Digitalizzazioni
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Digitalizzazioni
Ho una 473 Roco comprata quasi 25 anni fa, e quindi non ha alcuna predisposizione per la digitalizzazione.
La corrente di alimentazione viene prelevata dai binari da quattro dei cinque assi della locomotiva e viene trasmessa al motore che si trova nel tender mediante un gancio a forcella fra loco e tender che svolge quindi una funzione elettrica e meccanica nello stesso tempo.
Prima di cominciare a digitalizzare questa locomotiva ho pensato di dotare anche il tender di prese di corrente ritagliando del sottile lamierino di ottone (la cosiddetta carta di spagna) e applicandolo come in figura.
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In realtà solo l’asse posteriore capta la corrente, gli assi con anelli di aderenza non danno un valido contributo per cui ho modificato le due strisce di ottone eliminando le linguette che strisciavano su questi assi.
L’unico posto in grado di accogliere il decoder è la carbonaia nel tender, in pratica sopra il motore. Per fare ciò è stato necessario togliere la zavorra di piombo simulante il carico di carbone.
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Applicato il decoder, l’ ho coperto con un cartoncino nero e poi su questo ho posizionato del carbone vero setacciato e ammonticchiato su un altro cartoncino sagomato e tenuto insieme dallo stesso miscuglio usato per aggregare la massicciata, colla vinilica diluita con acqua e alcune gocce di tensioattivo.
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il carbone ancora fresco di colla vinilica diluita.
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Qui l'impasto è asciugato e l'aspetto del carbone è certamente più realistico della fusione di piombo.
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La 473 in servizio sul plastico.
Con il passo elettrico allungato non ha mai alcuna incertezza di marcia nemmeno a passo d'uomo sui deviatoi con cuore non alimentato.
La corrente di alimentazione viene prelevata dai binari da quattro dei cinque assi della locomotiva e viene trasmessa al motore che si trova nel tender mediante un gancio a forcella fra loco e tender che svolge quindi una funzione elettrica e meccanica nello stesso tempo.
Prima di cominciare a digitalizzare questa locomotiva ho pensato di dotare anche il tender di prese di corrente ritagliando del sottile lamierino di ottone (la cosiddetta carta di spagna) e applicandolo come in figura.
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In realtà solo l’asse posteriore capta la corrente, gli assi con anelli di aderenza non danno un valido contributo per cui ho modificato le due strisce di ottone eliminando le linguette che strisciavano su questi assi.
L’unico posto in grado di accogliere il decoder è la carbonaia nel tender, in pratica sopra il motore. Per fare ciò è stato necessario togliere la zavorra di piombo simulante il carico di carbone.
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Applicato il decoder, l’ ho coperto con un cartoncino nero e poi su questo ho posizionato del carbone vero setacciato e ammonticchiato su un altro cartoncino sagomato e tenuto insieme dallo stesso miscuglio usato per aggregare la massicciata, colla vinilica diluita con acqua e alcune gocce di tensioattivo.
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il carbone ancora fresco di colla vinilica diluita.
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Qui l'impasto è asciugato e l'aspetto del carbone è certamente più realistico della fusione di piombo.
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La 473 in servizio sul plastico.
Con il passo elettrico allungato non ha mai alcuna incertezza di marcia nemmeno a passo d'uomo sui deviatoi con cuore non alimentato.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Digitalizzazioni
Col digitale non vado d'accordo. Io cerco la strada del radiocomando, ne abbiamo parlato quasi un anno fa a MeMo, ma ho bisogno dell'aiuto di qualcuno (ed è una cosa che non interessa). Ma il punto di forza del tuo lavoro sono le prese di corrente, praticamente raddoppiate, che hanno reso la macchina affidabile. Ben fatto!!!
Ciao!!!!!
Ciao!!!!!
Re: Digitalizzazioni
un ottimo lavoro, sapientemente descritto
.... ti invidio tantissimo
Una di queste sere portala in sede, a Tremestieri, voglio vederla sul nostro plastico
.... ti invidio tantissimo
Una di queste sere portala in sede, a Tremestieri, voglio vederla sul nostro plastico
Re: Digitalizzazioni
l'ho già portata mercoledì 14/9 ma nulla in contrario a portarla ancora.Admin ha scritto:un ottimo lavoro, sapientemente descritto
.... ti invidio tantissimo
Una di queste sere portala in sede, a Tremestieri, voglio vederla sul nostro plastico
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
7 assi, 14 lamelle captatrici di corrente
la 460 025 in figura è un vecchio modello Piko che possiedo da più di 25 anni, un modello dalla meccanica rustica ma robusta come erano i modelli fabbricati nella DDR prima della caduta del muro di Berlino. Per quanto vecchio il modello è in giusta scala 1/87 pertanto ho deciso di digitalizzarlo perchè non stona sul plastico accanto agli altri modelli in esatta scala H0.
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Prima di digitalizzarlo ho deciso di migliorare la captazione della corrente, che in origine avviene sui 4 assi della locomotiva, rendendo idonei alla captazione anche gli assi del tender.
Quindi: dopo aver aperto il tender
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ho tolto la zavorra e smontato gli assi
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poi ho ritagliato due strisce di lamierino di ottone da 0,15mm (la cosiddetta carta di spagna) in modo che le strisce presentassero delle linguette da far affacciare negli scassi esistenti nel telaio del tender. Questi fori servivano a non far strisciare i bordini delle ruote nel telaio. con questa modifica servono invece a farli strisciare sull'ottone stabilendo, così, il contatto elettrico.
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Dopo ho rimontato gli assi e riapplicato la zavorra. Prima di applicare quest'ultima ho isolato elettricamente con della semplice carta adesiva una delle due strisce di ottone. L'altra striscia invece stando in intimo contatto con la zavorra di metallo e con l'asta di aggancio alla locomotiva mi ha permesso di far ricorso a un solo filo saldato alla striscia isolata per trasmettere un polo della corrente alla locomotiva; l'altro polo essendo trasmesso via massa, cioè l'asta di aggancio.
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Il telaio, peraltro, come si evince dalla figura sopra, presenta un foro rettangolare che ho sfruttato per far passare senza problemi il filo, che scorre, pertanto, parallelamente all'asta di aggancio.
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Ho testato la locomotiva in analogico, e va senza esitazioni e con dolcezza anche al minimo, come dire.. con sette assi a prelevare corrente non perde un colpo.
Prossimamente , appena mi arriverà il decoder.. la digitalizzazione.
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Prima di digitalizzarlo ho deciso di migliorare la captazione della corrente, che in origine avviene sui 4 assi della locomotiva, rendendo idonei alla captazione anche gli assi del tender.
Quindi: dopo aver aperto il tender
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ho tolto la zavorra e smontato gli assi
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poi ho ritagliato due strisce di lamierino di ottone da 0,15mm (la cosiddetta carta di spagna) in modo che le strisce presentassero delle linguette da far affacciare negli scassi esistenti nel telaio del tender. Questi fori servivano a non far strisciare i bordini delle ruote nel telaio. con questa modifica servono invece a farli strisciare sull'ottone stabilendo, così, il contatto elettrico.
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Dopo ho rimontato gli assi e riapplicato la zavorra. Prima di applicare quest'ultima ho isolato elettricamente con della semplice carta adesiva una delle due strisce di ottone. L'altra striscia invece stando in intimo contatto con la zavorra di metallo e con l'asta di aggancio alla locomotiva mi ha permesso di far ricorso a un solo filo saldato alla striscia isolata per trasmettere un polo della corrente alla locomotiva; l'altro polo essendo trasmesso via massa, cioè l'asta di aggancio.
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Il telaio, peraltro, come si evince dalla figura sopra, presenta un foro rettangolare che ho sfruttato per far passare senza problemi il filo, che scorre, pertanto, parallelamente all'asta di aggancio.
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Ho testato la locomotiva in analogico, e va senza esitazioni e con dolcezza anche al minimo, come dire.. con sette assi a prelevare corrente non perde un colpo.
Prossimamente , appena mi arriverà il decoder.. la digitalizzazione.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Digitalizzazioni
La mia 460 PIKO è messa maluccio a livello di carrozzeria... la acquistai al negozio "Model art" del compianto sig. Orlando, sito in via Dei Mille, quando ancora ero poco più di un bambino... Pino mi stimola a riprendere quel relitto per dargli nuova vita... Attendo con ansia di vederlo in digitale, magari un mercoledì sera sul plastico di Tremestieri.
Re: Digitalizzazioni
Anche io la comprai nello stesso negozio, peraltro all'epoca era, credo, l'unico negozio a Messina dove si poteva comprare materiale Piko.Ne 120 ha scritto:La mia 460 PIKO è messa maluccio a livello di carrozzeria... la acquistai al negozio "Model art" del compianto sig. Orlando, sito in via Dei Mille, quando ancora ero poco più di un bambino... Pino mi stimola a riprendere quel relitto per dargli nuova vita... Attendo con ansia di vederlo in digitale, magari un mercoledì sera sul plastico di Tremestieri.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Digitalizzazioni
Dopo aver migliorato la captazione della corrente della mia 460 Piko sono passato alla digitalizzazione.
Nonostante la mancanza di presa per il decoder, data la vetustà del modello, l'operazione è di estrema semplicità.
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Dissaldate le induttanze e il condensatore antidisturbo delle radiofrequenze ho posizionato il decoder, attaccandolo con un biadesivo, sul motore stesso come in figura e con solo quattro saldature, due dalle prese di corrente e due al motore la digitalizzazione risulta ultimata. Il modello non ha luci funzionanti quindi non sono necessari altri collegamenti.
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Con un cartoncino nero ho mimetizzato il decoder che così non risulta visibile.
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Come detto, il modello non ha luci funzionanti ma penso si possano applicare, in qualche modo, dei led; questa sarà altra materia per muovere un po le mani in futuro.
Nonostante la mancanza di presa per il decoder, data la vetustà del modello, l'operazione è di estrema semplicità.
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Dissaldate le induttanze e il condensatore antidisturbo delle radiofrequenze ho posizionato il decoder, attaccandolo con un biadesivo, sul motore stesso come in figura e con solo quattro saldature, due dalle prese di corrente e due al motore la digitalizzazione risulta ultimata. Il modello non ha luci funzionanti quindi non sono necessari altri collegamenti.
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Come detto, il modello non ha luci funzionanti ma penso si possano applicare, in qualche modo, dei led; questa sarà altra materia per muovere un po le mani in futuro.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
digitalizzazione della 835 194 Rivarossi
La 835 RR è un modello che non offre alcuno spazio per posizionare il decoder; parlo del modello che Rivarossi ha riproposto in esatta scala H0, circa venti anni fa, dopo aver tenuto in catalogo per quasi quaranta anni il modello in 1/80.
L'attuale modello, HR, è uguale a quello di vent'anni fa ma con fanali funzionanti, presa di corrente su tutti e tre gli assi invece di due e presa per il decoder. Ma da come ho sentito dire e letto sui vari forum la predisposizione per la digitalizzazione è solo virtuale perché la locomotiva ha la presa per il decoder ma lo spazio per alloggiarlo non c'è, ovvero è insufficiente.
Il modello in mio possesso è quello di venti anni fa e volendolo digitalizzare ho pensato che se lo spazio per il decoder non c'è bisognava crearlo.
Nelle immagini seguenti le operazioni che ho eseguito:
Smontaggio carrozzeria:
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Rimozione zavorra di piombo destra:
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Fresatura del massello di piombo per ricavare lo spazio sufficiente per accogliere un decoder a 6 poli viessmann 5240
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Ricollocazione della zavorra fresata e saldatura dei cavetti di alimentazione e cavetti motore dopo aver posizionato il decoder nella nicchia ricavata per fresatura.
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L'adozione di un microdecoder può suscitare qualche perplessità ma è da tener presente che il motore è piccolo e la 835 è una locomotiva da manovra non destinata a trainare lunghi convogli. Comunque il decoder ha un assorbimento di tutto rispetto potendo arrivare anche a 800mA.
L'attuale modello, HR, è uguale a quello di vent'anni fa ma con fanali funzionanti, presa di corrente su tutti e tre gli assi invece di due e presa per il decoder. Ma da come ho sentito dire e letto sui vari forum la predisposizione per la digitalizzazione è solo virtuale perché la locomotiva ha la presa per il decoder ma lo spazio per alloggiarlo non c'è, ovvero è insufficiente.
Il modello in mio possesso è quello di venti anni fa e volendolo digitalizzare ho pensato che se lo spazio per il decoder non c'è bisognava crearlo.
Nelle immagini seguenti le operazioni che ho eseguito:
Smontaggio carrozzeria:
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Rimozione zavorra di piombo destra:
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Fresatura del massello di piombo per ricavare lo spazio sufficiente per accogliere un decoder a 6 poli viessmann 5240
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L'adozione di un microdecoder può suscitare qualche perplessità ma è da tener presente che il motore è piccolo e la 835 è una locomotiva da manovra non destinata a trainare lunghi convogli. Comunque il decoder ha un assorbimento di tutto rispetto potendo arrivare anche a 800mA.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Digitalizzazioni
Ottima soluzione Giuseppe, ti stai specializzando nella digitalizzazione dei modelli con non poche soluzioni interessanti sia per l' alloggiamento dei decoder che per migliorare la captazione di corrente dalle rotaie!
Pollice sù!
Pollice sù!
Doppia simmetrica- SOCIO AFS
- Data d'iscrizione : 08.06.09
Re: Digitalizzazioni
Il minidecoder a 6 poli che mi sono trovato tra le mani quando ho digitalizzato la 835 mi diede l'ispirazione per fare delle prove sulle vecchie locomotive in scala TT che possiedo da molti anni. Si tratta di locomotive della Berliner TT Bahnen, la ditta della Germania dell'est progenitrice della attuale Tillig. Sono macchine piuttosto rustiche ma robuste, ero un po scettico trattandosi di rotabili concepiti più di 40 anni fa, quindi con motori a tre poli, che zoppicano quando si cerca di farle andare al minimo.
Ho provato con la BR81 ed appena aperta ho capito subito che era facilissimo digitalizzarla.
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La locomotiva aveva sul motore un condensatore antidisturbo radiofrequenze piuttosto grande, quasi quanto il minidecoder perciò è stato sufficiente mettere il decoder al posto del condensatore, dissaldare le induttanze e fare 4 saldature.
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Il risultato è stato del tutto inaspettato, in digitale la locomotiva tiene un ottimo minimo pur mantenendo una certa rumorosità del motore.
Ho provato con la BR81 ed appena aperta ho capito subito che era facilissimo digitalizzarla.
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La locomotiva aveva sul motore un condensatore antidisturbo radiofrequenze piuttosto grande, quasi quanto il minidecoder perciò è stato sufficiente mettere il decoder al posto del condensatore, dissaldare le induttanze e fare 4 saldature.
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Il risultato è stato del tutto inaspettato, in digitale la locomotiva tiene un ottimo minimo pur mantenendo una certa rumorosità del motore.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
Re: Digitalizzazioni
La mia collezione di loco in scala tt si è arricchita di una Br92 della BTTB (Berliner tt Bahnen),il mio primo acquisto su ebay. Si tratta di un modello del 1976, ma, nuovo, certamente un esemplare invenduto che mi sono aggiudicato con pochi euro.
Dopo averlo rodato in analogico ed aver constatato l'ottimo funzionamento, unito al fisiologico rumore degli ingranaggi, ho deciso di digitalizzare anche questa loco.
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Quì è sul mio plastico in TT, accanto alla Br81 della cui digitalizzazione ho già trattato.
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lo smontaggio della carrozzeria è semplicissimo, basta svitare la vite inserita nella sabbiera, come nella Br81. Una peculiarità di queste due quattro assi della BTTB è che i due modelli hanno lo stesso carro, ciè i due modelli differiscono solo per la carrozzeria.
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Per mettere il decoder al posto del condensatore antidisturbo occorre aumentare un pochino lo spazio. Per questo ho tagliato la linguetta col foro filettato relativo al fissaggio della carrozzeria Br 81 che per la Br 92 è superflua.
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Dopo averdissaldato il condensatore e le due induttanze antidisturbo rf ho messo un pezzo di cartoncino, a scopo isolante, sulle lamelle che premono sulle spazzole ed ho posizionato il decoder.
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I collegamenti sono limitati a quattro saldature soltanto, essendo la locomotiva priva di fari funzionanti.
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Ecco la loco al lavoro: E' una motrice che non si impunta mai, nemmeno sugli scambi più ostici, merito dei quattro assi, tutti muniti di lamelle prendicorrente.
Dopo averlo rodato in analogico ed aver constatato l'ottimo funzionamento, unito al fisiologico rumore degli ingranaggi, ho deciso di digitalizzare anche questa loco.
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Quì è sul mio plastico in TT, accanto alla Br81 della cui digitalizzazione ho già trattato.
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lo smontaggio della carrozzeria è semplicissimo, basta svitare la vite inserita nella sabbiera, come nella Br81. Una peculiarità di queste due quattro assi della BTTB è che i due modelli hanno lo stesso carro, ciè i due modelli differiscono solo per la carrozzeria.
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Per mettere il decoder al posto del condensatore antidisturbo occorre aumentare un pochino lo spazio. Per questo ho tagliato la linguetta col foro filettato relativo al fissaggio della carrozzeria Br 81 che per la Br 92 è superflua.
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Dopo averdissaldato il condensatore e le due induttanze antidisturbo rf ho messo un pezzo di cartoncino, a scopo isolante, sulle lamelle che premono sulle spazzole ed ho posizionato il decoder.
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I collegamenti sono limitati a quattro saldature soltanto, essendo la locomotiva priva di fari funzionanti.
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Ecco la loco al lavoro: E' una motrice che non si impunta mai, nemmeno sugli scambi più ostici, merito dei quattro assi, tutti muniti di lamelle prendicorrente.
classe47- Data d'iscrizione : 08.01.10
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