracusa-Milano, ma ad oggi non si sa chi ci sarà a bordo e da quale impianto per treni notte. Su quel treno, è questa la sostanza, devono esserci i "nostri" lavoratori Servirail. Proprio sulla necessità di trovare un accordo in tempi brevi si è concentrato il confronto – di cui le parti hanno voluto sottolineare la natura informale – tra una delegazione di lavoratori, Barresi della Cisl, Pino Foti della Cgil e i deputati nazionali Enzo Garofalo, del Pdl, e Francantonio Genovese, del Pd. Un incontro volutamente "bipartisan" per chiarire, come ribadito da Garofalo, che «almeno noi deputati dobbiamo dare il segnale di non dividerci, il problema è complesso ma reale». L'obiettivo è mettere nero su bianco delle proposte condivise, unificando i due canali, quello politico e quello sindacale, focalizzando la questione su due punti. Il "macroproblema", la vertenza Stretto in senso lato, con l'abbandono delle nostre terre da parte delle Fs lungo un lento ma inesorabile cammino iniziato qualche anno fa. Ed il "problema nel problema", immediatamente e ovviamente collegato al primo, quello dei lavoratori. Primo traguardo da raggiungere, dunque, ripristinare i servizi in maniera razionale per l'utenza e per i lavoratori. Raggiunto il primo, il secondo ne diverrebbe una naturale conseguenza. «Non possiamo più sentire parlare di appalti poco credibili – evidenzia ancora Barresi – ci vuole una proposta equa, vi vogliono almeno quattro vetture in più sul treno notte, solo così tutti i nostri lavoratori potranno tornare a lavorare». E questa soluzione, va sottolineato mille volte perché ormai è cruciale, va trovata entro il 10 giugno.
Ma come detto si registrano ancora divisioni e spaccature. E neanche di poco conto. Perché sono ben 47 (non una manciata) i lavoratori che non si riconoscono con la linea degli occupanti del campanile e che ieri, come riferiscono in un comunicato, non sono stati invitati all'incontro con Garofalo e Genovese all'hotel Royal, «pur essendo la parte più interessata. Siamo 47, abbiamo costituito e ufficializzato un comitato di base per avere voce in capitolo a qualsiasi trattativa o riunione attinente la "Servirail di Messina" e pertanto ci dissociamo da qualsiasi accordo si tenti di sottoscrivere senza che ci sia al tavolo una rappresentanza del Comitato ed inoltre diffidiamo qualunque sindacato voglia rappresentarci senza che una delegazione del Comtiato sia presente al tavolo». Le parti si sono date appuntamento a lunedì per poi consentire ai deputati di consegnare al ministero dei Trasporti, martedì prossimo, un pacchetto di proposte. Ma è bene che siano "tutte", le parti. Perché il dramma non può conoscer e divisioni di sorta.
La festa della Repubblica la vivranno lassù, in cima al campanile del Duomo. E lo stesso faranno con la festa della città, la festa della Patrona, la Madonna della Lettera. Perché lassù ci mangiano, ci dormono, ci vivono e ci vivranno a oltranza i lavoratori ex Servirail, protagonisti della madre di tutte le vertenze. Non tutti, perché purtroppo anche lì dove la lotta per il pane da portare a casa dovrebbe unire, si registrano incomprensibili divisioni. Ma ci saranno. «Rimarremo sul campanile – hanno ribadito ieri – sino a quando dalle istituzioni non arriverà una reale soluzione alla vertenza».
Anche ieri, dunque, si è ripetuta quella paradossale scena: i turisti in piazza, calzoni corti, macchina fotografica e naso all'insù, con lo sguardo rivolto verso il campanile, verso il leone, il gallo, il grande meccanismo ma soprattutto quelle persone disperate, identificate dai loro striscioni, che urlano e si dimenano. Uno di loro, Rosario Venturuoli, ha fatto venir paura a tutti. Perché a un certo punto aveva deciso di farla finita (vedi la foto scattata da Alessio Villari). «Volevo farla finita e lanciarmi nel vuoto», ha raccontato quando le acque si sono calmate. Un altro dei volti della disperazione. Qualche settimana fa aveva tentato lo stesso, estremo gesto Lillo Rizzo, in quel caso dal tetto della stazione centrale, dove al binario 1 continua il presidio "parallelo": «Anche io come Rosario ho tentato il suicidio qualche settimana fa, ma sono pentito perché questi gesti non andrebbero mai fatti». Il punto è che mentre sui vari tavoli che si aprono, si chiudono e poi si riaprono si discute di soluzioni più o meno credibili, c'è la vita di tutti i giorni da affrontare. Rosario rischia di perdere la casa, perché non riesce più a pagare il mutuo. Stesso destino per Lillo, ogni giorno riceve le chiamate della banca che "minaccia" di mettergli in vendita la casa. Francesco Santacaterina non sa «come pagare il regalo e il ricevimento per mio figlio che deve fare la prima comunione, non so come dirglielo».
Giuseppe Arrigo è uno di quelli che ieri notte ha dormito nello stretto corridoio del campanile: «Noi siamo padri di famiglia, non teppisti. Il 17 luglio, se non riuscirò a pagare, la mia casa andrà all'asta. Pago 800 euro di mutuo e prendo 850 euro di disoccupazione, che si ridurrà del 60 per cento a luglio e del 30 per cento ad agosto. Ditemi voi come devo fare». Pasquale Maimone fa capire come basterebbe davvero poco per risolvere la questione: «Servirebbero tre-quattro vetture in più al treno già esistente. Non vogliamo i miracoli da una politica che non si è dimostrata certo capace di farne, ma cose semplici e fattibili». Delle risposte i lavoratori se le attendono anche dal tribunale, dove è in corso una vertenza parallela fondata sulla cosiddetta "interposizione di manodopera". «È vero – ci spiegano Giuseppe e Pasquale – noi risultavamo lavoratori Servirail. Ma una volta sul treno, noi eravamo di fatto dipendenti delle Ferrovie. La ditta ci forniva solo i documenti, per il resto lavoravamo in ambienti delle Fs, con materiali delle Fs e dispositivi delle Fs». E per questo Fs non può "dimenticarsi" di loro. Di loro non si dimentica la mensa di Sant'Antonio, che oggi alle 13 porterà pasti calci e generi di prima necessità ai lavoratori.
Il problema è che, al di là delle concertazioni, dei confronti e di chissà cos'altro, i tempi sono stretti, strettissimi. «Va trovata una soluzione, anche tampone ma concreta e condivisa, non come quella che c'è stata proposta, entro il 10 giugno», spiega Michele Barresi della Cisl. Il 10 giugno, infatti, partirà il primo Siracusa-Milano, ma ad oggi non si sa chi ci sarà a bordo e da quale impianto per treni notte. Su quel treno, è questa la sostanza, devono esserci i "nostri" lavoratori Servirail. Proprio sulla necessità di trovare un accordo in tempi brevi si è concentrato il confronto – di cui le parti hanno voluto sottolineare la natura informale – tra una delegazione di lavoratori, Barresi della Cisl, Pino Foti della Cgil e i deputati nazionali Enzo Garofalo, del Pdl, e Francantonio Genovese, del Pd. Un incontro volutamente "bipartisan" per chiarire, come ribadito da Garofalo, che «almeno noi deputati dobbiamo dare il segnale di non dividerci, il problema è complesso ma reale». L'obiettivo è mettere nero su bianco delle proposte condivise, unificando i due canali, quello politico e quello sindacale, focalizzando la questione su due punti. Il "macroproblema", la vertenza Stretto in senso lato, con l'abbandono delle nostre terre da parte delle Fs lungo un lento ma inesorabile cammino iniziato qualche anno fa. Ed il "problema nel problema", immediatamente e ovviamente collegato al primo, quello dei lavoratori. Primo traguardo da raggiungere, dunque, ripristinare i servizi in maniera razionale per l'utenza e per i lavoratori. Raggiunto il primo, il secondo ne diverrebbe una naturale conseguenza. «Non possiamo più sentire parlare di appalti poco credibili – evidenzia ancora Barresi – ci vuole una proposta equa, vi vogliono almeno quattro vetture in più sul treno notte, solo così tutti i nostri lavoratori potranno tornare a lavorare». E questa soluzione, va sottolineato mille volte perché ormai è cruciale, va trovata entro il 10 giugno.
Ma come detto si registrano ancora divisioni e spaccature. E neanche di poco conto. Perché sono ben 47 (non una manciata) i lavoratori che non si riconoscono con la linea degli occupanti del campanile e che ieri, come riferiscono in un comunicato, non sono stati invitati all'incontro con Garofalo e Genovese all'hotel Royal, «pur essendo la parte più interessata. Siamo 47, abbiamo costituito e ufficializzato un comitato di base per avere voce in capitolo a qualsiasi trattativa o riunione attinente la "Servirail di Messina" e pertanto ci dissociamo da qualsiasi accordo si tenti di sottoscrivere senza che ci sia al tavolo una rappresentanza del Comitato ed inoltre diffidiamo qualunque sindacato voglia rappresentarci senza che una delegazione del Comtiato sia presente al tavolo». Le parti si sono date appuntamento a lunedì per poi consentire ai deputati di consegnare al ministero dei Trasporti, martedì prossimo, un pacchetto di proposte. Ma è bene che siano "tutte", le parti. Perché il dramma non può conoscer e divisioni di sorta.
Servirail, ennesimo atto di arroganza di Fs La rabbia dei lavoratori: «Il treno Sicilia-Milano attraverserà lo Stretto solo se avrà noi a bordo»
Fonte: GdS 7-6-2012, articolo di Mauro Cucè
È il giorno della verità. Ma le premesse non sono affatto incoraggianti. Sul tavolo delle trattative Ferrovie dello Stato continua a mettere una proposta a dir poco inaccettabile, ma soprattutto tanta arroganza, in barba al dramma che stanno vivendo gli 81 lavoratori ex Servirail e senza preoccuparsi minimamente di una regione, la Sicilia, sempre più oggetto di un vergognoso smantellamento che va avanti da anni.
Dicevamo del passaggio nodale della giornata odierna, che vivrà due appuntamenti decisivi e strettamente connessi. All'incontro fissato per oggi a Roma, dove in mattinata i deputati messinesi Enzo Garofalo e Francantonio Genovese, affiancati dal senatore Gianpiero D'Alia, vedranno il sottosegretario Guido Improta, a cui esporranno le soluzioni individuate dai lavoratori, farà infatti seguito nel pomeriggio, alle 16, un faccia a faccia a Palermo tra Fs, i sindacati e l'assessore regionale dimissionario Pier Carmelo Russo (in carica sino al 9). Un appuntamento resosi necessario dopo l'accelerazione – ma forse sarebbe meglio dire ricatto – impressa nelle scorse ore da Fs. Sul tavolo dell'assessore Russo, infatti, è arrivata una nota del responsabile risorse umane di Ferrovie dello Stato, Domenico Braccialarghe, con la quale Fs di fatto dà un aut-aut ai lavoratori. In sostanza si ricorda che dall'11 giugno partirà il nuovo collegamento Sicilia-Milano e che è concreto il rischio che «l'Azienda Angel Service, gestore del servizio di accompagnamento notte, debba assumere ex lavoratori Servirail di altre regioni per garantire il nuovo collegamento». Una "minaccia" che ha una chiosa: «Questa sarebbe una beffa – continua l'esponente di Fs – rispetto agli sforzi fin qui fatti da lei e dal presidente della Regione». E quindi la riproposizione dell'offerta già presentata il 28 maggio: «Continuo a ritenere – scrive Braccialarghe – che il buonsenso debba e possa prevalere, portando alla firma di un accordo che garantisca contestualmente l'assunzione a bordo treno di 21 unità full time (o di 30 part time, ndc) e di tutto il restante personale nel sistema degli appalti». Una nota che sa tanto di presa in giro e che rischia di inasprire la vertenze e soprattutto esasperare gli animi dei lavoratori. La sensazione è che più di qualcuno stia gettando benzina sul fuoco di una vicenda già esplosiva.
E ieri la rabbia all'interno del Campanile della Cattedrale era evidente. «È inaccettabile l'arroganza di Ferrovie ed è incosciente porre aut aut a gente disperata disposta ormai a qualunque gesto di cui Fs si assume ogni responsabilità – hanno sottolineato con sdegno i lavoratori –. Abbiamo avanzato proposte concrete e non chiesto solo la luna e auspicavamo vi fosse una trattativa seria con soluzioni condivise e reali. Assistiamo oggi ad un ricatto, prendere o lasciare a pochi giorni dalla messa in opera del servizio Milano-Sicilia che potrebbe addirittura essere svolto da lavoratori milanesi. Ci trattano da barboni e come tali ci riservano l'elemosina. Pretendiamo rispetto come lavoratori e come siciliani, auspichiamo che Fs trovi le condizioni per una vera trattativa perché di certo la protesta sarà eclatante ed il treno Sicilia-Milano attraverserà lo Stretto solo se avrà noi a bordo». Il livello dello scontro si alza. Alla politica il compito di trovare una soluzione, al più presto. Già da oggi. Senza dimenticare quanto è accaduto da altre parti: lavoratori quasi tutti ricollocati, tranne a Messina. Una situazione che anche l'arcivescovo La Piana non ha esitato a definire: un'ingiustizia. Inaccettabile.
È il giorno della verità. Ma le premesse non sono affatto incoraggianti. Sul tavolo delle trattative Ferrovie dello Stato continua a mettere una proposta a dir poco inaccettabile, ma soprattutto tanta arroganza, in barba al dramma che stanno vivendo gli 81 lavoratori ex Servirail e senza preoccuparsi minimamente di una regione, la Sicilia, sempre più oggetto di un vergognoso smantellamento che va avanti da anni.
Dicevamo del passaggio nodale della giornata odierna, che vivrà due appuntamenti decisivi e strettamente connessi. All'incontro fissato per oggi a Roma, dove in mattinata i deputati messinesi Enzo Garofalo e Francantonio Genovese, affiancati dal senatore Gianpiero D'Alia, vedranno il sottosegretario Guido Improta, a cui esporranno le soluzioni individuate dai lavoratori, farà infatti seguito nel pomeriggio, alle 16, un faccia a faccia a Palermo tra Fs, i sindacati e l'assessore regionale dimissionario Pier Carmelo Russo (in carica sino al 9). Un appuntamento resosi necessario dopo l'accelerazione – ma forse sarebbe meglio dire ricatto – impressa nelle scorse ore da Fs. Sul tavolo dell'assessore Russo, infatti, è arrivata una nota del responsabile risorse umane di Ferrovie dello Stato, Domenico Braccialarghe, con la quale Fs di fatto dà un aut-aut ai lavoratori. In sostanza si ricorda che dall'11 giugno partirà il nuovo collegamento Sicilia-Milano e che è concreto il rischio che «l'Azienda Angel Service, gestore del servizio di accompagnamento notte, debba assumere ex lavoratori Servirail di altre regioni per garantire il nuovo collegamento». Una "minaccia" che ha una chiosa: «Questa sarebbe una beffa – continua l'esponente di Fs – rispetto agli sforzi fin qui fatti da lei e dal presidente della Regione». E quindi la riproposizione dell'offerta già presentata il 28 maggio: «Continuo a ritenere – scrive Braccialarghe – che il buonsenso debba e possa prevalere, portando alla firma di un accordo che garantisca contestualmente l'assunzione a bordo treno di 21 unità full time (o di 30 part time, ndc) e di tutto il restante personale nel sistema degli appalti». Una nota che sa tanto di presa in giro e che rischia di inasprire la vertenze e soprattutto esasperare gli animi dei lavoratori. La sensazione è che più di qualcuno stia gettando benzina sul fuoco di una vicenda già esplosiva.
E ieri la rabbia all'interno del Campanile della Cattedrale era evidente. «È inaccettabile l'arroganza di Ferrovie ed è incosciente porre aut aut a gente disperata disposta ormai a qualunque gesto di cui Fs si assume ogni responsabilità – hanno sottolineato con sdegno i lavoratori –. Abbiamo avanzato proposte concrete e non chiesto solo la luna e auspicavamo vi fosse una trattativa seria con soluzioni condivise e reali. Assistiamo oggi ad un ricatto, prendere o lasciare a pochi giorni dalla messa in opera del servizio Milano-Sicilia che potrebbe addirittura essere svolto da lavoratori milanesi. Ci trattano da barboni e come tali ci riservano l'elemosina. Pretendiamo rispetto come lavoratori e come siciliani, auspichiamo che Fs trovi le condizioni per una vera trattativa perché di certo la protesta sarà eclatante ed il treno Sicilia-Milano attraverserà lo Stretto solo se avrà noi a bordo». Il livello dello scontro si alza. Alla politica il compito di trovare una soluzione, al più presto. Già da oggi. Senza dimenticare quanto è accaduto da altre parti: lavoratori quasi tutti ricollocati, tranne a Messina. Una situazione che anche l'arcivescovo La Piana non ha esitato a definire: un'ingiustizia. Inaccettabile.
Servirail, nessun passo avanti: è rottura Chiesto un tavolo nazionale per ridistribuire le risorse. I sindacati e il vertice romano: flop della politica
Fonte: GdS 8-6-2012, articolo di Sebastiano Caspanello
Due tavoli, uno a Roma e uno a Palermo. Una lunga giornata di passione, oltre sei ore di riunione, in collegamento costante col campanile del Duomo. Ed un risultato che non si può che definire disarmante: posizioni assolutamente immutate rispetto alla "proposta indecente" delle Ferrovie del 28 maggio. In altre parole: reinserimento di 21 lavoratori sui treni notte, assunzione degli altri 60 nei cosiddetti "servizi appalto", ossia pulizie ed altri servizi con sedi in Sicilia o a Reggio Calabria. Le Fs, dunque, non concedono nulla e su queste basi ogni ipotesi di accordo si è resa impossibile. I sindacati che hanno partecipato alla riunione fiume di Palermo (sei ore tra la sede dell'assessorato regionale ai Trasporti e, nell'ultima fase, i locali del dopolavoro ferroviario del capoluogo siciliano), Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Orsa, sono stati compatti, in accordo con la delegazione di lavoratori al seguito, nel dire ancora una volta no alle Ferrovie, presentatesi con il responsabile nazionale di Trenitalia Marco Pagani, accompagnato da Paolo Franconi, direttore della "Angel Service", la ditta che ha preso il posto, in sostanza, della Servirail.
Una rottura di fatto, non in termini sindacali: le organizzazioni e i lavoratori, infatti, non vogliono fornire alibi alle Fs, che di fronte ad un trattativa chiusa negativamente avrebbero carta bianca. Un pericolo che si vuole scongiurare. E allora non è rimasto che prendere tempo: è stato chiesto alla "Angel" di non procedere con alcuna assunzione in vista della partenza del nuovo treno Sicilia-Milano, prevista per il 12 giugno, con l'impegno di aprire un tavolo non più regionale ma nazionale, nel quale ridistribuire in maniera equa risorse che, invece, hanno seguito un'insopportabile linea "razzista", è il caso di dirlo, tutta a svantaggio dei lavoratori messinesi.
L'ultimo esempio proprio ieri: sul Sicilia-Milano ci sarà posto per 30 lavoratori, che per Messina si riducono a 21 perché, ha spiegato Pagani, c'è la necessità di impiegare 9 lavoratori milanesi in esubero, per le variazioni nel frattempo avvenute su alcuni treni, dall'accordo del 29 dicembre scorso. L'ennesimo affronto, una vera e propria beffa. Dunque: 21 reinserimenti, con priorità secondo i carichi familiari, e assunzioni dal 1. luglio nelle ditte per i servizi appalto, senza ammortizzatori sociali. Ma con quali garanzie? «Nessuna», sintetizza Michele Barresi della Cisl. «Conosciamo bene le realtà del comparto, sono già con l'acqua alla gola così, non sono in grado di assorbire 60 assunzioni a tempo indeterminato». Un incontro tra sordi, lo hanno definito i sindacalisti. «Le nostre soluzioni – è stata la voce di Trenitalia – sono quelle della proposta del 28 maggio. Non conosciamo altri indirizzi politici». Il che tradotto significa: la politica non ha ottenuto nulla.
IConsiderazione che rimanda all'antipasto di ieri mattina a Roma, quando i parlamentari Enzo Garofalo (Pdl) e Francantonio Genovese (Pd), col sostegno "a distanza" di Gianpiero D'Alia (Udc) hanno incontrato il sottosegretario ai Trasporti Guido Improta ed il direttore Risorse umane delle Ferrovie Domenico Braccialarghe. Un vertice dal quale sembrava esser venuto fuori un numero, 35 assunzioni (invece di 21), che aveva fatto ben sperare, ma che è stato poi seccamente smentito dai fatti. Per il resto poco o nulla, se non la considerazione che «c'è sempre una soluzione migliore, ma in questo momento la cosa fondamentale è continuare a lavorare e garantire uno stipendio». Troppo poco per i lavoratori, ma anche per i sindacati. «A conti fatti – è il commento amaro di Barresi – qual è stato il valore aggiunto della politica? Neanche un'unità in più». E questo è un dato di fatto.
Tutto ciò ha solo inasprito gli animi e aumentato lo sconforto tra i lavoratori, che per l'intera giornata di ieri hanno seguito l'incontro palermitano dal campanile del Duomo, stretti attorno ai pc collegati via Twitter proprio con Barresi. Momenti di speranza, pochi, momenti di delusione e di rabbia, tanti. «I nostri politici non contano nulla», una delle considerazioni. «A Roma hanno deciso in un modo e in quel modo faranno», un'altra. A fine serata, in attesa del ritorno dei colleghi e dei sindacalisti da Palermo per decidere le prossime mosse, lo scoramento è totale. «Siamo delusi, preoccupati, arrabbiati. Speravamo davvero di poter chiudere un accordo, e invece... Non abbiamo ottenuto nulla. Una cosa è certa. Da adesso la vertenza cambia. Adesso alzeremo il tiro».
Due tavoli, uno a Roma e uno a Palermo. Una lunga giornata di passione, oltre sei ore di riunione, in collegamento costante col campanile del Duomo. Ed un risultato che non si può che definire disarmante: posizioni assolutamente immutate rispetto alla "proposta indecente" delle Ferrovie del 28 maggio. In altre parole: reinserimento di 21 lavoratori sui treni notte, assunzione degli altri 60 nei cosiddetti "servizi appalto", ossia pulizie ed altri servizi con sedi in Sicilia o a Reggio Calabria. Le Fs, dunque, non concedono nulla e su queste basi ogni ipotesi di accordo si è resa impossibile. I sindacati che hanno partecipato alla riunione fiume di Palermo (sei ore tra la sede dell'assessorato regionale ai Trasporti e, nell'ultima fase, i locali del dopolavoro ferroviario del capoluogo siciliano), Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Orsa, sono stati compatti, in accordo con la delegazione di lavoratori al seguito, nel dire ancora una volta no alle Ferrovie, presentatesi con il responsabile nazionale di Trenitalia Marco Pagani, accompagnato da Paolo Franconi, direttore della "Angel Service", la ditta che ha preso il posto, in sostanza, della Servirail.
Una rottura di fatto, non in termini sindacali: le organizzazioni e i lavoratori, infatti, non vogliono fornire alibi alle Fs, che di fronte ad un trattativa chiusa negativamente avrebbero carta bianca. Un pericolo che si vuole scongiurare. E allora non è rimasto che prendere tempo: è stato chiesto alla "Angel" di non procedere con alcuna assunzione in vista della partenza del nuovo treno Sicilia-Milano, prevista per il 12 giugno, con l'impegno di aprire un tavolo non più regionale ma nazionale, nel quale ridistribuire in maniera equa risorse che, invece, hanno seguito un'insopportabile linea "razzista", è il caso di dirlo, tutta a svantaggio dei lavoratori messinesi.
L'ultimo esempio proprio ieri: sul Sicilia-Milano ci sarà posto per 30 lavoratori, che per Messina si riducono a 21 perché, ha spiegato Pagani, c'è la necessità di impiegare 9 lavoratori milanesi in esubero, per le variazioni nel frattempo avvenute su alcuni treni, dall'accordo del 29 dicembre scorso. L'ennesimo affronto, una vera e propria beffa. Dunque: 21 reinserimenti, con priorità secondo i carichi familiari, e assunzioni dal 1. luglio nelle ditte per i servizi appalto, senza ammortizzatori sociali. Ma con quali garanzie? «Nessuna», sintetizza Michele Barresi della Cisl. «Conosciamo bene le realtà del comparto, sono già con l'acqua alla gola così, non sono in grado di assorbire 60 assunzioni a tempo indeterminato». Un incontro tra sordi, lo hanno definito i sindacalisti. «Le nostre soluzioni – è stata la voce di Trenitalia – sono quelle della proposta del 28 maggio. Non conosciamo altri indirizzi politici». Il che tradotto significa: la politica non ha ottenuto nulla.
IConsiderazione che rimanda all'antipasto di ieri mattina a Roma, quando i parlamentari Enzo Garofalo (Pdl) e Francantonio Genovese (Pd), col sostegno "a distanza" di Gianpiero D'Alia (Udc) hanno incontrato il sottosegretario ai Trasporti Guido Improta ed il direttore Risorse umane delle Ferrovie Domenico Braccialarghe. Un vertice dal quale sembrava esser venuto fuori un numero, 35 assunzioni (invece di 21), che aveva fatto ben sperare, ma che è stato poi seccamente smentito dai fatti. Per il resto poco o nulla, se non la considerazione che «c'è sempre una soluzione migliore, ma in questo momento la cosa fondamentale è continuare a lavorare e garantire uno stipendio». Troppo poco per i lavoratori, ma anche per i sindacati. «A conti fatti – è il commento amaro di Barresi – qual è stato il valore aggiunto della politica? Neanche un'unità in più». E questo è un dato di fatto.
Tutto ciò ha solo inasprito gli animi e aumentato lo sconforto tra i lavoratori, che per l'intera giornata di ieri hanno seguito l'incontro palermitano dal campanile del Duomo, stretti attorno ai pc collegati via Twitter proprio con Barresi. Momenti di speranza, pochi, momenti di delusione e di rabbia, tanti. «I nostri politici non contano nulla», una delle considerazioni. «A Roma hanno deciso in un modo e in quel modo faranno», un'altra. A fine serata, in attesa del ritorno dei colleghi e dei sindacalisti da Palermo per decidere le prossime mosse, lo scoramento è totale. «Siamo delusi, preoccupati, arrabbiati. Speravamo davvero di poter chiudere un accordo, e invece... Non abbiamo ottenuto nulla. Una cosa è certa. Da adesso la vertenza cambia. Adesso alzeremo il tiro».
Servirail, fallimento politico Lavoratori compatti: Fs non dice la verità. Anche i Ferrotel polemici
Fonte: GdS 9-6-2012, articolo di Mauro Cucè
Cosa lascia in dote il tavolo politico di Roma su Servirail? Presto detto: un fallimento. Perché ai tavoli che contano noi non... contiamo. Il peso della politica messinese è praticamente nullo. La considerazione è inevitabile e non vuol essere certo un affondo nei confronti dei deputati messinesi Enzo Garofalo e Francantonio Genovese e del senatore Gianpiero D'Alia: loro almeno a Roma ci hanno messo l'impegno e la faccia. Gli altri dov'erano? Ma state tranquilli, avranno il coraggio di ricandidarsi e saranno di nuovo in prima linea quando si tratterà di chiedere il voto.
Il risultato è uno e soprattutto è amaro: Messina nello scacchiere politico non è neanche periferia dell'impero. È proprio fuori dall'impero. Ci guardano con fastidio o forse non ci guardano proprio. È quello che sta avvenendo con la vertenza Servirail, che – è bene ricordarlo ai più distratti – non è solo una vertenza di 81 lavoratori, ma è la vertenza di un territorio più volte umiliato dal continuo smantellamento dei collegamenti. Ci hanno tolto i treni, poi le navi e quindi i lavoratori. Chiedetelo ai tanti messinesi, siciliani più in generale, costretti per i più svariati motivi a prendere un treno per il Nord. Un'avventura! Nei fatti siamo "stranieri" nella nostra terra, nella nostra nazione.
La soluzione individuata da Fs e riproposta anche giovedì sera a Palermo è a dir poco inaccettabile. Anzi: vergognosa. E, infatti, non è stata accettata dai sindacati. Fs prova surrettiziamente a scaricare la colpa sui lavoratori: «Noi abbiamo offerto un lavoro a tempo indeterminato a tutti gli 81 Servirail e loro non vogliono accettare» l'assunto delle Ferrovie dello Stato. Peccato che Fs dimentica di spiegare il motivo per cui sta smantellando servizi, e dimentica di sottolineare che Angel Service è in affidamento temporaneo! Né si sofferma sul perché in altre parti d'Italia i metodi di ricollocamento siano stati altri, o sul perché non vuole inserire la clausola sociale, che rappresenterebbe un paracadute per i lavoratori.
Ma veniamo alla proposta di Fs: 21 unità full time (o 30 part-time) riassunti sui treni notte, i restanti in attività di pulizia e decoro: nello specifico tra 18 e 21 a Catania, tra 27 e 30 a Palermo e tra 9 e 12 a Reggio Calabria. Tutti assunti dalla ditta T.M.C.
Soluzione che non piace agli ex Servirail, decisi a continuare la protesta in cima al Campanile della Cattedrale e non solo. Ieri hanno ricevuto la visita del vicequestore Guglielmo Toscano, capo della Digos, con cui hanno preso l'impegno di non disturbare la cerimonia commemorativa per l'intervento dei marinai russi, al cospetto delle autorità straniere, che si terrà questa mattina a piazza Duomo. Resta da capire, invece, cosa faranno i lavoratori in occasione del primo passaggio a Messina del treno Sicilia-Milano in programma domenica pomeriggio alle 16.10. Convoglio su cui dovrebbero salire 9 lavoratori milanesi! Ultima trovata di Fs.
La proposta di Ferrovia ha prodotto quantomeno un risultato: il ricompattamento del fronte dei lavoratori. E così ieri è arrivato l'intervento della Uil: «Ci chiediamo – scrivono i lavoratori – come si può proporre una collocazione in parte sui treni notte presso la "Angel Service" che tra l'altro è una ditta che opera in appalto affidato temporaneamente, senza alcuna stabilità, ed un'altra parte presso ditte di pulizia, risultate da approfondite ricerche, assolutamente prive di certezza e garanzia». Quale sarebbe la garanzia di cui parla Fs. «Noi non rifiutiamo il lavoro – continuano – noi vogliamo certezza, stabilità, vogliamo una sistemazione equa a quella individuata su tutto il territorio nazionale, sappiamo bene che qui al Sud sono poche ed in condizioni diverse le aziende, ma non è giusto che soltanto noi perché siamo siciliani dobbiamo perdere la nostra professionalità e dobbiamo accettare di andare a lavorare presso aziende le quali già domani potrebbero benissimo lasciarci nuovamente in mezzo ad una strada perché prive anche di clausola sociale».
A margine della vertenza Servirail si registra anche la presa di posizione dei 20 lavoratori Ferrotel. Un intervento per il quale appare ancora più paradossale la proposta Fs. «Per la vertenza Servirail – dicono in sostanza i Ferrotel – è stato prospettato il ricollocamento del personale nel settore degli appalti pulizie. Ci viene immediatamente da chiedere: e noi? Lavoriamo da 25 anni nel settore degli appalti pulizie delle Ferrovie, siamo stati licenziati a causa della costante dismissione consumata dalle Ferrovie, ci siamo sorbiti un anno di cassa integrazione con la promessa di una ricollocazione nel nostro settore, non chiedevamo niente di più. Noi 20 ex lavoratori Ferrotel ci domandiamo se siamo figli di un dio minore e lasciamo giudicare alla stampa e a chi legge il comportamento della parte sindacale e della parte politica».
Cosa lascia in dote il tavolo politico di Roma su Servirail? Presto detto: un fallimento. Perché ai tavoli che contano noi non... contiamo. Il peso della politica messinese è praticamente nullo. La considerazione è inevitabile e non vuol essere certo un affondo nei confronti dei deputati messinesi Enzo Garofalo e Francantonio Genovese e del senatore Gianpiero D'Alia: loro almeno a Roma ci hanno messo l'impegno e la faccia. Gli altri dov'erano? Ma state tranquilli, avranno il coraggio di ricandidarsi e saranno di nuovo in prima linea quando si tratterà di chiedere il voto.
Il risultato è uno e soprattutto è amaro: Messina nello scacchiere politico non è neanche periferia dell'impero. È proprio fuori dall'impero. Ci guardano con fastidio o forse non ci guardano proprio. È quello che sta avvenendo con la vertenza Servirail, che – è bene ricordarlo ai più distratti – non è solo una vertenza di 81 lavoratori, ma è la vertenza di un territorio più volte umiliato dal continuo smantellamento dei collegamenti. Ci hanno tolto i treni, poi le navi e quindi i lavoratori. Chiedetelo ai tanti messinesi, siciliani più in generale, costretti per i più svariati motivi a prendere un treno per il Nord. Un'avventura! Nei fatti siamo "stranieri" nella nostra terra, nella nostra nazione.
La soluzione individuata da Fs e riproposta anche giovedì sera a Palermo è a dir poco inaccettabile. Anzi: vergognosa. E, infatti, non è stata accettata dai sindacati. Fs prova surrettiziamente a scaricare la colpa sui lavoratori: «Noi abbiamo offerto un lavoro a tempo indeterminato a tutti gli 81 Servirail e loro non vogliono accettare» l'assunto delle Ferrovie dello Stato. Peccato che Fs dimentica di spiegare il motivo per cui sta smantellando servizi, e dimentica di sottolineare che Angel Service è in affidamento temporaneo! Né si sofferma sul perché in altre parti d'Italia i metodi di ricollocamento siano stati altri, o sul perché non vuole inserire la clausola sociale, che rappresenterebbe un paracadute per i lavoratori.
Ma veniamo alla proposta di Fs: 21 unità full time (o 30 part-time) riassunti sui treni notte, i restanti in attività di pulizia e decoro: nello specifico tra 18 e 21 a Catania, tra 27 e 30 a Palermo e tra 9 e 12 a Reggio Calabria. Tutti assunti dalla ditta T.M.C.
Soluzione che non piace agli ex Servirail, decisi a continuare la protesta in cima al Campanile della Cattedrale e non solo. Ieri hanno ricevuto la visita del vicequestore Guglielmo Toscano, capo della Digos, con cui hanno preso l'impegno di non disturbare la cerimonia commemorativa per l'intervento dei marinai russi, al cospetto delle autorità straniere, che si terrà questa mattina a piazza Duomo. Resta da capire, invece, cosa faranno i lavoratori in occasione del primo passaggio a Messina del treno Sicilia-Milano in programma domenica pomeriggio alle 16.10. Convoglio su cui dovrebbero salire 9 lavoratori milanesi! Ultima trovata di Fs.
La proposta di Ferrovia ha prodotto quantomeno un risultato: il ricompattamento del fronte dei lavoratori. E così ieri è arrivato l'intervento della Uil: «Ci chiediamo – scrivono i lavoratori – come si può proporre una collocazione in parte sui treni notte presso la "Angel Service" che tra l'altro è una ditta che opera in appalto affidato temporaneamente, senza alcuna stabilità, ed un'altra parte presso ditte di pulizia, risultate da approfondite ricerche, assolutamente prive di certezza e garanzia». Quale sarebbe la garanzia di cui parla Fs. «Noi non rifiutiamo il lavoro – continuano – noi vogliamo certezza, stabilità, vogliamo una sistemazione equa a quella individuata su tutto il territorio nazionale, sappiamo bene che qui al Sud sono poche ed in condizioni diverse le aziende, ma non è giusto che soltanto noi perché siamo siciliani dobbiamo perdere la nostra professionalità e dobbiamo accettare di andare a lavorare presso aziende le quali già domani potrebbero benissimo lasciarci nuovamente in mezzo ad una strada perché prive anche di clausola sociale».
A margine della vertenza Servirail si registra anche la presa di posizione dei 20 lavoratori Ferrotel. Un intervento per il quale appare ancora più paradossale la proposta Fs. «Per la vertenza Servirail – dicono in sostanza i Ferrotel – è stato prospettato il ricollocamento del personale nel settore degli appalti pulizie. Ci viene immediatamente da chiedere: e noi? Lavoriamo da 25 anni nel settore degli appalti pulizie delle Ferrovie, siamo stati licenziati a causa della costante dismissione consumata dalle Ferrovie, ci siamo sorbiti un anno di cassa integrazione con la promessa di una ricollocazione nel nostro settore, non chiedevamo niente di più. Noi 20 ex lavoratori Ferrotel ci domandiamo se siamo figli di un dio minore e lasciamo giudicare alla stampa e a chi legge il comportamento della parte sindacale e della parte politica».
Vertenza Servirail La protesta si sposta alla stazione Marittima Stop al Sicilia-Milano? Primo viaggio per il treno che non avrà lavoratori messinesi a bordo dopo il fallimento della trattativa
Fonte GdS 10-06-2012, articolo di Mauro Cucè
Sono stati di parola e hanno mantenuto l'impegno preso venerdì con il vicequestore aggiunto Guglielmo Toscano, capo della Digos. Non hanno disturbato la cerimonia commemorativa per l'intervento dei marinai russi durante il terremoto del 1908, al cospetto delle autorità straniere, che si è tenuta ieri mattina a piazza Duomo.
Ma oggi la protesta degli ex lavoratori Servirail riprenderà e probabilmente il livello dello scontro si alzerà. Alle 16.10, infatti, a Messina transiterà per la prima volta il treno Sicilia-Milano, sul quale se si fosse raggiunto l'accordo sarebbero dovuti salire proprio gli ex cuccettisti messinesi. Ed, invece, non sarà così: su quel treno gli ex Servirail non hanno trovato posto, perché Fs ne avrebbe voluto ricollocare appena 21 e spedire gli altri sessanta in ditte che si occupano di appalti, ma senza inserire alcuna clausola sociale. Ci sarà, invece, spazio per quattro dei nove cuccettisti milanesi, che le Ferrovie hanno piazzato senza alcun problema. Il treno poco dopo le 16 sarà alla Marittima dove una parte dei Servirail messinesi organizzerà un presidio di protesta, a cui potrebbero unirsi anche lavoratori di altre vertenze, mentre la restante parte rimarrà a presidiare il Campanile del Duomo, dove l'occupazione è arrivata al decimo giorno.
Sul fronte sindacale, intanto, si registra l'intervento del segretario generale della Federazione trasporti della Cisl, Giovanni Lusano. «Siamo sconcertati e increduli da quello che apprendiamo a mezzo stampa circa le dichiarazioni che provengono dal ministero dei Trasporti sulla soluzione individuata proprio per gli addetti ai treni notte licenziati lo scorso dicembre». Un ministero che per la Fit-Cisl è assente molto tempo: «I sindacati scrivono da mesi ripetute richieste di incontro per questa e per altre situazioni inerenti i trasporti senza ricevere alcuna risposta. Un Ministero che – dal cambio del Governo a oggi – si è distinto per la totale assenza di azione e di intervento. Ora "appare" un sottosegretario che conviene sulle possibili soluzioni, che Fs propugna in giro per l'Italia senza grandi successi da mesi, e così si pensa di risolvere il problema? Innanzitutto c'è da chiedersi chi ha creato il problema: il Ministero come dice Fs o le Fs come dice il Ministero? Sono mesi che chiediamo un incontro congiunto ma nulla da fare», ha continuato Lusano. Sono diversi i punti che il sindacato vuole puntualizzare: «È necessario chiarire – ha riassunto nella nota – che l'attuale appalto è un affidamento "temporaneo", a questo punto di lunga durata e proroga. Fino a quando? La ripresa del servizio da Roma a Parigi (il Palatino) non riprenderà, come più volte promesso da Fs, per ritardi di Trenitalia sulla idoneità delle carrozze. Da Parigi a Venezia, inoltre, lavorano i francesi al posto degli italiani sullo stesso servizio e lo stesso fanno gli austriaci da Vienna e da Monaco. Italiani a terra e stranieri a bordo sotto l'egida delle Ferrovie dello Stato "Italiane". Speriamo che il sottosegretario Improta questo lo sappia e che ci spieghi anche perché è vietato che - fermi restando scolarità e requisiti fisici necessari per gli altri - il Gruppo Fs possa assumere qualcuno per alleggerire il numero enorme di persone da ricollocare. O forse si pensa che si risolvano le cose impiegando venti persone su ottanta tipo Sicilia?».
Sono stati di parola e hanno mantenuto l'impegno preso venerdì con il vicequestore aggiunto Guglielmo Toscano, capo della Digos. Non hanno disturbato la cerimonia commemorativa per l'intervento dei marinai russi durante il terremoto del 1908, al cospetto delle autorità straniere, che si è tenuta ieri mattina a piazza Duomo.
Ma oggi la protesta degli ex lavoratori Servirail riprenderà e probabilmente il livello dello scontro si alzerà. Alle 16.10, infatti, a Messina transiterà per la prima volta il treno Sicilia-Milano, sul quale se si fosse raggiunto l'accordo sarebbero dovuti salire proprio gli ex cuccettisti messinesi. Ed, invece, non sarà così: su quel treno gli ex Servirail non hanno trovato posto, perché Fs ne avrebbe voluto ricollocare appena 21 e spedire gli altri sessanta in ditte che si occupano di appalti, ma senza inserire alcuna clausola sociale. Ci sarà, invece, spazio per quattro dei nove cuccettisti milanesi, che le Ferrovie hanno piazzato senza alcun problema. Il treno poco dopo le 16 sarà alla Marittima dove una parte dei Servirail messinesi organizzerà un presidio di protesta, a cui potrebbero unirsi anche lavoratori di altre vertenze, mentre la restante parte rimarrà a presidiare il Campanile del Duomo, dove l'occupazione è arrivata al decimo giorno.
Sul fronte sindacale, intanto, si registra l'intervento del segretario generale della Federazione trasporti della Cisl, Giovanni Lusano. «Siamo sconcertati e increduli da quello che apprendiamo a mezzo stampa circa le dichiarazioni che provengono dal ministero dei Trasporti sulla soluzione individuata proprio per gli addetti ai treni notte licenziati lo scorso dicembre». Un ministero che per la Fit-Cisl è assente molto tempo: «I sindacati scrivono da mesi ripetute richieste di incontro per questa e per altre situazioni inerenti i trasporti senza ricevere alcuna risposta. Un Ministero che – dal cambio del Governo a oggi – si è distinto per la totale assenza di azione e di intervento. Ora "appare" un sottosegretario che conviene sulle possibili soluzioni, che Fs propugna in giro per l'Italia senza grandi successi da mesi, e così si pensa di risolvere il problema? Innanzitutto c'è da chiedersi chi ha creato il problema: il Ministero come dice Fs o le Fs come dice il Ministero? Sono mesi che chiediamo un incontro congiunto ma nulla da fare», ha continuato Lusano. Sono diversi i punti che il sindacato vuole puntualizzare: «È necessario chiarire – ha riassunto nella nota – che l'attuale appalto è un affidamento "temporaneo", a questo punto di lunga durata e proroga. Fino a quando? La ripresa del servizio da Roma a Parigi (il Palatino) non riprenderà, come più volte promesso da Fs, per ritardi di Trenitalia sulla idoneità delle carrozze. Da Parigi a Venezia, inoltre, lavorano i francesi al posto degli italiani sullo stesso servizio e lo stesso fanno gli austriaci da Vienna e da Monaco. Italiani a terra e stranieri a bordo sotto l'egida delle Ferrovie dello Stato "Italiane". Speriamo che il sottosegretario Improta questo lo sappia e che ci spieghi anche perché è vietato che - fermi restando scolarità e requisiti fisici necessari per gli altri - il Gruppo Fs possa assumere qualcuno per alleggerire il numero enorme di persone da ricollocare. O forse si pensa che si risolvano le cose impiegando venti persone su ottanta tipo Sicilia?».
Re: vertenza servirail
Sembra confermata la notizia...il treno risulta fermo a Messina Marittima.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: vertenza servirail
Gualtiero ha scritto:Sembra confermata la notizia...il treno risulta fermo a Messina Marittima.
Rettifico. Il treno viaggia.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: vertenza servirail
Insomma una bella accozzaglia di castronerie in salsa vittimistica (tipico della tristezza governativa dell'isola)
Godetevi questa chicca nel frattempo e poi vediamo se riusciamo a capire come tirare fuori i soldini
(Lombardo chiese 10 mln di euro al Monti romano per risolvere il problema della questione gesip..ecco come li hanno reintegrati):
Monti disse...questi sono gli ultimi soldi che vi mandiamo!!
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Godetevi questa chicca nel frattempo e poi vediamo se riusciamo a capire come tirare fuori i soldini
(Lombardo chiese 10 mln di euro al Monti romano per risolvere il problema della questione gesip..ecco come li hanno reintegrati):
Monti disse...questi sono gli ultimi soldi che vi mandiamo!!
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Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: vertenza servirail
Dovevano accettare le "offerte" che avevano avuto. Ora possono solo appellarsi alla Regione.
Gualtiero- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 09.08.10
Re: vertenza servirail
Questa mattina al tg flash hanno detto che circa 300 che risulteranno idonei saranno riassunti in due tronconi, un primo da 100 posti, e poi altri 200, i non idonei saranno riassunti con altre mansioni
Re: vertenza servirail
Comunicato Stampa federconsumatori
28/8/2012
FERROVIE: TRENITALIA RIDUCE GLI INTERCITY NOTTE, CHIUDE LE BIGLIETTERIE NOTTURNE E SANZIONA I VIAGGIATORI COSTRETTI A VIAGGIARE IN PIEDI E SENZA BIGLIETTO.
La decisione di Trenitalia di limitare ad 1 oppure 2 le vetture ordinarie disponibili sui treni Intercity Notte, sta creando vari problemi. Soprattutto in periodi ad intenso traffico come quello estivo.
I posti disponibili sono insufficienti per la clientela, inoltre di notte le biglietterie sono quasi tutte chiuse.
Ciò crea gravi danni alla clientela, impossibilitata a fare i biglietti e costretta a dover pagare sanzioni da 50 euro per poter viaggiare in piedi, stipata fino all'inverosimile sulle pochissime vetture in circolazione.
La decisione di eliminare quasi del tutto le vetture ordinarie sui treni Intercity notte ha accentuato la crisi. La prossima tappa potrebbe essere la soppressione dei treni notte.
La Federconsumatori sostiene che Trenitalia non possa sanzionare i viaggiatori che non hanno alcuna colpa e in tempi rapidi dovrà :
- o mettere a disposizione dei viaggiatori vetture sufficienti alla domanda;
- oppure disporre soluzioni normative per non applicare sanzioni a incolpevoli viaggiatori.
RISPOSTA FS
Il numero dei collegamenti è fissato dal Contratto di Servizio con lo Stato. La composizione dei treni è determinata da esigenze tecniche, esigenze commerciali e, soprattutto, dalle esigenze espresse dalla clientela. L’orario delle biglietterie è coerente all’orario di partenza treni, in più i clienti Trenitalia dispongono di molteplici canali di acquisto: internet (50mila biglietti venduti al giorno), 5.500 Agenzie di Viaggio, oltre 650 Self Service nazionali .
Roma, 28 agosto 2012
In merito alle considerazioni espresse da Federconsumatori in una nota stampa, riguardanti i treni notte e il rispetto delle regole per accedere a questi servizi, Trenitalia precisa che:
• il numero degli Intercity Notte è fissato dal Contratto di Servizio con lo Stato;
• la composizione dei treni e la quantità di carrozze cuccette o letto e carrozze ordinarie presenti sono determinate da esigenze tecniche, da esigenze commerciali e, soprattutto, dalle esigenze espresse dalla clientela. E’ del tutto normale che sia preponderante il numero di carrozze cuccette e letto, trattandosi di convogli che viaggiano in ore notturne;
• viaggiare in treno senza biglietto comporta inevitabilmente una sanzione minima di 50 euro, più il pagamento del prezzo del ticket;
• l’orario delle biglietterie è coerente a quello dei treni in partenza da ogni stazione, e in ogni caso sono molteplici le possibilità di acquisto e i canali oggi a disposizione dei viaggiatori Trenitalia. Quasi 50mila i biglietti venduti ogni giorno via internet, oltre 5500 le agenzie di viaggio convenzionate al rilascio di biglietti Trenitalia, 650 le self service nazionali attive in tutta Italia, a cui si aggiungono quelle regionali di ultima generazione, in grado di emettere tutti i tipi di biglietti.
28/8/2012
FERROVIE: TRENITALIA RIDUCE GLI INTERCITY NOTTE, CHIUDE LE BIGLIETTERIE NOTTURNE E SANZIONA I VIAGGIATORI COSTRETTI A VIAGGIARE IN PIEDI E SENZA BIGLIETTO.
La decisione di Trenitalia di limitare ad 1 oppure 2 le vetture ordinarie disponibili sui treni Intercity Notte, sta creando vari problemi. Soprattutto in periodi ad intenso traffico come quello estivo.
I posti disponibili sono insufficienti per la clientela, inoltre di notte le biglietterie sono quasi tutte chiuse.
Ciò crea gravi danni alla clientela, impossibilitata a fare i biglietti e costretta a dover pagare sanzioni da 50 euro per poter viaggiare in piedi, stipata fino all'inverosimile sulle pochissime vetture in circolazione.
La decisione di eliminare quasi del tutto le vetture ordinarie sui treni Intercity notte ha accentuato la crisi. La prossima tappa potrebbe essere la soppressione dei treni notte.
La Federconsumatori sostiene che Trenitalia non possa sanzionare i viaggiatori che non hanno alcuna colpa e in tempi rapidi dovrà :
- o mettere a disposizione dei viaggiatori vetture sufficienti alla domanda;
- oppure disporre soluzioni normative per non applicare sanzioni a incolpevoli viaggiatori.
RISPOSTA FS
Il numero dei collegamenti è fissato dal Contratto di Servizio con lo Stato. La composizione dei treni è determinata da esigenze tecniche, esigenze commerciali e, soprattutto, dalle esigenze espresse dalla clientela. L’orario delle biglietterie è coerente all’orario di partenza treni, in più i clienti Trenitalia dispongono di molteplici canali di acquisto: internet (50mila biglietti venduti al giorno), 5.500 Agenzie di Viaggio, oltre 650 Self Service nazionali .
Roma, 28 agosto 2012
In merito alle considerazioni espresse da Federconsumatori in una nota stampa, riguardanti i treni notte e il rispetto delle regole per accedere a questi servizi, Trenitalia precisa che:
• il numero degli Intercity Notte è fissato dal Contratto di Servizio con lo Stato;
• la composizione dei treni e la quantità di carrozze cuccette o letto e carrozze ordinarie presenti sono determinate da esigenze tecniche, da esigenze commerciali e, soprattutto, dalle esigenze espresse dalla clientela. E’ del tutto normale che sia preponderante il numero di carrozze cuccette e letto, trattandosi di convogli che viaggiano in ore notturne;
• viaggiare in treno senza biglietto comporta inevitabilmente una sanzione minima di 50 euro, più il pagamento del prezzo del ticket;
• l’orario delle biglietterie è coerente a quello dei treni in partenza da ogni stazione, e in ogni caso sono molteplici le possibilità di acquisto e i canali oggi a disposizione dei viaggiatori Trenitalia. Quasi 50mila i biglietti venduti ogni giorno via internet, oltre 5500 le agenzie di viaggio convenzionate al rilascio di biglietti Trenitalia, 650 le self service nazionali attive in tutta Italia, a cui si aggiungono quelle regionali di ultima generazione, in grado di emettere tutti i tipi di biglietti.
freccia del sud- Data d'iscrizione : 10.01.11
Re: vertenza servirail
Quarantacinque ex cuccettisti della Servirail torneranno dopo oltre un anno a lavorare perché saranno assunti dalla Ecoindustria, ditta che si occupa di micro manutenzione su vetture e locomotive per le Ferrovie. Avranno un contratto da metalmeccanico a tempo indeterminato anche se l'appalto che Ecoindustria ha con Trenitalia scadrà nel 2014. Altri 16 loro colleghi sono tornati a lavoro il mese scorso, assunti dalla Tmc, altra ditta che si occupa di manutenzione e micro manutenzione delle vetture. Altri ex cuccettisti hanno trovato collocazione in altre ditte al di fuori del settore ferroviario. Gli ex Servirail durante lo scorso anno hanno messo in atto clamorose proteste occupando per settimane il Duomo, bloccando tram e treni.(ANSA)
Re: vertenza servirail
vertenza tutt'altro che conclusa, mio zio ed altri dieci ex lavoratori servirail ad oggi non sono stati contattati da nessuna ditta per il reintegro.
Francesco Fiumanò- Data d'iscrizione : 16.02.10
Ex Servirail alla Mensa di S.Antonio per restituire attenzione
dopo tanto silenzio finalmente una buona notizia
Fonte GdS (ANSA) 06/01/2015
Gli ex dipendenti della Servirail di Messina, la ditta che si occupava del servizio cuccette nei treni a lunga percorrenza, assunti recentemente a tempo indeterminato da Fs dopo una lunga vertenza, si sono ricordati dei volontari della mensa di Sant'AntonioEx Servirail alla Mensa di S.Antonio per restituire attenzione.
Gli ex dipendenti della Servirail di Messina, la ditta che si occupava del servizio cuccette nei treni a lunga percorrenza, assunti recentemente a tempo indeterminato da Fs dopo una lunga vertenza, si sono ricordati dei volontari della mensa di Sant'Antonio che li avevano ospitati e avevano dato loro un pasto caldo durante i giorni più difficili; così sono andati a servire i 450 ospiti dell'istituto. Presente anche Michele Barresi, sindacalista dell'Orsa che ha seguito la vertenza. Al direttore dell'istituto, gli ex Servirail hanno donato un libro sul campanile del Duomo di Messina, il luogo dove per settimane si erano rifugiati per protesta durante la vertenza.
Fonte GdS (ANSA) 06/01/2015
Gli ex dipendenti della Servirail di Messina, la ditta che si occupava del servizio cuccette nei treni a lunga percorrenza, assunti recentemente a tempo indeterminato da Fs dopo una lunga vertenza, si sono ricordati dei volontari della mensa di Sant'AntonioEx Servirail alla Mensa di S.Antonio per restituire attenzione.
Gli ex dipendenti della Servirail di Messina, la ditta che si occupava del servizio cuccette nei treni a lunga percorrenza, assunti recentemente a tempo indeterminato da Fs dopo una lunga vertenza, si sono ricordati dei volontari della mensa di Sant'Antonio che li avevano ospitati e avevano dato loro un pasto caldo durante i giorni più difficili; così sono andati a servire i 450 ospiti dell'istituto. Presente anche Michele Barresi, sindacalista dell'Orsa che ha seguito la vertenza. Al direttore dell'istituto, gli ex Servirail hanno donato un libro sul campanile del Duomo di Messina, il luogo dove per settimane si erano rifugiati per protesta durante la vertenza.
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